“Solo 31 dei 63 progetti presentati sono stati presi in considerazione attraverso il decreto di approvazione degli elenchi dei progetti ammissibili e non ammissibili a finanziamento con fondi afferenti al Pnrr per investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo’’. Con queste espressioni, il Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali ha comunicato lo scorso ottobre la bocciatura di 31 progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinati all’agricoltura in Sicilia. Ma come è stato possibile un danno simile? Ripercorriamone le tappe.
L’assessore regionale all’Agricoltura e sviluppo rurale, Toni Scilla, aveva replicato: “Con quale criterio e come si è proceduto alla selezione? È chiaro che qualcosa non quadra’’. Il suo riferimento era ai deputati del M5S all’Assemblea regionale siciliana che, dopo la clamorosa bocciatura, avevano diffuso una nota in cui criticavano il governo regionale e invitavano il presidente della Regione Musumeci a dimettersi.
PNRR / Bocciati 31 progetti della Sicilia per l’Agricoltura: qual è la responsabilità degli uffici regionali?
I progetti presentati per conto dei consorzi di bonifica siciliani sono stati relegati tutti nell’elenco di quelli ritenuti inammissibili. Questo perché in 14 progetti non era inserito alcun valore: non rispettavano il criterio che riguarda la data di progettazione che, in 12 casi, non è era proprio inserita, mentre in altri due casi era antecedente al 2016. Diciassette progetti, invece, non rispettavano il criterio della durata dei lavori. Tra questi, per 12 progetti non era inserito alcun valore, per altri 5 la durata contrattuale dei lavori era superiore a 30 mesi. La cruda sentenza rende purtroppo evidente ancora una volta l’incapacità progettuale degli uffici regionali. L’ennesima batosta si va ad aggiungere alle tante leggi impugnate dal Consiglio dei ministri, fallite miseramente.
PNRR / 31 progetti bocciati per la Sicilia: le critiche politiche
Feroci le critiche politiche. Giovanni Di Caro (capogruppo movimento 5 stelle all’Ars) ha concluso: “Tutto questo è inammissibile. La Sicilia, per il bene dei siciliani, dovrebbe essere commissariata, a meno che Musumeci non prenda atto di questo ennesimo disastro e si dimetta. Intanto predisporremo una richiesta di accesso agli atti per capire il perché di questo altro gravissimo schiaffo ai siciliani”.
Critiche condivise anche dal segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo: “un altro grande traguardo da ascrivere all’inadeguatezza del governo guidato da Nello Musumeci. E’ stata un’occasione persa che avrà pesanti ricadute sul sistema agricolo, sulle imprese del settore e per il sistema di gestione idrica che si sarebbe potuto ammodernare e rendere efficiente anche guardando agli obiettivi della transizione ecologica. Questa bocciatura è il frutto della superficialità con cui la giunta Musumeci si è approcciata al PNRR'”.
Ulteriori critiche ai 31 progetti presentati
Addirittura Luigi Sunseri, consigliere regionale del M5s ha affermato: “Siamo alle prime battute e siamo stati già i peggiori in assoluto. Se il governo non fosse stato in grado di rispettare criteri, peraltro già stabiliti in conferenza stato-regione, avrebbe dovuto saperlo e dirlo prima, perché dal dettaglio emergono non solo errori ma gravi illiceità’’. “Se questa è stata la prima, non voglio vedere le altre. Ed è inutile menzionare un conflitto col Nord”, è intervenuta, invece, Valentina Zafarana, membro per i Cinquestelle in commissione Attività produttive. “La responsabilità di tutto ciò è evidentemente ascrivibile alla inadeguatezza degli apparati regionali e al mancato coordinamento da parte del governo”, ha sottolineato Cleo Li Calzi, responsabile del dipartimento regionale PNRR del Pd.
La risposta del presidente della Regione siciliana
Mentre l’opposizione ne chiedeva le dimissioni, Musumeci è andato al contrattacco: “Nessuna Regione è mai stata convocata dal governo centrale per concordare quali opere inserire nel PNRR. Abbiamo presentato progetti per un miliardo di euro per iniziative per i Consorzi di bonifica, non tutti con i progetti perché i consorzi non hanno mai presentato iniziative interessanti e abbiamo chiesto il finanziamento per 500 milioni di euro per la rete idrica nei comuni dove la distribuzione dell’acqua fa ormai pena perché da 60 anni non viene recuperata. C’è un tema prioritario in Sicilia che è quello dell’acqua, ma se il ministro Patuanelli continua a guardare al centro nord dimenticando che l’Italia finisce in Sicilia, allora avremo serissimi problemi”.
PNRR / 31 progetti bocciati per la Sicilia: preoccupazione diffusa per un danno enorme
La preoccupazione è diffusa perché questi fondi avrebbero favorito una clamorosa occasione per la Sicilia. Non è stato possibile fruirne per via di una capacità operativa inadeguata. Sarebbe opportuno appurare la capacità effettiva degli organismi tecnici e politici regionali di controllo sul rispetto di tempi e progetti. Negli apparati burocratici delle amministrazioni non può più esserci spazio per superficialità e incompetenza, soprattutto senza conseguenze rispetto a così gravi inadempienze. I 31 progetti bocciati sono un esempio tristemente memorabile da non sottovalutare. Quella del PNRR era un’opportunità straordinaria per il rilancio dell’isola, arrivata in un momento storico in cui l’intera Italia sta ripartendo dopo la crisi economica per via della pandemia.
PNRR / La grande opportunità firmata Unione Europea
Con PNRR si intende il documento che il governo ha predisposto per illustrare alla Commissione europea come l’Italia intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next generation EU. Secondo quanto riportato dal Ministero dell’economia e finanza, il Piano è stato concordato con l’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica. Il totale ammonta a 672,5 miliardi di euro (312,5 sovvenzioni, i restanti 360 miliardi prestiti a tassi straordinariamente agevolati). Il Piano di Ripresa e Resilienza presentato dall’Italia prevede investimenti e un coerente pacchetto di riforme, a cui sono allocate risorse per 191,5 miliardi di euro finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e per 30,6 miliardi attraverso il Fondo. Il totale dei fondi previsti ammonta a 222,1 miliardi.
Approvazione del PNRR in Italia
E’ stato Approvato il 13 luglio con decisione di esecuzione del Consiglio, che ha recepito la proposta di decisione della Commissione europea. Alla Decisione di esecuzione del Consiglio è allegato un corposo allegato (in lingua italiana). Qui sono definiti, in relazione a ciascun investimento e riforma, precisi obiettivi e traguardi. Ma quali sono obiettivi e missioni del PNRR? Il Piano si sviluppa intorno 6 missioni condivisi a livello europeo:
- digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo.
- rivoluzione verde e transizione ecologica.
- infrastrutture per una mobilità sostenibile.
- istruzione e ricerca.
- inclusione e coesione.
- salute.
Si tratta di un intervento che mira a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale. Il PNRR contribuirà in modo sostanziale a ridurre i divari territoriali, quelli generazionali e di genere. Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno e prevede inoltre un investimento significativo sui giovani e le donne. Ma la Sicilia ha iniziato come peggio non poteva: perdendo tutta la prima disponibilità.
Le riforme del PNRR in Italia
Il Piano prevede inoltre un ambizioso programma di riforme, per facilitare la fase di attuazione e più in generale contribuire alla modernizzazione del Paese e rendere il contesto economico più favorevole allo sviluppo dell’attività di impresa. Tra queste: riforma della Pubblica Amministrazione per dare servizi migliori, favorire il reclutamento di giovani… La riforma della giustizia mira a ridurre la durata dei procedimenti giudiziari. Riforme per promuovere la concorrenza come strumento di coesione sociale e crescita economica. Interventi di semplificazione orizzontali al Piano, ad esempio in materia di concessione di permessi e autorizzazioni e appalti pubblici, per garantire la realizzazione e il massimo impatto degli investimenti. La Sicilia, cosa ha intenzione di fare, a parte perdere ancora treni storici per il suo sviluppo?
Roberta La Terra