Lo scorso 22 settembre si spegne Giorgio Napolitano, all’età di 98 anni, ex presidente della Repubblica Italiana. Il primo ad essere eletto per due mandati consecutivi.
Deputato dal 1953 al 1996, Ministro degli Interni durante il primo governo di Romano Prodi. Presidente della Camera dei deputati durante il governo di Oscar Luigi Scalfaro al quale subentra come presidente della Repubblica. Europarlamentare e senatore a vita dal 2005, nominato da Carlo Azeglio Ciampi. Giorgio Napolitano è stato il primo capo di Stato proveniente dalle file del Partito comunista italiano.
Nasce a Napoli, nel 1925, da padre avvocato e madre di nobili origini. Si diploma al liceo classico per poi continuare gli studi alla facoltà di giurisprudenza.
In questi anni si avvicina al partito comunista italiano, schierandosi nell’ala moderata del Partito, di ispirazione socialista e lontana dalle posizioni più radicali e rigide di Enrico Berlinguer, con il quale si scontra. La sua ala politica viene, infatti, chiamata in maniera dispregiativa “migliorista”. E, fondamentalmente, definita come la “destra del comunismo italiano”, che si scontra con le posizioni di Berlinguer perché vuole battersi per i diritti dei lavoratori, senza intaccare e scardinare il capitalismo.
Giorgio Napolitano scrittore
Scrive ed i suoi libri sono tradotti in dieci lingue, tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Intervista sul PCI” con lo storico britannico Eric Hobsbawm. E’ anche il primo esponente del partito comunista italiano a recarsi negli Stati Uniti, per tenere incontri e conferenze. All’epoca fatto inusuale per un politico italiano. L’intransigente segretario di Stato Henry Kissinger lo chiama “il mio comunista preferito”, my favourite communist.
Allo scoppio dei moti rivoluzionari d’Ungheria, si schiera a favore dell’URSS definendo inevitabile e necessario per garantire gli equilibri mondiali il suo intervento di repressione della rivolta.
Durante la guerra del Golfo, nel 1991, si reca in Israele per riferire le posizioni del PCI. E per sottolineare l’importanza di una maggiore vicinanza alla comunità ebraica.
E’ eletto nel 1992 presidente della Camera dei deputati, durante la “legislatura di Tangentopoli”.
Nel 1996 è nominato Ministro degli interni da Romano Prodi. E a quell’anno risale la legge Turco-Napolitano, la legge siglata con Livia Turco che cercava di regolamentare l’immigrazione clandestina.
Il primo mandato di Giorgio Napolitano
Nel 2006 è eletto Presidente della Repubblica Italiana, con i voti del centro sinistra e durante il suo primo mandato deve affrontare non pochi momenti difficili.
Come il conflitto con Silvio Berlusconi, arrivato al culmine nel 2009 con il caso di Eluana Englaro, una ragazza italiana costretta a vivere in stato di coma vegetativo a seguito di un incidente. Deve affrontare anche la crisi finanziaria del 2011, quando l’allora premier Berlusconi rassegna le sue dimissioni ed il presidente Napolitano nomina un governo tecnico guidato da Mario Monti. Dalle testate internazionali è soprannominato “Re Giorgio”, King George, per aver saputo garantire la stabilità del paese.
Nel 2013 accetta l’incarico di un secondo mandato, su richiesta di Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani: è la prima volta per un capo di Stato. Nomina cinque senatori a vita, cinque giudici della Corte Costituzionale ed ha conferito l’incarico a cinque Presidenti del Consiglio. Si dimette nel 2015 per complicazioni legate allo stato di salute e a lui succede il presidente Mattarella.
Per sua volontà, il funerale si celebrerà in forma laica martedi 26 settembre. Mentre la camera ardente è allestita nell’aula del Senato, dove si reca anche Papa Francesco. E’ la prima volta nella storia che un Pontefice si reca a Montecitorio.
Giulia Bella