Nutrire lo spirito è fondamentale, nutrire il nostro “IO” è fondamentale, e quando si inizia a sfogliare e poi a leggere un libro di poesie molti sono i sentimenti e le emozioni che si possono provare. “Ti parlerò d’amor” autoantologia 1999-2015 è l’ultima pubblicazione della scrittrice, poetessa e giornalista Rita Caramma. Una raccolta di poesie dedicate all’amore, nel senso più grande e allo stesso tempo misterioso che è contenuto in questa parola.
L’autrice che ha al suo attivo varie pubblicazioni tra cui la favola in rima “Il ragno” e il testo teatrale “Vestale di maschere” oggi si presenta al suo pubblico con questa raccolta poetica scegliendo poesie già pubblicate nei precedenti lavori “Nella mia ricca solitudine “ e “Retrospettive dell’inquietudine” più alcune inedite.
Rita Caramma, in questa sua autoantologia, percorre le strade del cuore con incantevoli poesie, pagine che devono essere lette pian piano, perché una poesia ha bisogno del suo tempo per essere assaporata. L’autrice, prendendo lo spunto da versi di canzoni di celebri cantanti e autori come Gino Paoli, Sergio Endrigo, Lucio Battisti, Luigi Tenco, descrive con le sue poesie momenti e stati d’animo, il trascorrere del tempo, come nella poesia “La stagione del vento”, ricorda l’amato papà negli struggenti versi di “A mio padre”. Ed ancora racconta di donne meno fortunate in “Bagliori” e di amori giunti al termine in “Riflessioni” e “L’attesa” ma con la speranza di nuovi incontri che la vita regalerà. L’autrice ha risposto ad alcune nostre domande:
– Come nasce l’idea di questa autoantologia?
“Nasce in maniera casuale, Il 21 marzo, giornata mondiale della poesia, un mio amico che non sentivo da tempo, telefonandomi mi disse che aveva in mano un testo di Alda Merini, le poesie di Prevert e le mie. Ovviamente ne fui felice e così, avendo già pubblicato nel 2005 e nel 2008 due raccolte, ho pensato, visto che la mia produzione è andata avanti, di pubblicare una autoantologia scegliendo come tema conduttore l’amore”.
– “Ti parlerò d’amor” è il titolo della raccolta, c’è un motivo particolare in questa scelta?
“Il libro è dedicato a mia madre, spesso la sentivo intonare questa canzone portata al successo da Wanda Osiris e così è stato spontaneo pensare a questa frase e sceglierla come titolo della raccolta”.
– Il tema dell’autoantologia è l’amore, in quale delle sue innumerevoli sfaccettature è trattato?
“Nelle sue molteplici e infinite sfaccettature, l’amore per una persona che diventa il compagno o la compagna di una vita, l’amore per i genitori, per i figli, per gli amici, ma anche per la natura, per gli animali, per le bellezze del creato in genere. Ma l’amore è anche dedicare una poesia a donne sfortunate che non hanno mai provato la gioia di essere amate, a tutti coloro che non hanno mai ricevuto una carezza, uno sguardo d’amore. A tutti loro ho voluto dedicare qualche pagina della mia raccolta”.
– Nella sua raccolta “Nella mia ricca solitudine” ha avuto una madrina di eccezione la poetessa Alda Merini. Un ricordo di questa grande donna.
“Non ho avuto il piacere di conoscerla personalmente, ho parlato con lei al telefono, era già molto avanti negli anni, ed è ovvio che è stata per me una grande emozione con le belle parole che ha avuto nei miei confronti. Personalmente penso che lei era “oltre”, oltre tante cose, e oltre i critici che pensavano che la sua produzione poetica fosse più il frutto del suo difficile trascorso nella malattia che non una vera e propria vena poetica”.
Il libro, che è già nelle librerie, verrà presentato sabato 5 novembre 2016 alle 18 nella sala conferenze dell’associazione Costarelli in piazza Duomo.
Gabriella Puleo