Sembra che si sia finalmente giunti a una svolta con il progetto riguardante il ponte sullo Stretto che collegherebbe Messina alla Calabria. Un progetto di cui si parla da oltre 50 anni, che ad oggi non ha ancora portato nulla di concreto e che nel tempo ha sollevato non poche polemiche. Ma negli ultimi mesi le acque si sono mosse e pare che si sia finalmente raggiunto un accordo che porterà all’avvio dei lavori entro l’estate 2024 – come dichiarato dal Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Matteo Salvini. È nel lontano 1968 che iniziarono i primi studi ingegneristici sulla realizzabilità di un’opera che non solo rivoluzionerebbe i trasporti e la viabilità, ma che avrebbe anche un forte impatto sull’economia del paese. I primi progetti furono avviati nel 1985 successivamente alla creazione della Società dello Stretto di Messina.
Ne è passato di tempo da quelle prime proposte che per molti anni sono rimaste per lo più teoriche. Una svolta significativa fu raggiunta il 29 luglio 2011, quando il Consiglio di Amministrazione della Società dello Stretto di Messina approvò finalmente il progetto tecnico definivo. Progetto poi rilanciato nel 2022 dando il via all’iter che ha successivamente portato all’approvazione del Decreto di Legge del 31 marzo 2023 firmato dal Ministero Infrastrutture e Trasporti (MIT) e approvato dal Presidente della Repubblica e dal Parlamento. Una data storica che ha aperto la strada alla realizzazione di un’infrastruttura da record, strategica per le reti transeuropee di trasporto, l’economia e la sostenibilità.
Ponte sullo stretto / Il progetto ufficiale che collegherà Messina alla Calabria
L’accordo prevede la collaborazione di tre enti: il MIT, il MEF (Ministero Economia e Finanza) e la Società Stretto di Messina. L’obiettivo principale è chiaramente la costruzione del ponte che sarà lungo 3.300 m e che collegherà Ganzirri (ME) e Punta Pezzo (RC). La relativa legge di bilancio prevede una spesa che si aggira intorno ai 13,5 miliardi di euro. Inoltre, lo scorso 19 settembre, con l’assenso della regione Siciliana e della regione Calabria, è stato istituito il comitato tecnico scientifico che si occuperà di supporto e consulenza per l’avvio dei lavori, previsto entro l’estate del 2024.
L’infrastruttura sarà composta da quattro parti fondamentali. In primo luogo, le torri e fondazioni (si chiamano così in ingegneria e architettura le fondamenta di una struttura) ancorate sulla terra ferma, piuttosto che sul mare per una stabilità maggiore. Le torri, composte da due gambe ciascuno, alte 399 metri ciascuna e connesse tra loro da 3 traversi (travi a forma di clessidra). Le fondazioni in calcestruzzo, ancorate alle estremità di Sicilia e Calabria, nel tratto più stretto dello Stretto (Ganzirri e Punta Pezzo appunto).
Ponte sullo Stretto / Il sistema di sospensione e l’impalcato
Altra parte fondamentale della struttura è sicuramente il sistema di sospensione costituito da cavi e pendini. Ogni cavo avrà un diametro di circa 1,26 m e sarà composto da 149 funi, ognuna delle quali a sua volta sarà costituita da 127 fili d’acciaio dal diametro di 5,40 mm. Oltre a un sistema di deumidificazione, per evitare che il sistema si deteriori, ogni cavo sarà avvolto all’interno di un ulteriore strato metallico più una guaina isolante. I cavi poi saranno collegati all’impalcato tramite pendini ogni 30 metri.
Questo sarà lungo oltre 3km costituendo un primato assoluto in ambito ingegneristico. L’impalcato comprenderà due carreggiate di due corsie ciascuna, più una corsia d’emergenza e due binari centrali per il passaggio della linea ferroviaria. L’intera struttura è stata pensata tenendo chiaramente in conto di sistemi antisismici, data la natura geologica del territorio. Il ponte è infatti progettato per resistere a terremoti fino a 7.1 della scala Richter. Inoltre, l’impalcato aerodinamico è dotato di un sistema antivento che resiste a venti che raggiungono fino ai 270 km/h. Infine, i cavi di sospensione saranno fissati alla parte fondamentale che consentirà alla struttura di reggersi in piedi: i blocchi di ancoraggio.
Ponte sullo stretto / Un progetto ambizioso tra Messina e Reggio Calabria
Secondo il cronoprogramma presentato all’interno del progetto, i tempi di realizzazione si aggirano intorno ai 6 anni, comprese le strutture secondarie. Nel progetto, infatti, non è inserita solo la realizzazione del ponte, ma altre opere orientate al miglioramento e valorizzazione del territorio. Tra le tante saranno previsti 3 nuovi svincoli autostradali, un passante ferroviario e 3 nuove stazioni metro a Messina. Ancora il nuovo Waterfront in Calabria e la sistemazione delle fiumare e delle coste. Per non parlare della riqualificazione di laghi ed ex cave dismesse. Tutto questo entro la fine del 2030, secondo le stime presentate.
Ponte sullo stretto / I vantaggi di un’infrastruttura così unica
Ma quali sono i vantaggi che un’opera come questa, unica nel suo genere, può apportare per il territorio italiano? Innanzitutto, un collegamento via terra tra Sicilia e Calabria comporterebbe una diminuzione significativa del traffico marittimo. Dunque, un vantaggio a favore dell’ambiente con una conseguente riduzione delle emissioni di CO2 – circa 100 mila tonnellate in meno secondo il già citato ministro Salvini. Naturalmente anche i tempi di percorrenza si accorcerebbero a favore di studenti, lavoratori e pendolari in generale riducendo anche i costi di trasporto.
Infine, sarebbe sicuramente un’importante opportunità per l’incremento del turismo Sicilia-Calabria, apportando benefici anche all’Economia del Sud Italia. Insomma, un’opera sostenibile, moderna, sicura che passerebbe alla storia come il “ponte sospeso più lungo al mondo” con i suoi 3.300 m. Ma dopo anni di promesse, speranze e polemiche sarà giunto finalmente il momento di vederla realizzata? Non ci resta che attendere e seguire da vicino le vicende che, in un modo o nell’altro, faranno la storia del nostro Paese.
Mariachiara Caccamo