Società / Quell’urgente appello dei cattolici italiani per una democrazia partecipativa e sostanziale

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Non può passare inosservato né essere dimenticato l’appello delle associazioni cattoliche italiane, intitolato “Abbiamo a cuore la democrazia”, a difesa appunto della democrazia e dei suoi principi. La lettera, giunta a conclusione della 50° Settimana sociale dei cattolici italiani a Trieste, era ed è indirizzata al Paese. Mette in evidenza l’impegno a difesa della democrazia e sottolinea l’obiettivo di renderla sempre più partecipativa e sostanziale. Un dovere che si rivolge in particolare al servizio degli ultimi e dei più deboli.

Appello / Associazioni cattoliche italiane per affrontare le nuove sfide della democrazia

Azione Cattolica Italiana, ACLI, Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani, Comunità di Sant’Egidio, Fraternità di Comunione e Liberazione, Movimento Cristiano Lavoratori, Movimento Politico per l’Unità Focolari, Rinnovamento nello Spirito e Segretaria della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali hanno rinnovato questo loro onere, riconoscendo la pluralità della realtà che rappresentano. Una realtà accomunata dall’appartenenza ecclesiale, una ricchezza che guida nella ricerca quotidiana di ascolto attento, confronto leale, dialogo paziente e collaborazione costruttiva.

La riflessione era scaturita da giorni di riflessione che hanno riportato alla luce le sfide attuali che la democrazia è chiamata a fronteggiare. Una riflessione che non può prescindere dalla preoccupazione per le guerre in atto. Viviamo in un tempo attraversato da violenza e disuguaglianza, in cui la democrazia risulta sempre più fragile e bisognosa di cure. Mantenerla viva è un impegno che, come ricordava Papa Francesco, la storia ci mette di fronte. Impegno che necessita una presa di posizione, una scelta a sostegno della pace, del lavoro e della giustizia sociale. «La pace è il fondamento della democrazia. La guerra corrode e corrompe la democrazia».

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Appello cattolici italiani: difendere la democrazia è difendere la pace

Impegnarsi per la democrazia significa dunque impegnarsi in favore della pace, affinché questo si traduca poi in azione concreta. Basti guardare alla nostra Costituzione, nata da uno spirito di condivisione, chiave di volta per superare le barriere ideologiche per costruire una “casa comune” e favorire lo sviluppo del paese. Sin da allora il movimento cattolico si è messo al servizio di quest’opera civile di grande valore. Lo ha fatto tenendo conto del fatto che democrazia significa in primo luogo attenzione verso chi ne ha più bisogno.

In un tempo come il nostro, dove l’astensionismo la fa da padrone, è necessario rinnovare gli sforzi anche e soprattutto nell’incoraggiare il riavvicinamento dei cittadini alla partecipazione democratica. La crisi della rappresentanza e della partecipazione richiede un impegno collettivo per rinnovare e aggiornare le istituzioni. È inoltre sempre più crescente l’esigenza di promuovere il dialogo tra le forze politiche, sociali e culturali sulle riforme costituzionali.

Appello / Cattolici italiani per una democrazia partecipativa e sostanziale

Ogni violazione dello spirito di condivisione indebolisce la nostra democrazia. È fondamentale riscoprire la tensione costituente, che favorisca il confronto reciproco e superi le polarizzazioni. Puntando a realizzare una “democrazia sostanziale” che garantisca diritti sociali per i più vulnerabili rispettandone la dignità. Essi rappresentano, come ribadito da Papa Francesco, «il cuore ferito della democrazia. Perché la democrazia non è una scatola vuota, ma è legata ai valori della persona, della fraternità e dell’ecologia integrale».

Le associazioni cattoliche rinnovano così il loro impegno, a partire dall’educazione, a promuovere una democrazia partecipata e radicata, sostenuta da un equilibrio istituzionale e dalla valorizzazione delle autonomie locali in una prospettiva di sussidiarietà e solidarietà. Esse chiedono infatti, come sottolineato dal presidente della Repubblica e dagli altri leader proprio durante la Settimana sociale di Trieste, di coltivare questo sogno di condivisione. Sogno che unisce molteplici persone e generazioni, tutte unite nel desiderio di garantire il bene e il futuro dell’Italia.

Mariachiara Caccamo

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