“Non è giusto: la nostra azienda, il nostro lavoro, i nostri sacrifici, le nostre emozioni, le nostre gioie, le nostre passioni non dovevano finire così”. Sono poche parole che dicono tutto. Così Salvo La Rosa sul suo profilo Facebook nel giorno in cui sulla sedia del Tg dell’emittente Antenna Sicilia non c’è più alcun giornalista pronto a raccontare i fatti del giorno ai siciliani. È questo l’effetto del licenziamento di 14 dipendenti tra giornalisti, amministratori e tecnici. Salvo La Rosa racconta di avere “pianto come un bambino”, di essersi rattristato, di essersi arrabbiato. Vedersi togliere dalle mani ciò per cui si è cresciuti professionalmente è un dramma. Le lacrime, avverte, non bastano. Non è importante ora ripercorrere le cause che hanno portato al declino dell’emittente né tanto meno tirare in ballo un Ciancio piuttosto che un altro. La crisi dell’editoria c’è e ci sarà ancora, purtroppo. Vogliamo piuttosto lanciare un messaggio perché tutto non finisca così. Perché nonostante tutto si vada avanti. Per non lasciare la Sicilia senza una voce. Perché alla sedia vuota e alla voce fuori campo dell’ultima edizione seguano altre voci ma sul campo, a servizio di un’informazione quale bene comune, a servizio di tutti i siciliani. È questa “l’unica ipotesi alternativa” ai licenziamenti. E pensare che Antenna Sicilia nel 1979 fu la prima emittente dell’isola a trasmettere. Ma tutto può rinascere. “La battaglia non è ancora finita”, fa eco Flaminia Belfiore, un’altra icona dell’emittente. E allora… Ad maiora.
Domenico Strano