Quaresima, tempo di conversione e discepolato

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“Il periodo quaresimale è momento favorevole per riconoscere la nostra debolezza, accogliere, con una sincera revisione di vita, la Grazia rinnovatrice del Sacramento della Penitenza e camminare con decisione verso Cristo”. Nel messaggio per la Quaresima, il Papa c’invita a riscoprire la grazia del Battesimo, in cui Dio ci fa dono della sua vita divina.

Comincia per noi l’avventura gioiosa ed esaltante del discepolo, si realizza quel grande mistero per cui l’uomo muore al peccato, è fatto partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo stesso Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti (cfr Rm 8,11)”. Perché questo dono gratuito sia sempre ravvivato in ciascuno di noi, il Papa suggerisce di lasciarci accompagnare dal Vangelo delle cinque domeniche che precedono il triduo pasquale. “Il percorso quaresimale, continua il Papa, trova il suo compimento nel Triduo Pasquale, particolarmente nella Grande Veglia nella Notte Santa, in cui rinnovando le promesse battesimali, riaffermiamo che Cristo è il Signore della nostra vita” e noi vogliamo essere suoi discepoli.

Immersi nella morte e risurrezione di Cristo, possiamo “liberare il nostro cuore dal peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la “terra”, che ci impoverisce e ci impedisce di essere disponibili e aperti a Dio e al prossimo”. Poi il Papa suggerisce “le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera”: “Il digiuno c’insegna a superare l’egoismo “ per vivere nella logica del dono e dell’amore” e “a distogliere lo sguardo dal nostro “io”, per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli”; “L’elemosina ci libera dalla tentazione dell’avere, dell’avidità di denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita. La bramosia del possesso provoca violenza, prevaricazione e morte; restituendoci la capacità di condivisione”.

Dall’ascolto della Parola di Dio, meditata e interiorizzata, “impariamo una forma preziosa e insostituibile di preghiera, perché l’ascolto attento di Dio, che continua a parlare al nostro cuore, alimenta il cammino di fede che abbiamo iniziato nel giorno del Battesimo. La preghiera ci mette nella prospettiva dell’eternità e della trascendenza, infatti, “esso scandisce semplicemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha futuro”, troviamo il tempo per entrare in intima comunione con Dio,  “che ci apre alla speranza che non delude, alla vita eterna”.  Buon cammino di conversione a quanti vogliono essere discepoli di Gesù!

Teresa Scaravilli