Il sedici marzo è il giorno in cui Emmanuel Macron, presidente francese, approva la riforma delle pensioni che prevede l’ innalzamento dell’età pensionabile dal 2030 dai 62 ai 64 anni, senza approvazione parlamentare.
Questa impopolare misura presa dal governo francese ha fatto sì che la gente scendesse in piazza per protestare, e non solo nella capitale.
Sicuramente, vista da noi italiani questa misura appare davvero irrisoria, dal momento che per noi italiani l’età pensionabile è molto più alta di quella francese.
Ma andiamo con ordine: perché questa riforma adottata dal presidente francese sta sollevando così tanta rabbia tra i cittadini ?
Che i francesi siano conosciuti per la loro grande mobilità sociale è cosa nota. Ma questa protesta contro la riforma pensionistica è una vera e propria presa di posizione per reclamare i propri diritti di cittadini.
Un movimento contro la riforma delle pensioni
Il popolo si sta interrogando su cosa sia effettivamente l’essenza dello Stato. Su quali siano i limiti entro i quali questo possa legiferare e fin dove debba spingersi. Su come debba lo Stato intervenire nei confronti della propria spesa e su come debba coinvolgere il suo stesso popolo.
Sono questi gli interrogativi che stanno spingendo i francesi in queste settimane a protestare organizzandosi in un movimento che, rispetto a quello dei gilet gialli, è adesso molto più compatto e strutturato. Perché la paura è quella che si possa arrivare a delle derive autoritarie.
La riforma delle pensioni per conquistare l’appoggio della destra
Emmanuel Macron, classe 1977, è il primo presidente della quinta Repubblica (in Francia gli anni della Repubblica si contano a partire dal governo De Gaulle) ad essere stato rieletto.
Ed il primo ad aver compreso che il sistema partitico francese stava sempre più diventando fragile. Smantella dunque il partito socialista, già fragile dopo l’esperienza governativa di Francois Hollande e fa lo stesso anche con il partito di destra. E seleziona dei temi politici cari alla destra, come la riforma delle pensioni, per conquistarne l’ appoggio.
Ciò che appare più rilevante, però, è il fatto che non abbia un partito cui fare riferimento.
E’ solo al centro del fragile sistema semipresidenzialistico francese, trovandosi con l’opposizione contro e, dunque, in un difficile e precario equilibrio politico, nel quale non ha più l’appoggio del sindacato francese, con cui non ha una vera e propria mediazione. È solo.
E quel conta è che la protesta dei cittadini francesi è, dunque, una lotta di democrazia per far sì che i diritti dei cittadini non siano alienati. E che ci si interroghi, giustamente, su cosa sia lo Stato.
In Francia vi è in corso una crisi istituzionale che sta mettendo al centro il significato intrinseco dell’essere cittadino di una Repubblica. Ed il popolo lo sta reclamando a gran voce.
En faisant grandir la voix du peuple: alzando la voce del popolo.
Giulia Bella