“Molti di noi sono rimasti senza casa, senza posto di lavoro e senza chiesa. La struttura , è vero, ci protegge e ci raccoglie e noi ‘costruiamo’ perché il cielo, bellezza, verità e giustizia, ci stimola ad erigere la casa celeste. Gesù Cristo è per noi mattone, luce e strada e ci sollecita ad essere famiglia e comunità”. Si era espresso così, inoltrando il grido di dolore di diverse famiglie della frazione acese di Pennisi, il vescovo della Diocesi di Acireale, mons. Antonino Raspanti, alcune settimane dopo il terremoto di Santo Stefano del 2018. La frazione di Acireale (CT) ha infatti riportato ingenti danni alle abitazioni pubbliche e private: si tratta di un territorio dove il sisma ha cancellato la possibilità di utilizzo anche delle strutture ecclesiali, causando la disgregazione sociale e pastorale della comunità.
Ma quasi due anni dopo, lo stesso vescovo Antonino Raspanti, attraverso una nota della Diocesi di Acireale, annuncia che, grazie anche alla Caritas italiana che ha supportato il progetto “Ricostruiamo le Comunità”, è stato ottenuto il finanziamento dell’8xmille della Conferenza Episcopale Italiana pari a 250.000 euro per la ricostruzione dei locali della Parrocchia Santa Maria del Carmelo di Pennisi, per lo svolgimento delle attività ecclesiali e pastorali. Lunedì 12 ottobre, nella curia diocesana di Acireale, alla presenza del vicario generale mons. Giovanni Mammino, del direttore dell’Ufficio Beni Culturali ecclesiastici don Angelo Milone, del direttore della Caritas diocesana don Orazio Tornabene e del parroco don Fernandes Samson Socorro, sono stati direttamente assegnati i lavori alla ditta che eseguirà l’“Opera Segno”, espressione di prossimità e vicinanza alla popolazione colpita dal sisma.“Questi nuovi locali – afferma il vescovo A. Raspanti – serviranno alla comunità parrocchiale per ritornare a vivere la normalità e la quotidianità della liturgia, della catechesi e della carità. Sarà punto di riferimento comune – continua – in cui potersi ritrovare nuovamente e ristabilire così le occasioni d’incontro tra la gente”. I lavori avranno inizio alla fine del mese di ottobre e saranno ultimati entro l’anno 2021. Si tratta di un altro prezioso segno di ricostruzione in un momento di prova già particolarmente aspro per un territorio che, complice la pandemia di Covid19, attraversa uno straordinario stato di difficoltà. Il fondamentale supporto dell’8×1000, ancora una volta, si rivela dunque chiave di svolta per dare speranza a una comunità ferita, in un momento di frammentazione e sfiducia.
“Nel tratto appena percorso per Pennisi, cumuli di pietre invadono ancora le strade ed il cammino; case squarciate, volti addolorati ed impauriti di chi è stato messo a dura prova. È forte il desiderio di ricominciare e di riprendere il cammino colmi di Spirito Santo e non pieni di macerie” aveva affermato mons. Giovanni Mammino, vicario della Diocesi di Acireale, giusto prima del lockdown, di fronte alle autorità locali in occasione di una Messa celebrata in tenda in piazza per la comunità. “Siamo tutti in cammino, non perdiamo la fede: questo sarebbe il vero terremoto” aveva evidenziato. Benché molti siano ancora i ritardi e troppe inefficienze minino la fiducia di tanti cittadini, senza dubbio questa “opera segno” rende meno difficile sperare in una piena ripresa per tutta la comunità acese.
Mario Agostino