Domenica 6 novembre si è concluso il viaggio di Papa Francesco nel regno mediorientale del Bahrein. Della 39esima visita pastorale di Bergoglio nel ‘Regno dei due mari’, prima volta nella storia meta di un Pontefice, possiamo snodare alcuni interventi più significativi che hanno visto fattivamente impegnato il vescovo di Roma. In un travagliato momento storico come quello attuale, Francesco rinnova stoicamente la vera sfida: quella “di rimanere sempre, fedelmente, nell’amore“.
Papa Francesco / Cosa resta del viaggio in Bahrein: la pace, stella polare
“Vado come pellegrino di pace e fraternità”. Durante il volo di partenza, Francesco aveva pronunciato queste parole, che risuonano, in una terra a stragrande maggioranza musulmana, con un microcosmo di 161 mila cristiani, come una promessa e un’umile sfida. Lo Stato insulare del Bahrein, dal significato in arabo di ‘Regno dei due mari’, è situato nel Golfo, tra l’Arabia Saudita e il Qatar. La pace, evocata e tuonata con forza dal Papa come un bisogno irrinunciabile del nostro tempo, ha rappresentato, ripetutamente, la stella polare nel corso di questa visita.
Un fragile equilibrio mondiale e ‘pochi potenti’
Il primo incisivo seme di pace che Bergoglio ha depositato in Berhain è quello del messaggio lanciato in chiusura del “Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence”. Questo è un incontro volto alla promozione di ponti di dialogo tra Oriente e Occidente. Nonostante la lontananza dalla guerra nel cuore dell’Europa, il Papa sottolinea tragicamente come, dopo due atroci guerre mondiali e la guerra fredda, “ci troviamo ancora in bilico sull’orlo di un fragile equilibrio”. Parole agghiaccianti, ma di lucida analisi su una realtà che si delinea sempre più fratturata. Da parte vi è una popolazione vessata dai mali del tempo; dall’altra un manipolo di ‘pochi potenti’, nostalgici di vecchie contese geopolitiche ‘riesumate’ che minacciano il futuro.
Papa Francesco / Viaggio in Bahrein: “non restare indifferenti”
Il Papa descrive il tempo corrente come “uno scenario drammaticamente infantile”. Il monito che Bergoglio rilancia dal Bahrein è quello di non restare indifferenti, ma di prestare ascolto “al grido della gente comune e alla voce dei poveri”. Diventa necessario, a tal fine, eliminare la pericolosa forma mentis che vede incasellati rigidamente ‘buoni’ e ‘cattivi’. Non restare indifferenti a chi ‘gioca con il fuoco’ divenendo foriere di ‘pianto e morte’. Questi, seppur tristi, sono le tangibili conseguenze dell’assenza di una seria apertura al dialogo e alla comprensione reciproca. Il Papa ci esorta inoltre a rifuggire dalla dilagante imposizione “dei propri modelli e delle proprie visioni dispotiche, imperialiste, nazionaliste e populiste”. La vera scommessa, la più vincente, è quella “di capirsi e di collaborare per il bene di tutti”.