L’Isis, con un messaggio per la prima volta in ebraico, minaccia Israele. Come sempre con un linguaggio diretto e provocante. “La guerra vera non è ancora iniziata”, esordisce un miliziano incappucciato. Obiettivo sono “gli ebrei che hanno occupato la terra dei musulmani”. L’uomo che parla è ben armato e sfoggia un ebraico fluente. Avverte che la guerra, quella vera, deve ancora iniziare e che quello che adesso gli ebrei stanno provando è solo “un gioco da ragazzi”. Invita, quindi, gli ebrei a fare quello che vogliono perché, tanto, al conto non si scappa. “Pensate un momento: cosa farete quando decine di migliaia da tutto il mondo verranno da voi per sgozzarvi e per gettarvi nell’immondezzaio?”, chiede il miliziano. “Noi continueremo fino in fondo, finché non avremo debellato la malattia”. Per dimostrare che quanto ha appena detto non è irreale, il miliziano mostra una cartina sulle avanzate recenti dei jihadisti islamici sul Sinai e sul Golan. E c’è ben altro: “Cancellare per sempre i confini tracciati dalle potenze occidentali nel 1916 con gli accordi di Sykes-Picot”. Un riferimento chiaro per la Francia e l’Inghilterra, che di quell’accordo furono le due parti chiamate in causa. Lo scorso 18 ottobre l’Isis aveva diffuso un altro video dove esortava i mujahideen di Gerusalemme a “decapitare gli ebrei”. Nello stesso si citano le “profanazioni” della moschea Al Aqsa a Gerusalemme. Proprio in questi giorni l’Unesco ha condannato la gestione israeliana della spianata delle moschee di Gerusalemme (iscritta al registro del patrimonio dell’umanità dal 1981). Oggetto della polemica è una risoluzione, approvata dal comitato esecutivo dell’agenzia Onu, che condanna la gestione israeliana dell’area, bacchettando in particolare il mancato rispetto della libertà di accesso e di culto dei fedeli musulmani. Un testo rifiutato “totalmente” dal governo di Israele. A quanto pare accusatori (Isis) e accusati (ebrei), e naturalmente non da meno i palestinesi stanno provocando il medesimo effetto: trasformare il conflitto israelo-palestinese in una guerra tra religioni. Che poi non sarebbe una novità.
Domenico Strano