Due gemelle particolari… con la passione per il canto.
(Continuazione 2) Al loro arrivo in clinica, furono accolte come due principesse e accompagnate nella stanza a loro riservata, una stanza ampia ed accogliente, arredata con mobili di lusso e dotata di telefono, televisore, frigo-bar, computer con collegamento internet, oltre che di tutte le più sofisticate apparecchiature mediche. I loro genitori, che fino all’operazione sarebbero rimasti con loro, furono ospitati in una stanza attigua alla loro e dotata anch’essa degli stessi requisiti. Dopo essersi sistemate nella loro stanza ed essersi riposate a sufficienza dal lungo viaggio in aereo, nel pomeriggio vennero ricevute dal dott. Rudy Segaossa. Era un tipo dall’apparenza burbera, ma si capiva che doveva essere un bonaccione ed un medico molto preparato sul piano professionale.
Dopo questo primo incontro, che si limitò ad una chiacchierata informale con le due ragazze e con i loro genitori, il giorno dopo cominciarono i controlli veri e propri. Ori-cina e Lili-cina vennero sottoposte a numerose analisi e visite ed a controlli di tutti i tipi. Vennero radiografate, ecografate, fotografate, sottoposte a Tac e risonanze magnetiche, rivoltate sottosopra, esaminate al microscopio ed al telescopio, scrutate con la lente d’ingrandimento, scannerizzate centimetro per centimetro, pesate, misurate, sottoposte a test del Dna, Dnb e Dnc, ed infine pure lavate e disinfettate dalla testa ai piedi. Tutti questi controlli durarono un paio di giorni, dopo di che il dott. Segaossa si chiuse nel suo studio con tutta la sua équipe al completo per esaminare i risultati di tutte le analisi e dei controlli effettuati, e per altri due giorni non si vide più.
Nel frattempo, le due ragazze vennero lasciate libere di entrare ed uscire a loro piacimento, per cui ne approfittarono per visitare la città – con la limousine del dott. Segaossa che era a loro disposizione – e soprattutto per visitare Hollywood e Beverly Hills, dove ebbero anche modo di incontrare molti famosi attori e divi del cinema americano, noti in tutto il mondo, e di fare collezione di dediche e foto di varie star.
Dopo essere stato per due giorni a consulto con i suoi collaboratori, il dott. Segaossa chiamò i genitori di Ori-cina e Lili-cina per comunicare i risultati delle analisi e delle sue osservazioni. Egli affermò che l’operazione era fattibile e non comportava nessun rischio per le due ragazze, ma ci poteva essere solo un piccolo inconveniente: poiché l’operazione sarebbe stata piuttosto lunga, il prolungato effetto dell’anestesia avrebbe potuto danneggiare le loro corde vocali ed esse non avrebbero più potuto cantare con la loro voce melodiosa che le aveva rese tanto famose. Il rischio non era tanto alto, ma una buona percentuale sussisteva. I due genitori, prima di prendere qualunque decisione, vollero sentire ancora una volta le ragazze, ma esse ormai erano talmente convinte nella loro decisione di operarsi, che erano disposte a correre qualunque rischio pur di separarsi. E così venne approntato tutto l’occorrente per l’operazione.
Il giorno stabilito, Ori-cina e Lili-cina vennero prese in consegna da una squadra di infermieri che, utilizzando una barella di larghezza doppia preparata per l’occasione, le portarono prima in una sala dove vennero sottoposte alla pre-anestesia e furono preparate per l’operazione. Dopo di che vennero condotte nella sala operatoria del dott. Segaossa, che le aspettava attorniato da una intera squadra di chirurghi, anestesisti, rianimatori, chirurghi plastici, cardiologi, nefrologi, ematologi, speleologi e tanti altri specialisti ancora. C’era inoltre presente una troupe televisiva per riprendere e registrare tutte le fasi dell’intervento. Quando le due ragazze furono perfettamente addormentate sotto l’effetto dell’anestetico, il dott. Rudy Segaossa alzò solennemente il suo bisturi e cominciò a tagliare.
L’intervento durò ben sei ore, durante le quali i genitori delle due ragazze restarono in sala d’attesa ad aspettare trepidanti la conclusione dell’intervento, chiedendo notizie sul procedere dell’operazione ai medici ed agli infermieri che di quando in quando uscivano dalla sala operatoria per darsi il cambio. Nel frattempo, davanti alla clinica si era formata una piccola folla di giornalisti, fotografi, radio e tele operatori, oltre che di curiosi, i quali aspettavano notizie sull’esito dell’intervento.
Solo il dott. Segaossa rimase imperterrito ed instancabile ad eseguire l’intervento dall’inizio alla fine, descrivendo dettagliatamente, man mano che lavorava, tutte le fasi dell’intervento a beneficio della registrazione televisiva, che avrebbe costituito una preziosa documentazione da presentare ai congressi medici di tutto il mondo. Egli, dopo aver separato la parte che teneva unite Ori-cina e Lili-cina, aveva poi anche fatto una operazione di ricostruzione dei tessuti e della pelle nel punto in cui prima erano unite. Sicché, alla fine, sembrava che le due ragazze fossero sempre state separate. Non solo, il dott. Segaossa, collaborato dai chirurghi plastici che lo assistevano in sala operatoria, aveva foggiato i culetti delle due fanciulle in modo da renderli perfettamente rotondi e naturali, come se la natura stessa li avesse foggiati così fin dall’inizio.
Finalmente l’operazione finì, e le due ragazze, precedute dal dott. Segaossa, uscirono dalla sala operatoria, ancora addormentate per l’effetto dell’anestesia. Ma stavolta – per la prima volta – erano su due diverse barelle. Il dott. Segaossa si avvicinò sorridente ai genitori delle ragazze e comunicò che l’operazione era perfettamente riuscita. E subito andò a fare un comunicato stampa per tutte le televisioni, le radio e le agenzie di stampa i cui operatori aspettavano davanti alla clinica.
Ori-cina e Lili-cina vennero condotte nella sala di rianimazione, dove non poteva entrare nessuno al di fuori dei medici e degli infermieri. I loro genitori – e solo loro, perché nessun estraneo era ammesso – potevano vederle attraverso una vetrata. Le due ragazze, collocate – naturalmente a pancia sotto – in due lettini posti uno accanto all’altro, dormirono profondamente, sotto l’effetto dell’anestesia, per circa mezz’ora ancora, dopo di che cominciarono a svegliarsi piano piano. Appena furono entrambe perfettamente sveglie, la prima cosa che fecero fu di cercarsi reciprocamente e, per la prima volta nella loro vita, poterono guardarsi in faccia direttamente. I genitori che guardavano attraverso la vetrata, ed i medici e gli infermieri che erano dentro la sala vicino a loro, le videro sorridersi stancamente, ma con un’espressione di felicità che illuminava i loro volti, dopo di che entrambe stesero una mano verso l’altra, e così rimasero a lungo, mano nella mano. (Continua 2)
Nino De Maria