Ospitiamo l’analisi del professor Francesco Pira, che traccia un quadro allarmante circa l’aumento del numero delle vittime di pedofilia.
Pedofilia / In aumento ogni giorno le vittime
In occasione della recente Giornata Nazionale della lotta alla pedofilia, che si celebra il 5 maggio, sono emersi i nuovi dati relativi alle vittime. In questi mesi difficili, sconvolti e travolti dalla pandemia, i bambini non solo hanno sofferto per l’isolamento forzato a cui sono stati costretti, ma le tante ore trascorse in rete sono diventate, per tanti giovanissimi, una vera e propria trappola. Huffingtonpost riporta i dati rilevati dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni sulle nuove percentuali da analizzare. I numeri fanno davvero paura, perché si parla di un incremento del 77 per cento dei reati online nei confronti di bambini e ragazzi. A questa percentuale segue l’aumento del 132 per cento, nel periodo Covid, dei casi di pedopornografia e una crescita degli indagati pari al 90 per cento.
I reati registrati sono quelli della pedopornografia, adescamento online e cyberbullismo, ricatti sessuali e revenge porn. In tutto questo non sono mancate le truffe ai danni degli ignari navigatori della rete. “Il bilancio che possiamo fare oggi – chiarisce il direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Nunzia Ciardi – non è purtroppo positivo. Bambini sempre più piccoli sono vittime di varie forme di aggressione online tra cui l’adescamento su socialnetwork e app di gioco. Adolescenti sempre più giovani si macchiano di reati di pedopornografia di solito imputati ad adulti, nessuna retrocessione del cyberbullismo e delle violenze online”.
Pedofilia / In aumento ogni giorno le vittime: i numeri
La percentuale di reati legati al cyberbullismo si attesta al 96 per cento e coinvolge bambini sempre più piccoli. Tanti i minori che si approcciano alla rete e diventano autori di reati online, con un incremento del 213 per cento. Il 91 per cento riguarda maschi, intenti a mettere in rete le immagini compromettenti di ex fidanzate, ricatti sessuali, abusi, insulti nei confronti di coetanei o coetanee. Mi sono occupato in diverse occasioni di violenza sui minori, soprattutto in relazione ai reati legati al cyberbullismo, al sexting e al revenge porn. Uno dei social che oggi induce maggiore preoccupazione è Tik Tok, la piattaforma più discussa del momento. A differenza degli altri social quali Facebook, Instagram, Snapchat che da sempre costituiscono una miniera infinita di dati personali, la piattaforma cinese presenta, molti, troppi lati oscuri nel florido mondo dell’app economy.
La strada da percorrere
Serve sensibilizzare l’opinione pubblica, la comunità scolastica, i medici di base e gli psicologi, accrescendo negli stessi l’abilità di individuare gli indizi di abusi e violenza di ogni genere. Tanta strada è stata fatta, ma tanta ancora bisogna percorrerne perché è necessario potenziare le leggi, e le normative tutte, al fine di prevedere una condanna per chi commette atti persecutori sul web. Bisogna andare a colmare quelle lacune giurisprudenziali che ancora non garantiscono la giusta protezione dei nostri giovani sul web. Anche se le leggi da sole non bastano. Facciamo attenzione: il cyberbullismo non è l’unico fenomeno che rappresenta una devianza, poiché esiste anche un’altra grave realtà che prende il nome di sexting. Il sexting rappresenta la tendenza di scambiare messaggi con contenuti altamente erotici da inviare alla persona che si vuole conquistare.
Il rischio revenge porn
Purtroppo quando una relazione finisce queste foto possono essere diffuse in rete dal partner, trasformandosi in revenge porn. La coppia decide di girare un video in un momento d’intimità ma, dopo la separazione, uno dei due partner decide di pubblicare tutto sul web per vendicarsi. Scoprire la pubblicazione in rete di uno dei propri momenti personali può generare senso di colpa e vergogna con conseguenze estreme per la vittima, compreso il suicidio. I social finiscono, molto spesso, al centro di polemiche e battaglie legali proprio a causa di questi gravissimi reati. Bisogna educare le nuove generazioni ad un uso consapevole delle nuove tecnologie, affinché non rimangano vittime della rete. Il mondo di internet cambia e muta continuamente e dobbiamo poterci difendere e sono necessarie regole sicure che responsabilizzino anche i provider. Dobbiamo proteggerci e proteggere e non domani, ma “qui e ora”.
Francesco Pira
Delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina, dove insegna comunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media manager del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne.