Il cane è il miglior amico dell’uomo… sempre.
C’era una volta una cagnetta di nome Lilly. Era di taglia piccola, di razza indefinibile: un incrocio di varie razze, che comunque avevano creato in lei un insieme gradevole. Era bianca, ma con delle striature marrone sulla schiena e con la punta della coda nera. Aveva la testa piccola, in cui spiccavano i suoi occhioni scuri.
La sua padroncina, Sara, l’aveva trovata una mattina in campagna e l’aveva presa con sé. Aveva provato a chiedere in giro per cercare di scoprire se qualcuno l’avesse persa. Ma nessuno ne sapeva niente e nessuno aveva mai visto quella cagnetta. E quindi Sara aveva deciso di adottarla, dandole il nome di Lilly. Da quel momento erano diventate inseparabili. Ogni passo che faceva Sara era seguito da un passo di Lilly. Sara la portava con sé dappertutto, anche a teatro o in chiesa. Lilly si accucciava silenziosa e discreta ai suoi piedi e solo chi la conosceva si accorgeva della sua presenza. Quando Sara la portava con sé a casa di qualche amica, certe volte Lilly, sollevando la testa e girandosi verso chi parlava, sembrava proprio che anche lei partecipasse e fosse interessata ai discorsi che si facevano. Lilly soffriva di solitudine, per cui Sara non poteva lasciarla sola in casa. E quelle poche volte in cui non poteva portarla con sé, doveva lasciare qualcuno in casa perché le facesse compagnia o doveva portarla a casa di qualcuno che si prestasse a farle da dog-sitter. Per questo Sara la portava sempre con sé. D’inverno, quando c’era troppo freddo, Sara le metteva il cappottino o il giubbottino, e d’estate le faceva accorciare il pelo, per farla stare più fresca, e dopo la tosatura Lilly appariva ancora più piccola di quanto non fosse. Qualche volta per Carnevale Sara l’aveva anche messa in maschera, con qualche vestitino o cappellino buffo.
Un giorno, Sara notò che da qualche tempo Lilly non la seguiva più con il solito passo vivace e trotterellante di sempre. Aveva dapprima attribuito la cosa a stanchezza o all’avanzare dell’età, ma poi, guardandola bene, s’era accorta che aveva un piccolo rigonfiamento sotto una zampetta anteriore. Poiché questo rigonfiamento tendeva ad aumentare e a rendere sempre più difficile la deambulazione a Lilly, Sara l’aveva fatta vedere ad un veterinario, e questi aveva detto che si trattava di una piccola cisti che conveniva eliminare chirurgicamente. Organizzato ed effettuato l’intervento, dopo qualche giorno di convalescenza Lilly aveva ripreso la sua piena funzionalità, ed era tornata a seguire Sara con passo celere ed incedere sicuro. Anche i tre piani di scale di casa sua, li faceva adesso con passo spedito, addirittura saltellando allegramente i numerosi gradini, mentre prima Sara doveva portarla in braccio. La cisti tolta a Lilly, analizzata, si manifestò di natura benigna, e quindi sembrava che tutto si fosse risolto nel migliore dei modi. Ma dopo qualche settimana, Lilly riprese a stare male, e stavolta i veterinari consultati da Sara non furono per niente rassicuranti. Parlarono di metastasi che si stavano diffondendo nel corpicino di Lilly, e stavolta non c’era nessun intervento da fare. Sara, non convinta, volle consultare diversi veterinari, portando Lilly persino a Roma, dove abitava una sua amica, ma tutti le dissero all’incirca la stessa cosa, qualcuno addirittura meravigliandosi che la cagnetta fosse ancora viva. Una sera Sara portò, come d’abitudine, Lilly a fare la sua passeggiatina, e dopo essere tornata a casa la fece bere. Mentre beveva, Lilly alzò la testolina verso Sara e la guardò fissa negli occhi, come se volesse dirle qualcosa. Andò quindi ad accucciarsi sul cuscino dove era solita mettersi per dormire e riposare. Mentre Sara cenava, con gli occhi sempre fissi su Lilly, la cagnetta ebbe come un piccolo sussulto, come per un leggero disturbo durante il sonno, ripreso regolarmente subito dopo. Ma quando, dopo qualche oretta, Sara si apprestò ad andare a letto e si avvicinò a Lilly per controllarla, si accorse che la cagnetta non si muoveva più. E così, dopo tanti anni di solidale convivenza con Sara, un brutto male s’era portata via la piccola Lilly.
Ma Sara ricorderà sempre lo sguardo di Lilly mentre beveva per l’ultima volta. Per lei, è stato l’ultimo saluto di Lilly.
Nino De Maria