Convocate dall’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, le segreterie regionali di Cgil (Alfio Mannino), Cisl (Sebastiano Cappuccio), Uil (Luisella Lionti) ed Ugl (Giuseppe Messina), nell’incontro tenutosi il 3 febbraio, hanno fatto fronte comune nel richiedere che parte delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinate alla Regione Siciliana vengano investite per una maggiore e migliore sanità nella nostra Isola.
Il PNRR, infatti, si articola in sei Missioni. La Missione 6, a cui vengono assegnati in totale 20,23 miliardi, è quella dedicata alla sanità. Si articola in due componenti principali. Da un lato il potenziamento dell’assistenza territoriale tramite la creazione di nuove strutture (come Ospedali di Comunità e Case della Comunità). E rafforzamento dell’assistenza domiciliare e sviluppo della telemedicina. Dall’altro, la digitalizzazione ed il rafforzamento del capitale umano del Servizio Sanitario Nazionale attraverso il potenziamento della ricerca e della formazione.
Il riparto delle risorse del PNRR
“Entro la fine di questo mese di febbraio le Regioni e le Pubbliche Amministrazioni, ai sensi della proposta del Decreto di riparto delle risorse del PNRR, dovranno perfezionare i Piani Operativi Regionali comprensivi degli Action Plan e delle Schede Intervento – ci dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino. Azioni, queste, che sono propedeutiche ed assolutamente necessarie per la successiva erogazione delle relative risorse economico-finanziarie.
Per quanto concerne la prima componente, ovvero l’assistenza sanitaria territoriale, nella bozza in mano dell’assessore Razza e sottoposta a noi sindacati, per la nostra Isola sarebbero previsti 39 Ospedali di comunità per il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia (93,4 milioni); 49 centrali operative territoriali per cura, assistenza domiciliare e telemedicina: una ogni 100mila abitanti (16,7 milioni); e 146 Case della comunità per la presa in carico della persona (216,9 milioni). E così per un totale di 327 milioni di euro”.
Cosa prevede il PNRR per quanto riguarda Catania e provincia?
“Per quanto concerne l’hinterland catanese, sempre nella bozza che ci ha presentato l’assessore Razza, sono previsti diversi potenziamenti strutturali. Con addirittura la riapertura di alcuni Ospedali di comunità rifunzionalizzando, per esempio, gli immobili dell’ex Inam di Acireale, degli ospedali Santo Pietro di Caltagirone, del San Luigi e del Santo Bambino di Catania, del Pta di Linguaglossa, dell’ex ospedale San Lorenzo di Mineo, di quello di Paternò, della Residenza sanitaria assistita e del Pto di Ramacca. Anche dell’ex ospedale di Randazzo chiuso da circa 25 anni e ridotto a semplice Punto territoriale di emergenza, con appena qualche servizio ambulatoriale diurno.
La nuova programmazione, con la relativa riapertura, prevederebbe la presenza di un medico e dieci infermieri in pianta stabile con venti posti letto di degenza.
Sempre nel nostro hinterland – continua Mannino – Centrali operative territoriali (una ogni 100mila abitanti, con 5-6 infermieri e 1-2 unità di supporto), sarebbero previste ad Acireale, Bronte, Caltagirone, Giarre, Gravina, Palagonia, Paternò e quattro a Catania.
Trentadue “Case della comunità”, che prevedono un modello organizzativo con 30-35 medici di famiglia afferenti ed un ambulatorio aperto per 12 ore 6 giorni su 7, nonché continuità assistenziale notturna e nei festivi attraverso 10-15 ambulatori con 10-20 medici ed 8-12 infermieri dovrebbero essere istituiti ancora a Catania e dintorni”.
Nuovi organici nelle strutture
Nel corso dello stesso incontro con l’Assessore Razza , i rappresentanti della Cgil, con il segretario generale Alfio Mannino, e della Funzione pubblica regionale Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo, hanno affrontato anche il delicato tema delle dotazioni organiche per le nuove strutture. Strutture che dovrebbero sorgere proprio in base alla missione 6 del Pnrr, cioè Ospedali di comunità, Case di comunità e Centrali operative territoriali –.
“Le nuove strutture attualmente sono come delle scatole vuote – ha tenuto a precisare Alfio Mannino. E c’è dunque l’assoluta necessità di ridefinire gli organici con nuove assunzioni affinché possano veramente ben funzionare. Diversamente restano soltanto chiacchiere e nulla più”.
Gli stessi rappresentanti della Cgil Sicilia sono tornati, infine, a sollecitare ancora una volta le stabilizzazioni del personale precario. E hanno chiesto che i criteri di individuazione e allocazione delle nuove strutture siano trasparenti e condivise con i territori.
Un nuovo incontro è previsto entro la fine della prossima settimana.
“Dal canto nostro – assicura sempre il Segretario regionale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – lavoreremo di concerto con le nostre strutture territoriali, a cui rivolgiamo l’invito a chiedere specifici incontri con le varie Aziende sanitarie provinciali per la definizione delle proposte che devono essere presentate all’Assessorato regionale alla Sanità (cui chiediamo il confronto permanente), entro la scadenza dell’ormai prossimo 28 febbraio”.
L.V.