Nel sesto dei nostri racconti estivi incontriamo un gruppo di amanti della natura, che si ritrovano ad un certo punto davanti ad una situazione imprevista. Buona lettura!
Amanda e Lorena erano due giovani sorelle che amavano tantissimo la natura, per cui spesso organizzavano delle passeggiate per scoprire sempre nuovi posti, a cui invitavano pure i loro amici. Era un gruppetto abbastanza numeroso, di cui facevano parte anche dei ragazzi, figli di qualcuno degli amici o semplici conoscenti.
Un bel giorno d’estate, il gruppo di amici, guidato da Amanda e Lorena, andò ad esplorare una stradina che scendeva verso il mare. Questa stradina correva a zig zag lungo il fianco di una montagna, era lastricata con mattonelle in pietra lavica ed era costeggiata da numerose piante rare, con fiori bellissimi e profumatissimi. A metà strada c’era una vecchia fortezza con una magnifica terrazza panoramica da cui si poteva ammirare il paesaggio circostante ed il mare, con la visione dei piccoli borghi marinari che c’erano lungo la costa. Qui il gruppo si fermò per riposarsi, approfittando di una fresca sorgente d’acqua e dell’ombra degli alberi secolari che vi si trovavano. Gli amici fecero pure un piccolo spuntino con i frutti maturi che pendevano dagli alberi, intrattenendosi nel frattempo, soprattutto i ragazzi, a giocare tra di loro ed a chiacchierare.
Tra i ragazzi che si erano uniti al gruppo in occasione di quella passeggiata ce n’era in particolare uno, un ragazzo alto e magro di nome Daniele, che durante la sosta nella vecchia fortezza si mise a chiacchierare con Paola, una ragazzina timida e riservata, minuta, con i capelli castani e gli occhi azzurri.
Quando si furono riposati abbastanza, Amanda e Lorena si apprestarono con tutti i loro amici – compresi Paola e Daniele – a riprendere la strada del ritorno, verso le loro abitazioni. Lungo la risalita, Daniele continuò a stare vicino a Paola, ed insieme camminavano ridendo e chiacchierando piacevolmente. Ad un tratto Paola vide su un costone di roccia della scarpata un fiore che attirò la sua attenzione. Senza pensarci due volte, lasciò la compagnia e scappò per raccoglierlo. Salì sul muretto che faceva da parapetto e stese il braccio verso il fiore, ma allungando il braccio si sporse un po’ troppo, per cui perse improvvisamente l’equilibrio e scivolò giù. Un urlo disperato le uscì subito dalla bocca, ma per fortuna riuscì ad aggrapparsi a delle radici che sporgevano dal costone roccioso e riuscì a fermarsi.
Daniele, che aveva assistito a tutta la scena, scappò verso il punto in cui era scivolata Paola, gridando anche lui per richiamare l’attenzione degli altri che avevano continuato a salire lungo la strada. Tutti accorsero e cercarono di trovare una soluzione per tirar su Paola. Qualcuno chiamò anche i vigili del fuoco, ma la situazione dei luoghi avrebbe reso difficile anche il loro intervento, e poi bisognava fare in fretta perché Paola non avrebbe sicuramente potuto resistere a lungo aggrappata alla radice. Ci sarebbe voluta una corda, ma non era facile trovarla lì su due piedi. La povera Paola intanto era disperata, e vedendosi sospesa sul vuoto cominciò a piangere ed a strillare per la paura. Allora Daniele ebbe un’idea: si tolse le scarpe ed i calzini e con l’aiuto degli altri ragazzi del gruppo, saltando il parapetto, si calò piano verso Paola, mentre gli altri ragazzi lo tenevano per le braccia.
Essendo alto e magro, riuscì così a calarsi fino all’altezza della mani di Paola, quindi le chiese di attaccarsi ai suoi piedi: “Paola – le disse – afferra i miei piedi, attaccati anche con le unghie, se vuoi, e quando sei sicura di avere afferrato bene la presa, io mi farò tirar su.” Paola, completamente stordita e ormai anche indebolita e indolenzita per la scomoda posizione in cui era costretta a stare, dapprima nemmeno capì che cosa le diceva Daniele. Poi, sentendosi solleticare le mani dal ditone del piede destro di Daniele, riuscì a rendersi conto della situazione, lasciò piano la presa della radice con la mano destra e si attaccò ad una caviglia di Daniele; quando si sentì abbastanza sicura, staccò anche l’altra mano dalla radice e si attaccò, pure con questa, alla caviglia di Daniele.
“Ci sei?”, le gridò Daniele. “Sì”, rispose con un filo di voce Paola. Allora i ragazzi che reggevano Daniele per le braccia cominciarono a tirar su lentamente, trascinando così anche Paola. L’operazione durò alcuni minuti, perché i ragazzi tiravano piano, oltre che per il peso dei due ragazzi, anche per evitare che essi potessero graffiarsi e farsi male strisciando sulla roccia e sui rami secchi della vegetazione.
Finalmente, dopo tanti sforzi, riuscirono entrambi a raggiungere il parapetto, accolti dagli applausi di tutti presenti. Appena furono al sicuro, Daniele abbracciò Paola per consolarla, e lei, ancora scossa e indolenzita, lo ricambiò dandogli un grosso bacio sulla guancia. Dopo di che Daniele venne sollevato in alto da tutti i presenti e portato in trionfo come un eroe.
Quindi andarono tutti a casa di Amanda e Lorena per medicare i graffi e le ferite di Paola e Daniele, ed anche per festeggiare insieme la lieta conclusione di ciò che poteva trasformarsi in una tragedia.
Da quel momento in poi, Paola diventò la beniamina del gruppo, ma Daniele divenne la sua guardia personale del corpo e non permise più che lei si cacciasse nei guai.
Nino De Maria