Riportiamo le riflessioni di uno studente acese riguardo l’ambiguo rapporto tra giovani e politica. Che sia per disinteresse personale o per esclusione da parte delle amministrazioni, la loro opinione è spesso ignorata. Ma cosa significa fare politica? E in che modo dare voce alle proprie idee per lavorare insieme per il bene comune?
Il comprensorio delle Aci abbraccia i comuni di Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Aci Sant’Antonio, San Gregorio e Valverde. Proprio questa porzione di territorio negli anni a cavallo tra il 1970 e il 1980 ha avuto un grande sviluppo urbanistico che ha portato a far aumentare notevolmente la popolazione. Lo stesso però non si può dire per i servizi in tali aree che spesso sono scadenti. Nonostante queste siano delle aree ricche di bellezze artistiche e naturalistiche la gestione dei beni non è delle migliori. Questo si verifica perché al livello comunale non si riesce a gestire adeguatamente la cosa pubblica. Sia per la mancata attenzione al territorio, sia per difficoltà burocratiche. Noi ragazzi osserviamo tutto questo ma siamo molto spesso critici nei confronti dell’amministrazione e al tempo stesso disinteressati.
Politica / L’appello dei giovani dell’acese
A dire il vero ho provato a condurre un’inchiesta in modo simile a quanto fatto per la riflessione sull’alternanza. Le risposte sono però state quasi nulle, del tipo “scusa non ho capito la domanda” o ancora “non mi intendo di politica”. Le domande erano chiare. Cosa ti piace della politica e cosa no? Cosa vorresti vedere in un politico di Acireale? Come vorresti la tua città?
Politica / Acese: la parola ai giovani
Difficilmente noi ragazzi ci avviciniamo alla politica, siamo disinformati e distaccati. Spesso notiamo le tante cose che non funzionano senza avere la capacità di inserirci in un contesto politico cittadino, e di vivere in modo attivo la città impegnandoci a cambiare la realtà. In verità, non per forza bisogna fare comizi per far politica, si può iniziare con piccole attenzioni e con semplici attività che vertono al bene comune. Infatti ci vuole poco a fare politica: basterebbe iniziare da sé stessi e dalle proprie famiglie, aderendo a stili di comportamento che riteniamo giusti e sostenibili. Ad esempio a partire da un giusto modo di riciclare, al rispetto delle regole nei luoghi pubblici e per i luoghi comuni sia di interesse storico che naturalistico.
Ci sono diverse associazioni attive nel nostro comune che si impegnano a migliorare e creare proposte che migliorino le condizioni di Acireale. Spesso il problema non è la buona volontà dei cittadini ma la maglia burocratica comunale, in cui molte delle proposte delle associazioni rimangono intrappolate.
Politica / Cosa vogliono i giovani?
Certo è che la maggior parte delle risposte al mio sondaggio siano state per lo più sull’ultima domanda. È chiaro a tutti cosa si desideri per la propria città: che sia più sostenibile, più pulita, e in più di un caso si è fatto riferimento ad un comune dell’hinterland etneo sicuramente virtuoso, Aci Bonaccorsi. Questa cittadina gode di una bella pista ciclabile e di un buon sistema di gestione dei rifiuti. Di ordine e rispetto degli spazi da far invidia, di un piccolo ma curatissimo parco giochi per i bambini e di politiche comunali volte a favorire una più semplice e snella burocrazia.
Acireale / La poca cura del bene comune
Acireale pecca in tante cose: in primis, da qualunque lato si entri è piena di erbacce e di degrado. Il benvenuto è dato da sud est dalla Villa Belvedere, simbolo della nostra città, in tutti i sensi. Distrutta da un restauro, non si riesce a ripristinarla né a gestirla. I giochi sono spesso rotti e i viottoli in degrado. Inoltre ad Acireale è stata realizzata una striscia di pista ciclabile che purtroppo pare servire solo a fare inciampare i pedoni. Quando si cammina per il corso Umberto poi, sono tante le vetrine chiuse che si vedono, per lo più a causa degli alti costi affittuari.
Parliamo ancora di tutti i percorsi naturalistici di grande pregio che abbiamo ma che non sono adeguatamente curati. Intrappolati in cavilli burocratici come Acigreenway o i tanti percorsi che scendono da Acireale alle frazioni marinare di Santa Maria la Scala e Santa Tecla. Antichi percorsi pedonali intrisi di storia e segni del passato, che spesso sono le associazioni a curare e di cui il comune si occupa solo di recuperare lo scerbamento.
Politica / L’appello dei giovani acesi
Sorge spontanea una domanda: “i giovani dove sono?” A volte la scuola li impegna così tanto da non dare loro il fiato per mettere il naso fuori di casa, con i mille impegni cui sono obbligati. Ma forse crescere e soprattutto educare non vuol dire anche questo? Non vuol dire creare una coscienza critica non solo su temi e eventi anche del passato, ma anche attuali e più vicini a noi? Su questo si potrebbe lavorare tanto ma, come sempre, troppo spesso le proposte nascono nei grandi palazzi senza dare ascolto a chi le cose le vive tutti i giorni.
Matteo Arcidiacono