Pozzillo: nei vecchi stabilimenti dell’acqua l’amianto è ovunque

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A Pozzillo, con il suo incantevole porticciolo, nella cui piazza Santa Margherita, si affaccia, in gran parte ingabbiato, un prospetto dell’ex stabilimento delle omonime acque, in muratura, campeggia un proclama, a cura di operatori locali, affissato all’ingresso della matrice e nelle vie: denuncia lo stato di degrado di questa zona a causa della grigia, uniforme, impressionante presenza di amianto, ovvero eternit, che ricopre, da sotto la canonica in giù, per una superficie di circa diecimila metri quadrati, molteplici capannoni, con tutte le strutture in fibra di cemento – amianto. Fanno parte  dell’ex stabilimento, dal 2006 chiuso e abbandonato in tutto il suo insieme. Stridente contrasto con l’azzurro del mare.Le dichiarazioni degli abitanti, eloquenti. Marinella Cafarella, universitaria: “Si dice che l’amianto è sfaldato: le spore, cioè polverine sottili, si sprigionano da esso, portate dal vento ad enormi distanze, ma soprattutto mettono in pericolo anche di morte noi di Pozzillo;  depositandosi sugli orti e i giardini, provocano l’alterazione di prodotti della terra; su organi umani, il cancro.

Nei capannoni  razzolano topi grossissimi, ratti portatori di malattie”. Ignazio Leonardi, nativo e residente a Pozzillo, anni 57: “Negli anni Settanta si iniziò la produzione delle bibite, l’imbottigliamento di acqua minerale, la costruzione di capannoni coperti di amianto fin oltre il torrente “Pozzillo”, per un’area estesa; la proprietà,  metà della Regione, l’altra di Puglisi Cosentino.” L’ex operaio stagionale, Lucio Potti, osserva:”C’era molto lavoro, tre turni, notte e giorno”. Rimuovere amianto costa milioni di euro. Interessante l’incontro con il perito chimico delle “Acque di Pozzillo”, Salvatore Torrisi, nativo di Pozzillo Superiore, residente in Acireale, che chiarisce: “La nuda proprietà è della Regione; il resto dell’imprenditore Sidoti, ex deputato del MSI, che l’ha comprato dal Tribunale, nel 2008. Il 70% dell’ex insediamento industriale è coperto da impianti di amianto. Le spore potrebbero spargersi dappertutto, con gravi conseguenze. All’amministrazione comunale di Acireale, c’è interesse per il problema; il sindaco si è impegnato più volte nel ricercare una soluzione per la bonifica, come risulta dagli atti.

Secondo me, l’incapsulamento delle lastre, mediante vernici, non esclude ulteriore sfaldamento, per interventi di fenomeni atmosferici, come avviene finora. Urge la rimozione di tutta la copertura di amianto, impegno economico non indifferente, per il protocollo di trattamento. Nel 2009, ingenti somme spese per il ripristino alla luce del sole del torrente “Pozzillo”, ricoperto di amianto, nell’area specifica dei capannoni.”In Italia, non esistendo un centro di smaltimento, complesse risultano le operazioni: ditte “speciali” con attrezzature “speciali” per rimozione, imballo, spedizione del cosiddetto “rifiuto speciale”, all’estero, ovvero a Stoccarda.

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