Si è formato il nuovo Governo, un governo di responsabilità nazionale, nel quale s’intrecciano personalità della politica e personalità delle competenze. Affinchè insieme lavorino per sollevare il Paese dalle difficoltà del momento e aiutino i cittadini a rimettersi in salute. A vivere con dignità lavorando, e a sperare, costruendo una società sana, leale, preparata, unita nel comune obiettivo da raggiungere. Cioè quel benessere sociale, culturale, sostenibile e umanamente solidale, aperto al futuro e ai giovani.
Un nuovo Governo di responsabilità
Le accese polemiche, non prive di insulti e veti incrociati, di questi ultimi mesi, hanno molto lacerato il tessuto sociale italiano, ridotto la fiducia e negato la speranza di una ripresa possibile.
Ma, personalità di alto profilo professionale, hanno accettato di mettere a disposizione della nostra Italia le loro competenze per il bene del bel paese. Ciò grazie al Presidente Mattarella e alla disponibilità di alcuni uomini maturi e responsabili, a partire dall’esperienza umana e professionale del professore Mario Draghi.
Richiesto impegno di valore ideale
Lavoreranno insieme con i politici, ciascuno con le proprie competenze e valori che hanno maturato lavorando, studiando, ascoltando ed osservando. Insieme dovranno trovare soluzioni valide per ogni problema e per ogni persona che vive nella nostra terra. Un bell’impegno, di alto valore ideale, che richiede un profondo e sconfinato senso di responsabilità per il destino degli Italiani.
Compito bello e rischioso! Attenzione, non si può fallire!
Con un Governo di responsabilità si apre il cuore alla speranza
Una luce si è accesa nelle case degli italiani, dopo le nubi dense di malessere che hanno dominato da lungo tempo, sempre più dense in questi ultimi mesi.
Oggi gli italiani aprono il cuore alla speranza. Speranza che gli uomini e le donne che hanno accolto l’appello a rimettere in piedi l’Italia, con amore e responsabilità, esprimano il meglio di sé stessi. Per restaurare questo corpo sociale e rimettere insieme una nuova esperienza di umana solidarietà a beneficio dell’intera nazione.
Dare il meglio di sè
Lo stare insieme uniti dallo stesso obiettivo saprà indurre ciascuno dei componenti il nuovo Governo e ogni singolo Ministero a raggiungere con tutte le proprie energie, capacità e volontà il miglior risultato possibile? Che sia frutto di un unico, profondo, comune, leale amor patrio?
C’è da augurarsi che ciascuno riesca a dare il meglio che sa e può, senza invidia e senza vanagloria. Per qualcuno, magari, ci vorrà un tempo di rodaggio per imparare a gareggiare alla pari. Con composta pacatezza, toni gentili e parole di apprezzamento senza disprezzare chi non la pensa allo stesso modo.
Collaborare per costruire il Bene comune
Basterebbe riconoscere già come un privilegio collaborare per costruire il Bene Comune e saper gioire per il poco o molto che l’altro contribuisce ad offrire. Il compiacersi di sé e il disprezzo degli altri non costruisce il bene di nessuno, tantomeno il bene comune.
La competenza, la gratuità, l’accoglienza, come la riconoscenza o la gratitudine sono beni che non hanno un prezzo, valgono quando esistono. Sono valori rari, che si coltivano nell’intimo. Perciò non sono quantificabili e tantomeno sono da deridere e disprezzare. A ciascuno può e deve essere riconosciuto il poco o molto che s’impegna a fare con onestà, umiltà e amore profondo, a beneficio di tutti.
Le doti di Mario Draghi
Mario Draghi è bravo quanto umile, intelligente quanto competente, con il suo stile essenziale e le sue capacità di dialogo e di mediazione. Ci auguriamo che questa nuova esperienza con il neo Presidente sia stimolo ed esempio per una maturità collegiale, indispensabile per lavorare insieme.
Ci auguriamo anche che in tutti noi cittadini cresca la volontà di costruire, imparando il linguaggio del NOI, che non esclude l’io e non disprezza il tu.
Augurando un buon lavoro a tutti i membri del nuovo governo, vogliamo esprimere la nostra gratitudine e la nostra fiducia per la loro disponibilità. Oggi, l’Italia ricomincia a sperare.
Teresa Scaravilli