Racconti / Inedito_20: Le nuove avventure del Mago Piscione

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Il Mago Piscione colpisce ancora!

Il Mago Piscione aveva ripreso la sua normale attività, senza più alcun disturbo. Continuava a fare le sue magie – sempre collaborato, naturalmente, dalla sua bionda assistente – agitando la bottiglia di tè con la bacchetta magnetica dentro, che funzionava a meraviglia.

Col passare del tempo, però, ebbe l’impressione che la bacchetta cominciasse a perdere colpi e che la sua azione non fosse più pronta e immediata, ma agisse in maniera un poco più lenta. Ovviamente lui non mancava, periodicamente e frequentemente, di sostituire il contenuto della bottiglia con del tè fresco, e qualche volta aveva anche sostituito del tutto la bottiglia. Ma nonostante tutte queste accortezze, dopo alcuni mesi, la bacchetta rispondeva con molta lentezza, cominciando a girare all’interno della bottiglia come una spirale, costringendolo ad agitarla più volte, prima di ottenere l’effetto desiderato. Questa situazione non poteva certo andare avanti, un mago senza la sua bacchetta magica, rigida o flessibile che sia, non può certo lavorare, e rischia di perdere pure la sua credibilità e la sua buona fama.

Occorreva prendere dei provvedimenti e bisognava farlo al più presto! Pensò allora di contattare degli altri specialisti (non più quelli esperti di bacchette magnetiche) e di adottare una soluzione molto avanzata e radicale: di tornare cioè ad una bacchetta magica custodita all’interno del suo corpo, ma non più tra il rene e l’uretere, bensì direttamente in corrispondenza del cuore. Era una soluzione molto azzardata e che comportava dei grandi rischi per lui, perché toccare fisicamente il cuore avrebbe potuto causargli dei problemi molto, ma molto, grossi. Però sul piano magico, sul piano umano, sul piano dei sentimenti e delle sensazioni, sul piano operativo, sarebbe stata questa una situazione forse mai sperimentata da un mago.

Contattò quindi i migliori specialisti del settore, che operavano in un Centro d’eccellenza tra i più quotati della Terra, espose la sua situazione, avanzò le sue richieste, rappresentò pure l’urgenza che la circostanza richiedeva e chiese la loro opinione. Gli esperti esaminarono attentamente il suo cuore, lo guardarono in trasparenza usando i raggi X, Y e Z, e pure gli ultrasuoni; glielo guardarono davanti, di dietro, di profilo, dall’alto e dal basso, in 3D e pure in 4D, lo misurarono attentamente nelle tre dimensioni geometriche e pure nella quarta (quella spazio-temporale), lo palparono, lo auscultarono, ne contarono i battiti e i controbattiti e la relativa frequenza, controllarono pure la dimensione delle vene e delle arterie e ne misurarono la portata e la pressione in entrata ed in uscita. Dopo questo attento controllo, si ritirarono e si riunirono a discutere per un paio d’ore, mentre il Mago aspettava impaziente le loro decisioni. Finalmente, finito il consulto, gli esperti uscirono dal loro gabinetto e comunicarono al Mago che la cosa era fattibile. E fissarono immediatamente e urgentemente quando fare l’intervento.

Nel giorno e nell’ora fissati, quando il Mago si presentò, gli specialisti lo fecero svestire completamente e lo rivestirono con un camicione verde che gli lasciava scoperti solo la testa, le mani ed i piedi. Lo fecero poi distendere su un lettino, con le spalle rialzate. Individuarono quindi qual era la via più breve e più pratica per arrivare al suo cuore attraverso il sistema circolatorio, e pensarono perciò di arrivarci attraverso il braccio destro. Disinfettarono accuratamente il polso, ci spruzzarono sopra un po’ di spray anestetizzante, e inserirono quindi nella vena un grosso ago. Attraverso questo ago inserirono poi, con molta delicatezza, la nuova bacchetta magica, che era sottilissima, mentre con una apparecchiatura speciale controllavano il percorso che essa faceva all’interno della vena fino ad arrivare all’aorta. Il Mago, che naturalmente era sveglio e controllava attentamente il decorso dell’operazione, sentì distintamente la bacchetta che saliva internamente lungo il braccio, arrivava all’altezza della clavicola, svoltava a sinistra, e poi tornava a scendere fino ad arrivare al cuore. Era cosa fatta! La nuova bacchetta magica si trovava nella posizione giusta: ora bisognava scoprire come attivarla, se alzando e agitando il braccio destro, se girando la spalla destra o quella sinistra o alternativamente tutte e due, oppure… Gli specialisti restarono a guardarlo attentamente, mentre il Mago cercava di capire che effetto gli faceva questa nuova situazione e che sensazione gli dava. Dopo qualche minuto egli cominciò ad avvertire una sensazione di fastidio molto accentuata ed un prurito interno fastidiosissimo, a cui non poteva dare alcun rimedio perché lo sentiva proprio dentro le vene e dentro il cuore; il tutto accompagnato da un senso di soffocamento che gli rendeva difficoltoso anche respirare. Comunicò immediatamente la cosa agli specialisti i quali, fatto un rapido consulto, gli dissero che la cosa era molto plausibile e faceva parte della gamma dei rischi calcolati, per cui decisero – e gli proposero – di lasciare solo alcune piccole porzioni di bacchetta magica all’interno dell’arteria coronaria, tanto il suo effetto era comunque garantito, anche con delle piccole parti di essa. Il Mago naturalmente accettò (e non poteva fare altrimenti), per cui gli specialisti con le loro speciali apparecchiature impiantarono due frammenti di bacchetta magica all’interno di un’arteria coronaria (simili a dei piccoli tubicini retati), ed estrassero tutto il resto della bacchetta attraverso la stessa strada che avevano usato per l’introduzione, ed anche stavolta il Mago sentì i tubicini che si spostavano all’interno del suo cuore e delle sue vene, però stavolta con un senso di liberazione.

Finita l’operazione, il Mago venne portato in una stanza asettica perché si riposasse un poco, mentre gli specialisti lo tenevano sotto controllo. Appena si sentì più rinfrancato, si accorse che respirava molto meglio di prima e che tutti i fastidi avvertiti in precedenza erano scomparsi del tutto. Il funzionamento del cuore era regolare, anzi era pure migliorato con l’introduzione dei frammenti di bacchetta magica, ed anche il Mago si sentiva come rinato, sia perché si sentiva meglio dal punto di vista fisico, sia perché adesso sarebbe stato perfino più facile eseguire le sue magie. Bastava infatti che si mettesse una mano sul cuore e premesse leggermente affinché la bacchetta magica si attivasse e le sue magie si realizzassero.

Pensò di mettersi subito all’opera e si pose immediatamente la mano destra sul cuore. I nostri affezionati lettori ricorderanno di certo che quando gli avevano estratto la bacchetta magica magnetica agganciandola con una grossa calamita, si era verificata una tempesta magnetica in prossimità del polo nord, che aveva provocato deviazioni di navi ed aerei, disorientamenti nelle rotte migratorie di stormi di uccelli rapaci e di banchi di pesci, e per poco non aveva rischiato di deviare pure l’asse magnetico terrestre. Allo stesso modo, anche stavolta successe una cosa assolutamente imprevista, ma che il Mago aveva in animo di realizzare da tempo. Da alcuni mesi infatti girava per il mondo un bacillo molto cattivo proveniente dalla Cina, semplicemente un “bacillus”, un “minuscolo bastoncino” secondo l’etimologia latina, apparentemente una cosa di poco conto. Ma era talmente cattivo e veloce nel diffondersi, che in poco tempo aveva contagiato gli abitanti di quasi tutti gli stati della Terra, al punto da costringere i governanti delle varie nazioni ad adottare delle misure di sicurezza molto stringenti, per cui la gente non poteva uscire di casa se non per fare rifornimento di viveri; e poi erano stati chiusi negozi, scuole, cinema, teatri, luoghi pubblici e persino le chiese. Quelli che venivano contagiati non riuscivano più a respirare e morivano come le mosche, e non c’era nessun vaccino per evitare il contagio e nessuna cura efficace. Ebbene, nel momento in cui il Mago si mise la mano sul cuore e premette leggermente, il bacillo perse vigore in tutto il mondo e non riuscì più a riprodursi ed a propagarsi, per cui i malati guarirono subito e non ci fu più nessun contagio. Ma i medici e le autorità sanitarie non si resero conto subito della cosa, ma solo dopo qualche giorno, quando ci si accorse che tutti i ricoverati negli ospedali erano guariti e non si registravano più nuovi ricoveri, mentre tutti i test di controllo risultavano negativi al cento per cento. Però nessuno seppe e capì mai come fosse avvenuto questo miracolo e che tutto il merito era del Mago Piscione e della sua nuova bacchetta magica. Tutto il mondo a quel punto poté nuovamente respirare, e vennero riaperti i negozi, le scuole, le chiese, i teatri ed i cinema, i bar ed i ristoranti, e perfino i parrucchieri ed i barbieri, per cui tutti poterono tornare a tagliarsi i capelli, compreso il nostro Mago, i cui capelli erano diventati così lunghi, da renderlo quasi irriconoscibile.

Tornato a casa, il Mago riprese a lavorare con più lena e più vigore, potendo anche permettersi di fare magie volanti dovunque si trovasse, senza bisogno di ritirarsi nel suo laboratorio e di agitare bottiglie. Bastava che si mettesse una mano sul cuore. Però la sua vecchia bacchetta magica magnetica, a cui era tanto affezionato, continuò a tenersela sul suo tavolo da lavoro, dentro la bottiglia di tè – anche se non era più efficiente – come ricordo e come simbolo della sua grande e potente magia, tanto che tutti continuarono a chiamarlo Mago Piscione.

Una delle prime cose che fece con l’ausilio della nuova bacchetta cardiaca, fu di chiamare a raccolta tutti i suoi vecchi amici, quelli che conosceva da più di cinquant’anni, quelli assieme ai quali aveva frequentato il liceo, l’Università, la scuola di magia ed il circolo di don Giovannino (una specie di mago in formato ridotto, un maestro di vita che trangugiava le pillole con la coca-cola). Alcuni di questi amici non li vedeva da anni, ma grazie alle sue arti magiche ed alla sua bacchetta cardiaca (che agiva a diretto contatto col suo grande e generoso cuore), riuscì a ritrovarli quasi tutti (tranne una ragazza che non riuscì assolutamente a reperire) e a riunirli in cima ad una collina, dove c’era una fonte d’acqua miracolosa. Qui stettero insieme ricordando i vecchi tempi, riscoprendo le vecchie amicizie (ed anche qualche piccolo rancore ormai sopito), e poi mangiarono e brindarono tutti insieme in allegria.

Anche stavolta, come dopo l’estrazione della bacchetta magnetica, gli specialisti che gli avevano impiantato la nuova bacchetta magica gli prescrissero vari farmaci, e stavolta in quantità ancora maggiore: pillole, sciroppi, supposte, ed anche qualche punturina sottocutanea. Ed anche stavolta, dopo un paio di giorni di cura, scoprì che la sua pipì era diventata blu. La cosa lo rallegrò ancor più della prima volta, perché stavolta la cura la doveva portare avanti per un anno, e così per un anno avrebbe potuto godere di tale beneficio. E chissà che, per osmosi, prima o poi il colore blu non passasse anche al suo sangue!

Nino De Maria

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