Personaggi / Dalla vita di paese alle corrispondenze e ai premi internazionali. Tomarchio, fotografo dell’Etna

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Turi Tomarchio è rimasto nella memoria storica di Zafferana come il fotografo per antonomasia. E’ stato presente in ogni occasione fausta ed infausta del suo paese. Si recavano nel suo studio i genitori per fotografare i figli che avevano ricevuto la prima comunione o la cresima. Qualche volta il fotografo presenziava ai matrimoni, ma preferibilmente erano gli sposi che andavano da Tomarchio per farsi fotografare.
Si ricorda che Tomarchio ha immortalato il funerale di personaggi famosi, come ad esempio quello dell’ex sindaco di Zafferana on. Silvestro Castorina. salvatore tomarchio
Turi Tomarchio fu il fotografo delle manifestazioni culturali di Zafferana, egli fu presente alla I edizione del Premio Brancati, quando Pasolini e Moravia tennero a battesimo questo prestigioso premio che ancora oggi attira l’attenzione del mondo letterario. I giovani di quel tempo ancora oggi conservano le fotografie nelle quali furono immortalati insieme a famosi letterati che oggi fanno parte della cultura italiana.
Pasquale Emanuele, cognato di Salvatore Tomarchio, ama raccontare come avvenne l’incontro di Turi con la fotografia. Nel lontano 1930 Salvatore Tomarchio ebbe in dono in occasione della cresima una Kodak a soffietto; fu questa la scintilla che fece divampare la sua passione. Ancora giovane si cimentò nell’arte della fotografia riprendendo presepi, cerimonie e feste di paese che gli venivano commissionati e queste fotografie venivano esposte nel caffè-dolceria dei nonni. Questi primi successi incoraggiarono il giovane Tomarchio ad apprendere le tecniche fotografiche direttamente dai professionisti, affinandole.
Ben presto ricevette dei riconoscimenti; il primo risale al concorso “ Ludi Juveniles “ tenuto a Catania nel 1935, a cui egli partecipò con  tre fotografie, in ognuna delle quali aveva ripreso un aspetto della cittadina etnea cioè la chiesa, la piazza e il municipio, riproponendo il disegno urbanistico di Zafferana Etnea, già precedentemente ideato dall’illustre pittore concittadino Giuseppe Sciuti. Fu proprio in questa occasione che Turi Tomarchio ricevette un caldo incoraggiamento dal prof. Enzo Maganuco, docente di Storia dell’Arte all’Università di Catania. In seguito, precisamente negli anni quaranta, Vitaliano Brancati, in occasione di un incontro con Tomarchio a Zafferana Etnea, ebbe modo di esternargli la propria ammirazione e di proporgli di seguirlo a Roma. Questa non fu un’esperienza felice, infatti a Turi mancava il suo Etna, il paesaggio ricco di colori con lo sfondo del mare limpido. Questo fu il motivo che lo riportò al suo luogo natio.
Nel periodo post-bellico l’attività di Tomarchio si svolse a Zafferana, e i cittadini lo incontravano nello studio che il fotografo aveva realizzato nel retro dell’edicola dei suoceri Emanuele. Ma la sua fama divenne nazionale nell’estate del 1960, allorché, in seguito ad una fase parossistica dell’Etna, una colonna di fumo si elevò sino a 3000 metri di altezza e la sabbia nera raggiunse anche la Calabria. Tomarchio in questa occasione scattò delle foto che furono pubblicate nelle più importanti riviste e giornali. Grazie a queste fotografie, Turi diventò corrispondente fotografo di pubblicazioni nazionali ed internazionali.
Da allora in poi la sua attività si specializzò nella rappresentazione del paesaggio ed ottenne molti riconoscimenti partecipando a concorsi a Castiglione di Sicilia, a Milici, a Catania, a Milo. Questi riconoscimenti gli permisero di ottenere l’incarico di insegnante di fotografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania, attività che svolse fino a quando andò in pensione.
La sua esperienza fotografica continuò anche dopo; infatti Tomarchio espose le sue opere a Catania, Ragusa, Vittoria ed anche al fotosalone di Messina, nel 1995. La sua passione l’ha accompagnato anche negli ultimi anni della sua vita; infatti, numerose sono le fotografie relativamente recenti che rappresentano l’Etna, la città di Acireale, dove si era ritirato definitivamente e il folclore siciliano.
Contemporaneamente continuò il suo rapporto con gli enti del turismo e gli Istituti scientifici, giornali e riviste, ambiente di promozione di ricerca e dell’immagine. Nella sala consiliare del Comune di Zafferana sono esposte le sue foto che ricordano le varie edizioni del Premio Brancati

    Giuseppe Russo

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