Io non credo agli eroismi senza paura. Credo che l’unico eroismo sia di vincere la paura e fare lo stesso quello che si è deciso di fare.
Lo diceva “Chicchi” Teresa Mattei, una delle personalità femminili di maggiore spicco nel Novecento italiano, una donna la cui vita è scandita da episodi significativi e rilevanti della nostra storia.
Teresa Mattei nacque a Quarto (Genova) il 1 febbraio 1921 da famiglia borghese di agiati intellettuali, cattolici modernisti e antifascisti, terza di sette figli. Come risulta all’anagrafe, il vero nome di Teresa Mattei è Teresita, in onore della nonna. Quando nacque Teresa, i ladri entrarono in casa e rubarono tutto, così parenti e amici regalarono coperte, lenzuola, quanto potesse servire per la casa e la cura della neonata.
La famiglia, attenta a educare i figli nell’onestà, nella moralità e nella lealtà, non poteva rimanere indifferente né apatica all’avvento del fascismo. “Mio padre ce l’aveva con il Papa perché aveva fatto accordi con Mussolini ed era suo amico”, un giorno Teresa dichiarò ai suoi compagni di classe.
Il padre di Teresa Mattei partecipò alla Prima guerra mondiale
Il padre partecipò alla Prima guerra mondiale come volontario. Ugo Mattei, fu Primo Capitano di Marina. Durante gli anni passati al fronte si rese conto dello sbaglio di quella guerra. Durante un combattimento, rimasto immobilizzato sotto un’autoblindo austriaca, poté constatare «da vicino» che i pneumatici erano italiani, marca Pirelli. Allora si convinse che le guerre servono solo per la convenienza di pochi.
Durante la guerra di Spagna, Ugo Mattei contribuì alla causa di Carlo Rosselli. Per questo a 16 anni, nel 1937, Teresa Mattei fu inviata dal padre a Nizza per portare ai fratelli Rosselli 600.000 lire, frutto di una colletta.
Dopo il viaggio in Costa Azzurra la ragazza si era recata nel Mantovano per portare notizie dei fratelli Rosselli a don Primo Mazzolari, amico del padre Ugo e parroco di Bozzolo. Era un oppositore dell’ideologia fascista, uomo carismatico e insofferente ad ogni forma di ingiustizia e violenza, impegnato sul piano sociale e sempre vicino alle classi deboli.
Nel 1942 si iscrisse al Partito Comunista Italiano
Iscritta al Partito Comunista Italiano nel 1942, si laureò in Filosofia a Firenze nel 1944. Il fratello Gianfranco, docente di chimica analitica al Politecnico di Milano, partigiano dei Gap di Roma, catturato dai nazisti, si tolse la vita nella cella del noto carcere nazista di via Tasso, a Roma, per non cedere alle torture e rischiare di rivelare i nomi dei compagni.
Partecipò, nella formazione garibaldina Fronte della Gioventù, con la qualifica di comandante di compagnia alla lotta di Liberazione, nella città di Firenze.
Era in viaggio verso Roma su un camion, portava con sé le matrici per stampare “L’Unità” e mantenere così il collegamento tra le cellule di Firenze e la sede centrale del partito a Roma. Il camion fu bombardato; morto il conducente, Teresa fu condotta nella sede del comando di polizia tedesca. Le matrici non furono mai trovate. Chicchi, nome di battaglia, fu interrogata a lungo. La picchiarono e le ruppero perfino alcuni denti e maciullato un rene.
Cinque soldati tedeschi nella notte la costrinsero con la forza a rapporti sessuali e abusarono di lei per l’intera nottata. La liberazione di Teresa avvenne grazie all’intervento di un gerarca fascista il quale sostenne che «una così brava ragazza non può essere una partigiana”.
Il 15 aprile fu ucciso il filosofo neoidealista Giovanni Gentile. Sanguinetti, influente dirigente comunista, avrebbe avanzato la proposta dell’omicidio per vendicare la tragica morte di Gianfranco Mattei e per punire il responsabile morale delle fucilazioni di tanti giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò, di cui era stato un cinico celebratore e «cattivo maestro».
Teresa rivelò che fu lei ad indicare ai gappisti Gentile, in quanto docente della facoltà che frequentava. Tornata a Firenze si impegnò con gli antifascisti della facoltà di lettere, capitanati da Aldo Braibanti, “Il signore delle formiche”. Teresa era una presenza importante nel gruppo di Aldo Braibanti e partecipò alla battaglia di Firenze.
Firmò l’articolo 3 della Costituzione
Nel 1946 la sua elezione nelle liste del Pci (Partito comunista italiano) alla Costituente, nel XV collegio, quello di Firenze e Pistoia. A soli 25 anni fu la più giovane tra tutti i costituenti. L’articolo 3 della Costituzione, sul tema dell’uguaglianza, porta la sua firma.
Durante la seduta dell’Assemblea Costituente del 18 marzo 1947, sul tema della presenza femminile nella vita politica e istituzionale della nuova Repubblica, così si espresse: «Se la Repubblica vuole che più agevolmente e prestamente le donne collaborino, è suo compito far sì che gli ostacoli siano rimossi dal loro cammino, che esse trovino al massimo facilitata ed aperta almeno la via solenne del diritto».
Nel 1947 fondò, insieme alla democristiana Maria Federici, l’Ente per la Tutela morale del Fanciullo. Alla Costituente diventa la prima rappresentante delle ragazze madri. Nel 1948 sposò a Budapest Bruno Sanguinetti, nacque il figlio Gianfranco; nel 1950 nacque la figlia, Antonella e morì il marito. Visse a Milano; con Rossana Rossanda, si occupava della Casa della cultura.
Il matrimonio con un dirigente del PCI
Nel 1955 tornò a Firenze sposò Iacopo Muzio, dirigente del Pci, nacque Gabriele. Lo stesso anno rifiutò la candidatura alle elezioni per la Camera dei deputati. La sua espulsione dal Pci avenne per il dissenso maturato nei confronti della politica stalinista e della linea di Palmiro Togliatti.
Teresa Mattei, nel 1958, tornò a Milano dove nacque Rocco; proseguì la lotta in favore dei diritti delle donne e dei minori. Si impegnò nel lavoro della comunicazione per aprire a tutti il diritto di parola, proprio a cominciare dai bambini. Dalla sua grande passione per il cinema e della lotta per i diritti dell’infanzia, nacque la Cooperativa di Monte Olimpino, di cui divenne presidente nel 1966.
Dalle sue idee nacque una nuova forma di comunicazione e di espressione cinematografica fatta dai bambini. Essi realizzarono molti film come attività didattica. Nel 1986 fondò a Ponsacco (Pisa) la “Lega per il diritto dei bambini alla comunicazione”, con la parola d’ordine “Chiedo ascolto”. La “Treccia della pace”, inventata dai membri di questa lega, vuole unire i bambini di tutto il mondo in un attivo lavoro per affermare una cultura di pace.
Testimoniò contro Priebke
Nel 1994, in occasione del centenario dell’invenzione della radio, nacque il progetto “Radio Bambina”. Nel 1996 lanciò la raccolta di firme “L’obbedienza non è più una virtù”, con una petizione al presidente Scalfaro, per chiedere un nuovo processo al criminale nazista Erich Priebke, responsabile della strage delle Fosse Ardeatine, nonché della morte di decine di patrioti della Resistenza nel carcere di via Tasso a Roma. Fu poi chiamata a testimoniare nel processo, che si concluse con la condanna all’ergastolo di Priebke.
Nel 2001 era a Genova, a manifestare contro il G8, partecipò attivamente a tutti i dibattiti e si disse inorridita per le violazioni della Costituzione, protagonisti il governo italiano e i suoi rappresentanti.
Tutta una vita in difesa della Costituzione
Teresa Mattei ha poi continuato la lunga battaglia di tutta la sua vita in difesa della Costituzione, contro i nuovi tentativi di modificarla e renderla inefficace. Durante la battaglia per il referendum costituzionale, nel 2006, pronunciò queste parole: “Nell’articolo 1 della Costituzione si dice ‘la sovranità appartiene al popolo’, ed è questa la cosa più importante che noi dobbiamo difendere.
La sovranità è nelle mani nostre, nelle mani del popolo, di ogni cittadino, con questo la Repubblica ci ha fatto diventare cittadini e non sudditi. Il più grande monumento, il maggiore, il più straordinario che si è costruito in Italia, alla libertà, alla giustizia, alla Resistenza, all’antifascismo, al pacifismo è la nostra Costituzione”.
I giovani ricevettero un importante saluto: “Siete la nostra speranza, il nostro futuro. Custodite la Costituzione. Abbiamo bisogno di voi. Cercate di fare voi quello che noi non siamo riusciti a fare: un’Italia veramente fondata sulla giustizia e sulla libertà”.
Teresa Mattei, moglie e madre di quattro figli, partigiana antifascista, madre della Costituzione Italiana, educatrice e madre ideale di migliaia di bambini, per la quale si è battuta, ultima tra le 21 madri della Costituzione, la donna che sopravvisse di più fra i membri dell’Assemblea Costituente, la più giovane eletta all stessa Assemblea, nella quale assunse l’incarico di segretaria dell’Ufficio di presidenza.
Morì il 12 marzo 2013 a Usigliano, all’età di 92 anni. Parecchie le tesi di laurea scritte su di lei. E a lei è intitolato l’istituto comprensivo di Bagno a Ripoli. Tra le onorificenze ricordiamo quelle di Cavaliere di gran Croce al merito della Repubblica Italiana e di Grande ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica Italiana.
Teresa Mattei è una donna che merita di essere ricordata di più e dal mondo politico e da tutta la comunità italiana.
Giuseppe Lagona