Pubblichiamo, sul Primo Maggio e la concomitante emergenza socio-sanitaria, la riflessione di Nino Nicotra, imprenditore e sindaco di Acireale per una breve stagione.
Mai come quest’anno la ricorrenza del Primo Maggio, a mio modesto parere, è pregnante di contenuti e impone a tutti noi una profonda e attenta analisi sui momenti drammatici che stiamo vivendo.
Siamo a dovere affrontare una emergenza sanitaria e socio-economica senza precedenti, dalla fine della seconda guerra mondiale, e a doverci confrontare, con un nemico invisibile ma particolarmente letale, che ci porta a dover piangere migliaia di vittime, che, purtroppo, non ce l’hanno fatta e che ci porterà a dover affrontare nel “prossimo futuro”, già cominciato da qualche mese, a un numero di vittime ben maggiore conseguente a una crisi socio-economica di portata biblica.
Nella tragedia che stiamo attraversando a causa del Covid 19, cogliamo dal virus un grande insegnamento di democrazia e di imparzialità, sia sul piano della salute pubblica che degli effetti devastanti dal punto di vista socio-economico che sta provocando e che coinvolgono parimenti tutti gli strati sociali dall’operaio, all’impiegato, all’artigiano, al piccolo e medio imprenditore, al commerciante, al lavoratore autonomo; a tutti i settori economici, artigianato, piccolo e medie industria, commercio, edilizia, turismo, grande impresa, servizi.
Gli unici a rimanere indenni, per così dire e per usare un’espressione tanto attuale ai momenti che stiamo vivendo, ad essere portatori sani di Covid 19 ( non dal punto di vista infettivologico e cioè portatori della malattia in se) e quindi a provocare effetti altrettanto devastanti dal punto di vista socio-economico, sembrano essere i politici, la burocrazia e la finanza speculativa.
Vedete, cari amiche e amici, salvo che io non sia preso da una improvvisa e sopravvenuta totale cecità, ovvero, che non mi trovi a vivere in una realtà, completamente diversa da quella che in effetti stiamo vivendo, a fronte di, oramai ho perso anche il conto, non so quanti DPCM adottati dal Presidente del Consiglio dei Ministri in questi ultimi due mesi e di non so quanti centinaia di miliardi di euro annunciati, che se si fossero tradotti in concreta ed immediata liquidità avrebbero dovuto provocare un secondo Diluvio Universale in termini di risorse concrete che si sarebbero dovute riversare nella disponibilità e a sostegno dell’economia reale, a fronte di tutto questo nei fatti e nella sostanza, cosa rimane a noi comuni mortali di constatare: una classe politica e di Governo che dimostra di non essere, assolutamente, all’altezza della situazione, perché al di là degli annunci non è capace di essere conseguenziale e di tradurre in fatti, per essere ancora più espliciti di fare arrivare a destinazione nell’immediato le risorse promesse, non è capace di farsi valere, anche in momenti così drammatici per la comunità Nazionale, presso le Istituzioni Europee; una classe politica di opposizione che, al di là degli annunci e della strumentalità delle posizioni assunte, poi si comporta adottando dei tatticismi di logoramento politico verso l’azione di Governo, da manuale Cencelli, e certamente non degna e non rispondente alla drammaticità della situazione attuale e alle effettive istanze della comunità Nazionale e a non preoccuparsi di mobilitare e di sensibilizzare, opportunamente, le piazze; una burocrazia che tra Comitati, Sottocomitati, Superburocrati e Supercommisari vari, ci sta, come e più di sempre, sguazzando alla grande e per finire, per usare un inglesismo “The last but not the least”, una finanza speculativa che in circostanze drammatiche, come quelle che stiamo vivendo, si arricchisce a dismisura speculando sulle disgrazie dei più e decuplicando i propri interessi.
Signor Presidente del Consiglio, Ella, cosi operando, forse, sarà ricordato come colui il quale avrà limitato, dal punto di vista sanitario, la mortalità, ma, mi creda, per gli effetti socio-economici provocati da questa pandemia, altrettanto e forse ancor più devastanti e i cui riflessi rischiano di rimanere permanenti da ora in avanti e per lunghi tempi avvenire, come il peggior Presidente del Consiglio della storia della Repubblica per non aver saputo dare le risposte giuste in tempi adeguati.
Voglio parafrasare quanto detto da una grande personalità italiana, il compianto Cardinale Salvatore Pappalardo, che, in un momento, particolarmente buio e drammatico della storia recente della nostra terra di Sicilia, nonché, per tutta la Democrazia Nazionale, nella lotta contro il cancro per la nostra società “la mafia”, ebbe a pronunciare, in una omelia funebre di vittime di mafia, la frase rimasta storica “mentre a Roma si discute sul da farsi, Sagunto viene espugnata”.
Signor Presidente della Repubblica, da comune cittadino, ma anche da modesto imprenditore e da persona di buon senso, quale ritengo e spero di essere, mi appello a Ella, quale Supremo Garante, del bene e degli interessi del Popolo Sovrano, nonché, della Costituzione e per le prerogative che a Ella competono, faccia sentire forte la Sua Voce, con l’Autorevolezza e la Sagacità che hanno contraddistinto, fin qui, l’espletamento del Suo mandato e ciò prima che sia troppo tardi.
Buona Salute e Buona Festa del Lavoro a tutti Voi.
Nino Nicotra