Quotidiano / Un Sinodo della Chiesa italiana dopo il convegno di Firenze? E’ più facile a dirsi che a farsi

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Nel Quotidiano di oggi diamo spazio alla proposta lanciata ieri da mons. Nunzio Galantino, segretario della Cei (nella foto), a galantino_firenzepproposito di un Sinodo nazionale della Chiesa. L’idea arriva a pochi giorni dall’apertura del V Convegno ecclesiale nazionale di Firenze “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.

“Firenze non avrà nulla a che fare con la convegnite acuta. Non sarà un appuntamento accademico ma un luogo per il discernimento in cui le persone potranno parlarsi”, giura mons. Galantino che aggiunge: “Mi auguro che non venga scritta alcuna relazione finale ma che il Convegno lasci il desiderio di una Chiesa che si ascolta di più e ascolti di più”.

Alcune considerazioni. È vero, gli organizzatori hanno messo in tavola tutti gli ingredienti migliori perché gli stati generali della Chiesa non si trasformassero, appunto, in una “convegnite acuta”, come l’ha definita Papa Francesco. L’interattività dei social dal territorio e per il territorio, le esperienze di fede vissuta nelle diocesi, indicano un grado di partecipazione che va aldilà della formalità. Se il titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” ha suscitato e forse continua a suscitare problemi di comprensione, appaiono chiare le cinque vie su cui la Chiesa con le sue diocesi è chiamata a camminare e vivere “questo” tempo: annunciare, abitare, trasfigurare, uscire, educare. Vedremo, dunque, come e quando queste vie forgeranno la missione pastorale delle diocesi d’Italia. Sarebbe un peccato che il dibattito, pur con tutti i migliori auspici, restasse ancorato tra le mura della Fortezza del basso, il luogo che ospiterà i 2.500 delegati da tutta Italia. Un rischio è che questo Convegno assegni principalmente attestati di partecipazione a quelle persone su cui si è potuto contare.

A Firenze si farà discernimento, i delegati parleranno di un possibile nuovo umanesimo, suggerendone alcune linee. Dunque, nel Convegno non saranno prese alcune decisioni di natura pastorale; queste spettano solo al Sinodo. In conclusione: penso che il Convegno sarà utile se supererà l’insegnamento di Terenzio, secondo cui “niente è più facile che parlare”. Efficaci sono queste parole di Romano Guardini, che tra l’altro sono citate nella Traccia del Convegno di Firenze: “L’uomo è designato a essere l’ascoltatore della parola che ė il mondo. Dev’essere anche colui che risponde. Mediante lui, tutte le cose devono tornare a Dio in forma di risposta”. E di risposte ce ne sono tante da ricercare. Perché non ci sono solo le belle esperienze da raccontare ma anche quelle meno belle, che tanto tormentano e fanno allontanare il popolo dalla Chiesa.

Domenico Strano

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