Anche quest’anno il due agosto, giorno in cui si fa memoria del cosiddetto “perdono di Assisi” o “indulgenza della Porziuncola“, si è rinnovata una bella iniziativa che ha visto un folto gruppo di fedeli, provenienti da Carrubba e Mangano, compiere un pellegrinaggio alla chiesetta rurale “Maria SS.ma Annunziata” di contrada Grotte.
Questa tradizione di fede è recente: è sorta due anni fa, quando il giovane e dinamico parroco, don Marcello Zappalà, grazie all’aiuto di alcuni volenterosi parrocchiani, ha ridato decoro e dignità a questo antico luogo di culto, trasformandolo in una vera e propria “Porziuncola della Terra di Aci” in località Grotte, sita tra le frazioni di Mangano (Acireale) e Carrubba (Riposto) e ricadente nel territorio della parrocchia di Mangano.
L’edificio sacro, fatto oggetto negli ultimi tempi di numerosi furti che lo hanno completamente spogliato di ogni arredo e suppellettile, è stato con gusto dotato di nuovi arredi (tabernacolo, panche, lampade), tutto in perfetto stile francescano, nonchè arricchito con bei dipinti – opera di un valente copista di Bastia Umbra – che raffigurano i Santi protettori dell’Ordine francescano: S.Francesco, Santa Chiara d’Assisi, San Ludovico re di Francia e Santa Elisabetta regina d’Ungheria.
La chiesa è così divenuta una piccola Porziuncola, sul modello dell’antica, omonima cappella, legata alla memoria di San Francesco d’Assisi e culla degli ordini francescani, oggi inglobata nella maestosa basilica di Santa Maria degli Angeli, fatta costruire a partire dal 1569 su interessamento di San Pio V e sita a quattro chilometri da Assisi.
Il programma del pellegrinaggio ha previsto il raduno presso la chiesa parrocchiale “S.Martino Vescovo” di Carrubba, da dove una cinquantina di fedeli, guidati da don Marcello Zappalà, alle ore 4,30 si sono mossi in processione verso la piccola chiesa dell’Annunziata di Grotte, che sorge proprio sulla sponda meridionale del torrente Mangano (antico confine della Terra di Aci). Alle ore 6 è stata celebrata l’Eucaristia. Durante il corso dell’intera mattinata, inoltre, la chiesa è stata aperta per la preghiera personale.
Un po’ di storia: S. Francesco, in una imprecisata notte del luglio 1216, mentre se ne stava in ginocchio innanzi al piccolo altare della Porziuncola, immerso in preghiera, vide all’improvviso uno sfolgorante chiarore rischiarare le pareti dell’umile chiesa. Seduti in trono, circondati da uno stuolo di angeli, apparvero, in una luce sfavillante, Gesù e Maria. Il Redentore chiese al suo Servo quale grazia desiderasse per il bene degli uomini.
S. Francesco umilmente rispose: “Poiché è un misero peccatore che Ti parla, o Dio misericordioso, egli Ti domanda pietà per i suoi fratelli peccatori; e tutti coloro i quali, pentiti, varcheranno le soglie di questo luogo, abbiano da te o Signore, che vedi i loro tormenti, il perdono delle colpe commesse”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”. Era l’Indulgenza del Perdono.
Alle prime luci dell’alba, quindi, il Santo d’Assisi, prendendo con sé solo frate Masseo di Marignano, si diresse verso Perugia, dove allora si trovava il Papa. Sedeva sul soglio di Pietro, dopo la morte del grande Innocenzo III, papa Onorio III, uomo anziano ma molto buono e pio, che aveva dato ciò che aveva ai poveri e che, nonostante l’opposizione della Curia, accordò a Francesco quanto richiedeva.
Guido Leonardi