“Vogliamo anche le rose” è un film documentario del 2007 scritto e diretto da Alina Marazzi, che racconta della liberazione sessuale e del movimento femminista italiano degli anni Settanta, mediante i diari di tre donne, Anita, Teresa e Valentina, vissute negli anni ’60 e ‘70 in ambienti differenti fra loro.
Fra le tematiche del film la sessualità femminile, il rapporto con gli uomini, le convenzioni sociali, l’aborto, la contraccezione, lo sciopero, la precarietà, il lavoro delle donne – come casalinghe, operatrici in fabbriche di bambole, in industrie tessili, alla “Fiat” -, il divorzio.
Anita è una ragazza che racconta del rapporto con la religione all’età di 14 anni, dei suoi problemi sentimentali a 18. Non sente impulso sessuale, ha paura che tutti siano cattivi e che agli altri interessi solo il piacere. Anita ha anche la paura di crescere, di affrontare l’università ed in seguito il matrimonio. Le viene consigliata una psicoterapia di gruppo.
Si sente un “vulcano in eruzione”.
Anita racconta della conferma datagli dal dottore, quella di avere paura del sesso, dell’essere donna, di possedere un forte istinto sessuale represso. Rivela in seguito di aver letto “Lettera ad una professoressa” e di esserne rimasta sconvolta, confusa.
Teresa racconta di essere rimasta incinta a venti anni, della mancanza di coraggio di confidare la storia del suo aborto al diario, di non aver avuto altra scelta. Si tratta di un aborto clandestino avvenuto a Roma; Teresa descrive l’ambiente che la circonda, il suo stato d’animo, la paura, il sogno che la tormenta. Valentina è una donna adulta impegnata nel movimento femminista.
Spiega il rapporto con il suo Francesco, parla del loro amore, del loro desiderio di stare insieme.
Nel film – documentario, oltre ai racconti veri delle donne si susseguono interviste, immagini, citazioni di importanti filosofi, baci tra i protagonisti di film molto noti, dichiarazioni; fra le musiche “Per Elisa” e una “Ninna nanna” che accompagna immagini di bambini che giocano. La colonna sonora è curata dal gruppo Ronin; le musiche originali sono composte da Bruno Dorella. Al termine del film appaiono in ordine cronologico le leggi attuate alla fine del Novecento.
Graziella De Maria