Non so quanti potranno permettersi di festeggiare il lavoro.
Tanti l’hanno perso, tanti altri non l’hanno mai avuto. Le cause sono le più diverse: la natura e la forma dei rapporti economici stanno cambiando, le risorse disponibili sono poche, tradizionalmente non siamo abituati o pronti né al rischio, né alla riconversione. Spesso abbiamo la sensazione di non essere abbastanza capiti dalle istituzioni, ché se è vero che “senza soldi non si canta messa”, è anche vero che oggi pubblico e privato possono e devono operare in sinergia.
Mi piace pensare che nonostante questo clima difficile siano ancora molti i giovani che non hanno paura di affrontare la complessità.
È facile scoraggiarsi quando tutto sembra remare contro, quando si parte da zero o da meno di zero e bisogna combattere pregiudizi, povertà e rendite di posizione.
È facile credere che l’unica strada possibile sia proprio non credere a niente, distruggere e non costruire, chiudere e non accogliere.
Ma impegno, sacrificio e abnegazione sono un possesso per sempre e in qualche modo presto o tardi tornano indietro.
Ne vale la pena.
Elia Torrisi