Ha avuto una partecipazione maggiore del previsto la presentazione del programma del “Comitato Infanzia Marcovaldo” a Catania, sul quale abbiamo intervistato un membro dello stesso, il dott. Francesco Fazio.
– Dottor Fazio, come nasce il comitato cittadino Marcovaldo e che scopo si prefigge di raggiungere?
“Il comitato Marcovaldo nasce attorno ad un progetto che ha come poetica l’idea che degli spazi cittadini come bene comune e in particolare pone l’attenzione sulla città a misura di bambino. Per gli spazi comuni noi proponiamo una gestione co-partecipata. Chiediamo che la proprietà resti del Comune ma che la gestione degli spazi, finalizzata a fornire un servizio ai cittadini, specie ai bimbi, coinvolga i privati, che così potrebbero trarre dei profitti economici. ‘E una proposta culturale che coinvolge tutta l’economia della cultura per l’infanzia . Le faccio un esempio fra tutti, che mette in luce uno dei punti del nostro programma: alla Villa Bellini proponiamo la costruzione della cosidetta “casa giardino”. Sarebbe uno spazio dedicato a mostre, laboratori e spettacoli, in cui potrebbero essere ospitate associazioni del territorio e compagnie teatrali specializzate in sistemi culturali per l’infanzia; ma non solo, uno spazio utile a quelle scuole che vorranno promuovere le proprie attività culturali. La villa diventerebbe polo di proposta culturale. Chiaramente questi spettacoli avrebbero un costo, seppur ridotto, per ciascun bambino e il ricavato potrebbe essere diviso in modo tale che una parte serva al mantenimento della struttura, senza che gravi sul Comune, e l’altra parte sia il compenso per gli artisti. In sostanza noi critichiamo una politica in cui il pubblico gestisce i propri averi come un privato, con la logica fallimentare di chi pensa di trarre un profitto nell’immediato. Ci sono cifre che il Comune chiede ai privati, per l’affitto dei propri spazi espositivi, di quelli pubblicitari e di quelli culturali, che sono a dir poco proibitivi. Noi chiediamo di rivoluzionare questo metodo che non paga”.
– Tutto molto interessante, ma l’amministrazione cosa ha risposto?
“Il Comitato Marcovaldo è giovanissimo, è nato a luglio e si è allargato man mano, e continua ad allargarsi sempre più. Da luglio ad ora abbiamo lavorato tutti assieme alla realizzazione di un programma che è stato presentato lo scorso sabato 16 novembre a tutti i cittadini di Catania. Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale un tavolo tecnico. Non abbiamo ancora avuto risposta ma contiamo di averla al più presto”.
– E se così non fosse? Mancano i soldi, siamo in piena crisi economica… se l’amministrazione comunale liquidasse il progetto, cosa fareste?
“Andremmo avanti con determinazione. Ci allargheremmo sempre di più. In qualunque caso faremo conoscere il nostro progetto a tutti i cattadini: andremo nei quartieri, nelle scuole, parleremo con i genitori, con gli insegnanti, coinvolgeremo i privati che potrebbero trarre un vantaggio economico non indifferente in un periodo di crisi. Non ci fermeremo”.
– Torniamo allo scorso sabato, mi parli di come si è svolta la giornata?
“Innanzi tutto abbiamo fatto vedere ai cittadini una mostra di foto su virtuose città italiane, con spazi appositi a misura di bambino: Milano, Genova, Reggio Emilia. Abbiamo quindi messo a paragone con queste foto quelle degli spazi pubblici a Catania. Abbiamo interrogato i genitori, con un quiz, e i bambini, su come vorrebbero che fosse la città in cui vivono. E soprattutto abbiamo fatto fare ai bimbi un gioco con cui poter esprimere queste loro esigenze, questi desideri, questi sogni. Li abbiamo lasciati liberi di colorare un enorme cartellone utilizzando degli stencil messi a loro disposizione. Le posso dire che sono venute fuori immagini bellissime”.
Annamaria Distefano