Mentre sul territorio della Diocesi di Acireale sono decine i cantieri aperti per riparare le chiese danneggiate, alcune in modo grave, dal sisma di Santo Stefano 2018, la senatrice Tizia Drago ha pensato di fare il punto della ricostruzione con un evento svoltosi sulla sua pagina Facebook. All’incontro a più voci hanno partecipato come relatori i capi della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, e regionale, Salvatore Cocina, il commissario per la ricostruzione, Salvatore Scalia e il sindaco di Acireale, Stefano Alì. Ha avuto quasi quattromila visualizzazioni, a riprova dell’interesse che suscita l’argomento trattato.
Nell’introdurre l’incontro, la senatrice Drago, esponente di “Fratelli d’Italia”, eletta nel collegio di Acireale, ha sottolineato un concetto importante. “Che si tratti di un grande terremoto o di un evento sismico meno grave, non c’è differenza tra un cittadino che ha perso una casa, frutto di sacrifici di una vita, e un altro: un terremotato è sempre un terremotato. L’auspicio è quello di adottare una normativa nazionale, che elimini storture procedurali che generano interventi di ricostruzione a doppia velocità”. Così si legge, tra l’altro, nel comunicato stampa diffuso.
Ritardi nella ricostruzione post sisma
In effetti, dinanzi a una situazione che vede, dopo oltre tre anni, centinaia di famiglie fuori casa, in attesa del finanziamento dei lavori di riparazione, o di ricostruzione totale della loro abitazione, e intere comunità soffrire per non potere usufruire dei luoghi di culto e di locali di ritrovo culturale e ricreativo, è certamente utile fare il punto sui tempi e sulle modalità di intervento nei nove Comuni etnei colpiti dal sisma. Cioè Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Milo, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea.
“C’è la necessità e la responsabilità – ha affermato la Drago – di restituire a centinaia di famiglie una ‘normalità’ dimenticata, nel più breve tempo possibile”.
“Tre anni – ha evidenziato il sindaco di Acireale, Stefano Alì – per chi li vive dall’interno sono un tempo lunghissimo. Ma le risposte da parte dei comuni non sono mancate”. Il primo cittadino acese ha testimoniato l’impegno delle amministrazioni e le tante difficoltà, in ordine alla mancanza di personale e spesso di risorse.
Eliminare le difformità normative tra le regioni
L’incontro a distanza si è incentrato sulla necessità di una maggiore omogeneità sia dal punto di vista normativo che da quello delle procedure tecnico-amministrative e sulla loro funzionalità. “Gli ultimi sismi che hanno ferito l’Italia – ha sostenuto il capo del Dipartimento nazionale di Protezione Civile Fabrizio Curcio intervenuto in diretta – hanno mostrato le difficoltà nell’allineare le norme, nell’individuare i limiti e i tipi di ricostruzione. I tavoli di concertazione che si sono avvicendati hanno avuto il merito di mostrare alla politica le difformità normative tra le regioni. E anche la necessità di introdurre un nuovo modello, basato su un principio di equità e di miglioramento sismico. Abbiamo una proposta che presenteremo a breve con il capo Dipartimento di Casa Italia, Elisa Grande”.
Non distanti sono state – come si afferma nella nota stampa – le osservazioni formulate dal capo del Dipartimento regionale della Protezione Civile, Salvatore Cocina.
Fabrizio Curcio ha sottolineato ancora: “E’ fondamentale la sinergia tra la sfera politica e quella tecnica. E mi sento di ringraziare la senatrice Drago, oltre che per l’invito, anche per l’impegno che ha dimostrato sul campo”.
Velocizzare le procedure per la ricostruzione
“Tra gli emendamenti all’ultima legge di bilancio presentati – ha informato la senatrice – ve n’è uno, che non è stato votato favorevolmente, nonostante il parere positivo del Mef e di Casa Italia. Mi impegnerò a depositarlo di nuovo alla prima occasione utile, sia alla Camera, attraverso i colleghi di FdI, che al Senato”.
Si tratta di un emendamento che completerebbe il quadro di quanto approvato alla Camera nell’ambito delle Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Esso prevede infatti l’assegnazione di poteri al commissario per velocizzare le procedure ed estendere la normativa adottata per la ricostruzione post sisma del Centro Italia.
Sono passati – si legge sempre nella nota stampa – più di tre anni dal terremoto di Santo Stefano durante i quali, se da un lato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha sottolineato quanto abbiano potuto incidere i quasi due anni di pandemia tra lockdown, semi-chiusure e quarantene, dall’altro il commissario straordinario per la ricostruzione, l’ex procuratore Salvatore Scalia, ha snocciolato dati che lasciano trapelare come la macchina si stia muovendo nella giusta direzione. “Resta fondamentale – ha affermato tra l’altro Scalia – anche l’aiuto dei privati e dei tecnici nella tempestiva e corretta trasmissione delle istanze”. “Quello che manca, a nostro avviso – ha commentato il geologo Carlo Cassaniti – è il collegamento tra la ricostruzione e la programmazione”.
Conciliare nella ricostruzione sicurezza e impatto ambientale
Anche Curcio ha rilevato passi avanti nell’approccio alla buona ricostruzione con lo spirito di costruire meglio sotto il profilo sia della sicurezza che dell’impatto ambientale. “Fondamentale è affrontare nella maniera corretta in emergenza alcuni aspetti che poi tornano utili nella fase di ricostruzione”. E a proposito il capo dipartimento ha ricordato l’accordo chiuso con i presidenti delle quattro Regioni del centro Italia colpite dal sisma del 2016. E quanto fatto dal commissario per la ricostruzione post sisma nel Centro Italia, Legnini, sul tema del contributo di autonoma sistemazione.
Si tratta del cosiddetto Cas, che il commissario Scalia ha definito “perverso”. Perché “ci sono soggetti che percepiscono da anni il contributo, senza aver mai presentato alcun progetto di ricostruzione”. Mentre per la senatrice Drago bisognerebbe che tutti i Comuni erogassero i contributi con costanza. “La misura varata sulla proroga dello stato di emergenza non è applicata nella sua pienezza – ha aggiunto -; molti istituti bancari omettono di applicare il blocco dei mutui”. E “se da un lato si è prolungato lo stato di emergenza – ha chiosato infine il procuratore Scalia – dall’altro il Governo non ha stanziato ancora un solo euro”.
Maria Pia Risa