Racconti / La piccola cercatrice di funghi

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Sta per arrivare l’autunno ed è ormai anche tempo di funghi. Raccontiamo la storia di una ragazza avventurosa e amante della natura.

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C’era una volta una graziosa ragazza che abitava in un piccolo paese di montagna, e per tale motivo le piaceva andare a fare lunghe passeggiate nei sentieri fitti di alberi secolari e di splendida vegetazione d’ogni genere che arricchiva il sottobosco e cambiava secondo le stagioni. Si chiamava Pierina la “solitaria”, o almeno questo era l’appellativo che in paese avevano aggiunto al suo nome perché preferiva stare in solitudine. Non che fosse scontrosa, anzi era abbastanza cordiale e socievole, ma appena poteva salutava tutti e andava a fare una bella passeggiata da sola o si dedicava alla lettura e alla meditazione. Anche le sue belle passeggiate in montagna, le faceva generalmente da sola.

Le piaceva molto raccogliere funghi, e in estate, già durante i mesi di luglio e agosto cominciava a cercare in montagna quei segni inconfondibili che facevano individuare i luoghi dove alle prime piogge sarebbero spuntati i funghi. E alla fine di agosto, appena le prime piogge di fine estate iniziavano a fare la loro comparsa, Pierina partiva di buon mattino – naturalmente da sola – per andare nei posti che solo lei conosceva e dove sapeva che avrebbe sicuramente trovato quello che cercava. Ed ogni volta tornava con il suo bel cestino colmo di preziosi funghi. Raccoglieva di tutto: ovuli, chiodini, prataioli, cappellini e, naturalmente, porcini; ma non disdegnava nemmeno gli esemplari di boletus luridus, detti volgarmente “mussi di voi”. Ma non li raccoglieva solo per sé, perché per lei ne tratteneva pochissimi. Tutti gli altri li regalava invece agli amici, perché le faceva piacere condividere con gli altri il frutto delle sue raccolte. Quelli che tratteneva per sé, li cucinava poi in tutti i modi possibili e immaginabili: bolliti, arrostiti, fritti, conditi col pomodoro, con l’aglio, con la cipolla, usando ricette tradizionali o sperimentando sempre nuove ricette inventate personalmente da lei. Una parte li metteva anche sott’olio o sott’aceto, e unendoli con olive bianche e nere, carotine, cavolfiori, cipolline, sedani, cetriolini, peperoncini, capperi – anch’essi sott’olio o sott’aceto – faceva una gustosa “giardiniera”, che – anch’essa – spesso condivideva con gli amici.

Pierina era, quindi, anche una bravissima cuoca, artefice di squisiti manicaretti e preparatrice, inoltre, di conserve e marmellate sopraffine, nonché di meravigliosi dolci, tra cui cannoli, ciambelle, torte e crostate. Due erano in particolare le sue specialità. Una era la pasta fresca, che preparava in diversi formati: tagliatelle, gnocchi, tortellini, ravioli, e, naturalmente, maccheroni alla siciliana. L’altra specialità erano le marmellate, preparate con frutta fresca raccolta personalmente con le sue delicate manine e scelta accuratamente tra la più bella e la più matura; tra le marmellate che faceva c’era, in particolare, la cotognata – tipica del periodo autunnale –, che poi metteva in formine di fogge particolari – pesci, fiori, farfalle –, che facevano risaltare il bel colore dorato, il profumo e il gusto incomparabili del preparato. Ma anche tutte queste cose le preparava non per sé, ma per gli altri, perché la pasta fresca la preparava quando aveva ospiti in casa e i dolci li regalava – compresa la squisita cotognata – ai suoi fortunati amici.

Una bella domenica di fine agosto la nostra Pierina era partita per raccogliere funghi, come faceva abitualmente. Il tempo al mattino era bello, ma nel corso della mattinata il sole era stato offuscato dalle nuvole e nel primo pomeriggio aveva cominciato a piovere a dirotto. Pierina aveva già raccolto molti bellissimi funghi e, dal momento che il suo cestino era già bello pieno, si stava avviando verso la strada del ritorno, quando venne colta dalla pioggia. Per fortuna riuscì a rifugiarsi sotto una macchia d’alberi frondosi, per cui si bagnò pochissimo. I suoi familiari, non vedendola tornare per l’ora di pranzo, non si preoccuparono eccessivamente, perché sapevano che spesso Pierina preferiva completare il suo giro prima di tornare, e consumare come pasto qualche bel frutto fresco colto lungo la strada. Ma quando videro che la pioggia era sempre più intensa e non accennava a smettere, mentre il tempo passava senza che di Pierina si avesse alcuna notizia, cominciarono ad allarmarsi e avvisarono alcuni conoscenti e vicini di casa, ed anche le guardie forestali. Partì immediatamente una squadra di amici alla ricerca di Pierina, ma prima che questi potessero addentrarsi nel bosco, incontrarono Pierina che, serena e tranquilla, appena la pioggia si era calmata, si era incamminata per fare ritorno a casa. Anzi, si meravigliò di tutta quella gente che le veniva incontro. Mostrando poi trionfante il suo cestino pieno di bellissimi funghi, tranquillizzò tutti e, per ringraziarli del loro interessamento, distribuì loro tutti i funghi seduta stante. Ritornarono quindi tutti insieme in paese, con grande gioia e soddisfazione di tutti, e per quella sera Pierina fu meno “solitaria”.

Nino De Maria

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