Le recenti elezioni comunali hanno mostrato come non mai il volto oscuro della Democrazia formale e il mercemonio della cosiddetta “ sovranità popolare” mai così oltraggiata.
La considerazione che la sovranità popolare sia un concetto formale di governo della Cosa Pubblica privo di quei contenuti della democrazia sostanziale (art.1 e 3 Cost.) ha permesso che una enorme pletora (pletos) di liste svincolate da qualsiasi ideale politico utile a bloccare strumentalmente di fatto la libera effettiva determinazione della diffusione del consenso impedendo il voto liberamente disgiunto per l’elezione del Sindaco. E perdipiù con una diffusissima intimidazione personale specie nelle frazioni e nei quartieri piu popolari. Plateale violazione della legge e della Costituzione .
La dimensione formale della democrazia quale potere legittimato è una condicio sine qua non. Ma essa non ne è né la sola condizione necessaria, né una condizione sufficiente. E’ necessario che tale dimensione sia integrata da limiti e vincoli sostanziali fondamentali costituzionalmente sottoscritti. che la pongano al riparo dagli esiti , illiberali, antisociali e perfino antidemocratici. (Come è avvenuto per il Fascismo il Nazismo e il Peronismo che hanno utilizzato il “libero” voto).
Stato di diritto
Sostenendo che i pubblici poteri siano esercitati dal popolo come che sia, e configurando quindi la democrazia come potere popolare assoluto, viene annullato il paradigma dello Stato di Diritto, che non ammette l’esistenza di poteri non soggetti alla legge, e tanto più dello stato costituzionale di diritto, entro il quale non è affatto vero che il potere del popolo sia illimitato.
La novità introdotta dal Costituzionalismo nella struttura delle democrazie è che anche il supremo potere legislativo è giuridicamente disciplinato e limitato. Con riguardo non solo alle forme, predisposte a garanzia del potere della maggioranza, ma anche alla sostanza del suo esercizio.
Innanzitutto il diritto di libertà. La volontà degli elettori si può esprimere infatti autenticamente solo se priva dei condizionamenti ambientali a vario modo presenti.
I diritti di libertà, d’altro canto, intanto sono effettivi in quanto c’è partecipazione alla vita pubblica e garanzia dei minimi vitali di formazione di volontà consapevoli per mezzo dell’istruzione e dell’informazione.
Il principio di maggioranza
Si è purtroppo ripiegato in una fondazione quantitativa della democrazia politica quale massimizzazione della libertà assicurata dal principio di maggioranza. (Che già Aristotele nella “ Politica” dimostrò non avere nulla a che fare con la democrazia). E Toqueville dimostrò come le società moderne e democratiche sono caratterizzate da un certo dispotismo non tirannico. Lui lo chiamò il problema della “ tirannia della maggioranza” per la quale i molti tendono a dominare l’opinione pubblica, polarizzando la società verso un pensiero unico l’uniformità ha così tanto permeato la mente al punto da auto- censurare le opinioni impopolari.
E’ nefasta illusione che valori sostanziali di giustizia e libertà siano assicurati dalla sola volontà della maggioranza e dal consenso prestato ai poteri politici. Indispensabile è la necessità di limiti e vincoli sostanziali a garanzia della stessa democrazia,
Nessuno può rappresentare una “ sovranità popolare” come mero paradigma formale. Perché essa per sussistere ha assoluto bisogno della democrazia politica, di quella Democrazia politica sostanziale che, sola, può determinare quelle condizioni di effettiva libertà e partecipazione alla vita pubblica mediante la formazione di volontà consapevoli con l’istruzione e l’informazione e della quale manifestazione è il Costituzionalismo che affianca come “ sufficiente” il “necessario” del voto sovrano libero e universale e alla consapevolezza che oggi una Democrazia è costituzionale . O non lo è.
Rosario Patanè