Punta Pisciotto / La “Mannara” di Montalbano che domina la scogliera di Sampieri

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Una cornice suggestiva, dominata da un’architettura industriale unica nel suo genere, è quella di Punta Pisciotto, spiaggia di Sampieri, conosciuta ai più come la “Mannara” della fiction televisiva Il Commissario Montalbano. Si tratta di una località balneare, frazione del comune di Scicli, in provincia di Ragusa, che attira ogni anno centinaia di turisti. Del resto, l’area tardo barocca della Val di Noto conta ben 22 km di spiaggia suddivisa in 4 frazioni balneari: Playa Grande, Donnalucata, Cava d’Aliga-Bruca e Sampieri. Chiariamo subito perciò di non essere nel mar Jonio ma, piuttosto, sul Canale di Sicilia.

Proprio Sampieri è la sede del caratteristico stabilimento bruciato, così è chiamata dagli abitanti del luogo l’ex Fornace Penna che domina sulla scogliera di contrada Pisciotto e che rende suggestivo il paesaggio tra scogli, dune, la macchia mediterranea e il mare. Lo scenario perfetto per le indagini del commissario più amato della TV. Dopo la sua prima apparizione nell’episodio “La forma dell’acqua”, il suo fascino fu così apprezzato di divenire uno dei luoghi più rappresentativi della serie.

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Punta Pisciotto / Lo “stabilimento bruciato” sulla scogliera di Sampieri

La struttura, risalente al 1912 fu costruita, per volere del Barone Penna, ad opera dell’ingegner Ignazio Emmolo. Si trattava di una fabbrica di laterizi (tegole, mattoni, canali per l’acqua delle grondaie ecc.) tra le più all’avanguardia del meridione. Essa costituisce uno dei primi esempi di architettura industriale applicata alla tecnologia dei forni Hoffmann. L’ingegnere Emmolo, laureato in Matematica a Catania e in Ingegneria civile a Napoli, si recò fino in Germania per apprendere le tecniche adatte alla produzione di questo tipo di impianti.

La fornace era costituita da 16 camere disposte in forma ellittica e il cui fuoco era alimentato da combustibili solidi come ad esempio la sansa esausta, gusci di mandorla ecc. La struttura era disposta su tre piani, il gruppo principale costituiva la pianta basilicale che la rende molto simile a una chiesa antica. Questa formazione le ha fatto guadagnare da Vittorio Sgarbi la definizione di “basilica laica in riva al mare”. La fornace nacque dall’idea di rispondere necessità derivate a dal terremoto di Messina del 1908 e il conseguente aumento della domanda di materiali per la ricostruzione. L’ubicazione non fu scelta a caso. Furono molteplici i motivi che rendevano il terreno, di proprietà dei baroni Penna, il sito più adatto.

In primo luogo, la vicinanza alla ferrovia e l’affaccio sul mare, da dove le navi potevano attraccare facilmente. Questo rendeva strategica la sua posizione per il trasporto, il mercato nonché l’esportazione dei materiali anche a Malta e in Libia. Questo consentì di sviluppare un’economia locale molto florida. Inoltre, a circa 200 metri la vicina cava d’argilla consentiva di estrarre la materia prima. Infine, da non sottovalutare, la disponibilità di grandi quantità d’acqua proveniente da una sorgente carsica locale.

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Punta Pisciotto / Perché “stabilimento bruciato”?

Dopo 14 anni di continua attività, la fornace fu colpita da un disastroso incendio, di origini sconosciute, che la devastò quasi interamente: da qui il nome di stabilimento bruciato. Quello che ne rimane oggi è solamente la struttura esterna e l’imponente ciminiera a doppia camicia di mattoni con basamento in pietra. All’epoca era utilizzata per il tiraggio forzato dei fumi. Nonostante i danni permanenti la struttura continua a dominare il paesaggio e a incantare chiunque vada visitarla.

Attualmente è di proprietà privata, ma è in corso da anni ormai la contesa per l’acquisizione da parte della Regione Siciliana per la messa in sicurezza e il restauro. A causa della mancata manutenzione della struttura, infatti, il rischio di crolli è continuo. Il maltempo, il forte vento che si abbattono sulla struttura causano cedimenti periodici. Un vero peccato per un’architettura industriale unica così amata dai turisti e non solo, simbolo di Punta Pisciotto, che rischia di perdersi per sempre.

Punta Pisciotto / La “Mannara” di Montalbano che domina Sampieri

Gli scogli, le dune di sabbia, la macchia mediterranea e le acque limpide rendono Punta Pisciotto una meta balneare particolarmente ambita. Nella parte subito sotto la fornace Penna, la scogliera molto apprezzata dai giovani. Caratterizzata da calette e una vista unica sullo stabilimento, è adatta per gli amanti della pesca e delle immersioni. Ma anche per i più temerari che hanno voglia di fare un tuffo dagli scogli più alti. Sulla destra della struttura invece la spiaggia di sabbia, più adatta alle famiglie, dominata dalle dune che ospitano la macchia mediterranea. Inoltre, anche quest’anno Punta Pisciotto è sede di nidificazione della specie di tartarughe caretta-caretta. A seguito della straordinaria scoperta i volontari del WWF si sono subito attivati per la tutela del nido.

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Sampieri / Come raggiungere Punta Pisciotto, la “Mannara” di Montalbano

La spiaggia è facilmente raggiungibile in macchina. Provenendo da Scicli dista circa 14 km, basta seguire le indicazioni per Sampieri lungo la strada provinciale SP 40. Imboccando poi la SP 66 sulla destra della carreggiata si trova contrada Pisciotto. Provenendo da Catania basta imboccare l’autostrada A19 in direzione Palermo, imboccare l’uscita per Siracusa e seguire le indicazioni per Ispica sulla E45. Una volta usciti dall’autostrada basta seguire le indicazioni per Sampieri/Marina di Modica e imboccare la contrada che si troverà sulla sinistra.

Mariachiara Caccamo

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