Quando si parla di ponte sullo stretto si tende spesso a trascurare gli aspetti geologici che dovrebbero invece essere considerati per la realizzazione di un’opera di questo calibro. Le questioni che vengono solitamente fuori sono sicuramente quelle legate all’aspetto economico e alle sfide ingegneristiche che comporterebbe. Ma ci sono sicuramente molti altri fattori di cui tenere conto. Al di là delle polemiche in merito, per progettare e realizzare una struttura di questo tipo, unica nel suo genere, è fondamentale non fermarsi alle questioni superficiali. È importante invece andare a fondo e fare uno studio più preciso e attento.
Ponte sullo stretto / Aspetti geologici: lo stretto zona sismica
Sicuramente è noto ai più che l’area su cui dovrebbe ergersi il ponte è altamente sismica. Si tratta di una zona molto complessa geologicamente, perché formata da placche e microplacche che si muovono in direzioni diverse. Da un lato ci si trova nella zona di estensione a cavallo tra due macro-placche. Quella africana (di cui fa parte la Sicilia) spinge in direzione nord – nordest, verso l’Eurasia. Quella del Mar Tirreno che invece preme in direzione est – nordest, verso la Calabria. Sotto il fondale marino dello Stretto di Messina ci sono, inoltre, delle faglie estensionali. Ovvero settori litosferici in allontanamento e sollevamento, che attivandosi causano movimenti sismici. Questi fenomeni sono chiaramente correlati tra loro.
Ponte sullo stretto / Movimenti tettonici e sismi
Per quanto riguarda l’allontanamento delle placche principali (quella africana e quella del mar Tirreno) sono due i movimenti che si attivano. Uno estensionale che conta all’incirca tra i 0,5 e 0,8 mm all’anno e uno laterale che si aggira intorno ai 0,4 e ai 1,1 mm all’anno (fonte: Geopop). Secondo questi valori di referenza possiamo prevedere un movimento di circa 1 m nel corso di 1000 anni. Chiaramente non si tratta di calcoli precisi ma di numeri approssimativi che però aiutano a farsi un’idea di come questo aspetto potrebbe risultare gestibile. Per quanto riguarda invece la situazione sismica della zona, non è difficile dimenticare per gli abitanti di Sicilia e Calabria il violento terremoto del 1908 (7.1 della scala Richter) che rase al suolo Messina e Reggio Calabria.
In pochi secondi, si registrò un allontanamento di circa 70 cm e un abbassamento di 55 cm per la costa calabrese e di 75 per quella siciliana. Questo rende plausibile pensare che in futuro un episodio di questo tipo possa ripresentarsi. Purtroppo, però nell’ambito della geologia non è possibile prevedere questi eventi. Ci si chiede quindi se il ponte sullo stretto potrebbe essere in grado di resistere a un terremoto di queste dimensioni. Sappiamo che in altre parti del mondo molto più sismiche dello stretto, come la California o il Giappone, opere di questo tipo reggono tranquillamente. Anche se non dobbiamo dimenticare che nessuna di queste strutture raggiunge le dimensioni previste nel progetto del ponte sullo stretto, che ricordiamo sarebbe il ponte sospeso più lungo al mondo.
Ponte sullo stretto / Gli aspetti geologici da non trascurare
In ogni caso si tratta di una sfida ingegneristica enorme e i fattori da tenere in conto sono davvero tanti e avere la certezza assoluta sulla sicurezza di costruire un’opera di queste dimensioni non esiste. Non è certo facile, ma neanche impossibile. Tendenzialmente si tratta di fattori gestibili se si lavora come si deve sul progetto, sulla sua realizzazione e sulla giusta manutenzione nel tempo. A tal proposito, a seguito dell’approvazione del Decreto di Legge del 24 maggio relativo alla realizzazione del ponte sullo stretto, si è tenuto un convegno tecnico per discutere della realizzabilità del progetto.
Il 25 e 26 maggio, infatti, il Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), la Fondazione Centro Studi del CNG, l’Ordine dei Geologi della Calabria e L’ordine dei Geologi della Sicilia si sono riuniti per discutere di questi aspetti. In primo luogo, il contesto geologico-strutturale e sismo-tettonico. Poi gli aspetti normativi e tecnici nell’ambito della progettazione e delle opere infrastrutturali. Dall’incontro è emersa la necessità di aggiornare il progetto che, ricordiamo, risale al 2011. Soprattutto perché ci troviamo in una delle zone più sismiche del Mediterraneo, ma anche alla luce delle nuove conoscenze sulla stabilità dei versanti in questione.
Ponte sullo stretto / Gli aspetti geologici: un passo nella giusta direzione
Inoltre, c’è da tenere conto della variabile geologica e geotecnica dei terreni di fondazione delle torri e delle zone di installazione dei tiranti. Tuttavia, gli ingegneri presenti al convegno hanno sottolineato come questo tipo di strutture siano molto flessibili. Molto più resistenti ai terremoti rispetto ai ponti ordinari e possibili cedimenti verrebbero facilmente assorbiti. Al contempo è però emersa la necessità di uno studio più approfondito sul progetto e sulla risposta sismica della struttura per una previsione di risposta più accurata.
La speranza di un corretto indirizzo progettuale è stata però alimentata dalle risposte in merito del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. Nei propri interventi, hanno sottolineato come sia necessario fare attenzione agli aggiornamenti sui modelli geologici e sismo-tettonici. Inoltre, hanno ricordato l’importanza di affidarsi agli esperti e dunque al confronto scientifico.
Caccamo Mariachiara