(25-5-2014) È in corso il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa. Partito ieri mattina dall’aeroporto di Fiumicino (con la sua immancabile borsa nera), dove è stato salutato dal ministro Madia in rappresentanza del governo italiano, è stato poi accolto, al suo arrivo all’aeroporto di Amman, dal principe Ghazi bin Muhammad. Il viaggio del Santo Padre è improntato alla pace, ed è il quarto di un Pontefice in Terra Santa, dopo quelli di Paolo VI (50 anni fa), Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (red.)
“Cessino le violenze”. “Si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato”. Si è conclusa con un “accorato appello per la pace in Siria” la prima tappa in Giordania del viaggio di Papa Francesco in Terra Santa. “Tutti vogliamo la pace”, ha detto Francesco che lasciando il discorso ufficiale e andando a braccio ha parlato della “cupidigia del denaro, le fabbriche che vendono le armi”. Ed ha chiesto: “Chi c’è dietro, chi dà le armi per continuare il conflitto”. Ed ha aggiunto: “Pensiamo nel nostro cuore anche a questa povera gente criminale perché si converta”.
L’incontro di fine giornata nella Chiesa latina di Betania oltre il Giordano, con i rifugiati e i giovani disabili è stato “fortemente” voluto dal Papa che prima di lasciare la Giordania ha voluto incontrare “voi che, a causa di sanguinosi conflitti, avete dovuto lasciare le vostre case e la vostra Patria e avete trovato rifugio nella ospitale terra di Giordania; e al tempo stesso voi, cari giovani, che sperimentate il peso di qualche limite fisico”.
“Siamo profondamente toccati dai drammi e dalle ferite del nostro tempo – ha detto Francesco -, in modo speciale da quelle provocate dai conflitti ancora aperti in Medio Oriente. Penso in primo luogo alla amata Siria, lacerata da una lotta fratricida che dura da ormai tre anni e ha già mietuto innumerevoli vittime, costringendo milioni di persone a farsi profughi ed esuli in altri Paesi”. Il Papa ha ringraziato di nuovo “le autorità e il popolo giordano per la generosa accoglienza di un numero elevatissimo di profughi provenienti dalla Siria e dall’Iraq” e “tutti coloro che prestano la loro opera di assistenza e di solidarietà verso i rifugiati”.
Un pensiero e una benedizione particolare il Papa li ha rivolti anche a Caritas Giordania per l’assistenza che offre ai bisognosi “senza distinzione di fede religiosa, appartenenza etnica o ideologica”. Il Papa si è quindi rivolto alla comunità internazionale perché “non lasci sola la Giordania nel far fronte all’emergenza umanitaria”. Nel rinnovare quindi il suo appello perché cessino le violenze, il Papa ha detto: “La soluzione può venire unicamente dal dialogo e dalla moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilità verso i fratelli”.
(Fonte: SIR, dagli inviati in Terra Santa)