Mercoledì 21 giugno 1876, a Palagonia, nasce Gaetano Ponte, vulcanologo di fama internazionale ma misconosciuto nella sua Sicilia. Studioso che applica tutto il suo estro e le sue capacità intellettive alla conoscenza della sua zona di origine. Da lui descritta come “cosparsa di laghetti con fuoriuscita di gas dal sottosuolo e impregnata tutta di odori forti di gas sprigionati nel territorio”. Laghetti formati da piccoli crateri affioranti nella piana, nominati anche nei Miti Greci come “mito dei Palici”, laghetti di naftia in geologia.
Ancora studente liceale, nel 1898 Ponte inizia a frequentare l’osservatorio astrofisico e geodinamico di Catania. Nel 1903 si laurea in Scienze Naturali all’università etnea. Per completare gli studi nel campo della mineralogia si reca in Germania, all’università di Lipsia, dove frequenta anche l’istituto chimico-fisico per esercitarsi sulle analisi quantitative. Tornato in Italia nel 1905, inizia ad insegnare fisica presso vari istituti di arti e mestieri a Catania. Nel 1907 viene nominato assistente presso l’istituto di mineralogia dell’università. Nel 1911 ottiene l’incarico alla docenza in mineralogia presso la cattedra dell’università di Catania Dal 1908 al 1919 studia e monitora le attività dell’Etna.
Il prof.Gaetano Ponte crea l’Istituto di Vulcanologia
Al prof. Ponte si devono più di 400 pubblicazioni di studi di mineralogia e vulcanologia su importanti riviste internazionali. E la creazione di un Istituto di Vulcanologia presso l’università di Catania, dove lo stesso professore Ponte era docente. Nel 1919 viene istituita la cattedra di vulcanologia nell’università di Catania, che viene affidata a lui.
Lavora per la costruzione dell’osservatorio vulcanologico dell’Etna. L’eruzione del 1923 dà un impulso a convincere le autorità sull’utilità dell’iniziativa portata avanti dal prof. Gaetano Ponte. I parlamentari si attivano per approvare il relativo regio decreto. Al prof. Ponte viene affidata l’istituzione e l’organizzazione dell’”Osservatorio vulcanologico dell’Etna”, con il R. D. n° 1179 del 1933. Mediante il quale si finanzia la nascita del primo istituto vulcanologico universitario d’ Europa.
Oltre al monitoraggio delle attività del vulcano vengono poste le basi per l’annoso problema della sicurezza del cratere. E si pensa a delle strutture per la difesa dalle colate laviche dell’ Etna teorizzando la possibilità di deviare i flussi di magma con degli esplosivi. Studi che si resero utili e vennero applicate durante le eruzioni del 1923.
Il prof. Ponte studia le eruzioni
Ponte viene coinvolto in prima persona durante l’eruzione dal 3 al 6 novembre del 1928. Quella che distrusse parte della cittadina di Mascali, già centro principale della omonima contea. Studiando l’eccezionalità delle eruzioni abbattutesi su Sant’Alfio e Mascali, visto che la bocca eruttiva si era aperta a bassissima quota, il vulcanologo inizia a disegnare le diverse traiettorie delle fonti laviche apertesi sulla sommità del cratere. In breve tempo, l’osservatorio si dota anche di una rivista che usciva puntualmente ogni mese e diventa punto di riferimento degli studi vulcanologici per tutta Europa.
L’Osservatorio vulcanologico non si completò mai del tutto, visto che i fondi stanziati non coprivano le spese in toto. Anche qui il genio del prof. Gaetano Ponte fu di grande aiuto. La struttura dell’osservatorio nel 1920 si dotò di acqua corrente, grazie ad una ingegnosa realizzazione di condensatori applicati ad una fumarola esistente nei pressi dell’edificio, chiamata “vulcarolo”.
Tale impianto riesce a fornire un metro cubo di acqua dolce al giorno. Così si sfrutta il getto del suolo”Fumarolo”, per il quale lo scienziato era stato protagonista. Quando, agli inizi dell’900, ancora studente aveva fatto più volte pressione sulle autorità locali affinché si potessero sfruttare le potenzialità del sottosuolo vicino alla mofeta dei Palici e dei vulcanetti di San Biagio a Paternò. Il professore, infatti, lo aveva già studiato a fondo e repertato con belle immagini fotografiche.
Gaetano Ponte va in pensione nel 1954 e muore l’anno dopo a Transacqua in Trentino, il 18 luglio. E’ sepolto nella tomba della famiglia Gulizia al cimitero di Ramacca.
Cosa rimane di lui
Dello scienziato nativo di Palagonia rimane molto ma non tutto. Il progetto culturale scientifico di un istituto vulcanologico rimane incompleto. Sicuramente si traccia la linea guida per un percorso che l’Istituto Internazionale di Vulcanologia del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) avrebbe ripreso nel 1968 sotto il patronato dell’Unesco (organismo culturale delle Nazioni Unite).
La produzione fotografica di Gaetano Ponte è di grande livello tecnico-artistico oltre che scientifico. Le sue foto hanno permesso di documentare importanti fenomeni eruttivi dell’Etna e dello Stromboli. Il suo archivio fotografico viene, nel 1993, lasciato in custodia da Nicoletta Leonardi nel “Fondo Fotografico Gaetano Ponte” all’Archivio Fotografico Toscano, finalizzato alla donazione che avverrà nel 2008.
Tornato a Catania nel periodo “Defeliciano”, quando i salotti cittadini vivevano un illustre momento, Ponte allaccia profonda amicizia con Verga e De Roberto. E con essi condivide l’interesse per l’Etna e la passione per la fotografia. Diventa amico anche di Filippo Tommaso Marinetti, creatore del Movimento artistico – letterario“Futurista”. Con lui Ponte scambia un interessante epistolario.
Nel 1924 il prof. Gaetano Ponte invia a Marinetti una foto che ritrae il filosofo con la moglie durante un pic-nic, sulle sommità del cratere, in sua compagnia; scrive una dedica sul retro e chiede anche un suo intervento presso il governo per avere la possibilità di un contributo per la sistemazione dell’osservatorio, sì da renderlo adatto agli studi vulcanologici.
Nel 1925 il professore organizza un campeggio di personaggi etnei con un trio prettamente visionario: l’imprenditore Mollica Alagona, l’ingegnere Vismara e sè stesso. Le fotografie della spedizione si inviano al Marinetti che, da par suo, risponde: “Ho bevuto al bordo del cratere, nuova aspirazione che certamente stupirà il mondo. Eternamente Vostro F.T.M.”.
L’eclettico prof. Gaetano Ponte non si lascia sfuggire l’arte nascente del cinema. Di lui rimangono presso l’istituto Luce dei cortometraggi su Tripoli e molte riprese effettuate sull’Etna. E la sua collaborazione diretta alla rivista “La Tecnica Cinematografica”con studi sulla Stereocinemascopia.
Un genio del nostro territorio, valido esempio per le presenti e future generazioni.
Giuseppe Lagona