Radicepura Garden Festival / Quarta edizione della biennale del giardino mediterraneo

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Il 6 maggio ha avuto luogo l’inaugurazione, nello splendido scenario del parco botanico Radicepura di Giarre, della quarta edizione della biennale Radicepura Garden Festival. Quasi per tutto il 2023, per l’esattezza fino al 3 dicembre, sarà possibile visitare “Il giardino delle piante”.

Radicepura garden festival / La selezione delle opere

Il festival è il primo evento internazionale dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo. Lo scopo della manifestazione è dunque quella di celebrare le bellezze dei giardini siciliani, non solamente dal punto di vista estetico ma anche da quello culturale. Quest’anno, il festival ha riscosso l’attenzione di numerosi artisti under 36 provenienti da 7 paesi differenti: Belgio, Italia, Malesia, Hong Kong, Croazia, USA e Francia. La giuria, composta tra gli altri da Adrien Paci una cui opera è presente allo stesso festival, ha selezionato nel dicembre scorso i 9 team incaricati di realizzare le opere all’interno del fantastico giardino tra più di 900 iscrizioni. Oltre alle nuove collocazioni artistiche temporanee saranno presenti le installazioni permanenti realizzate durante le scorse edizioni. Tra questi vi sono: “Home Ground” di Antonio Perazzi, “Tour d’Y Voir” di Michel Péna e “Compito #1” di Adrien Paci, inaugurato lo scorso ottobre.

Radicepura garden festival / Focus ed obiettivi di questa edizione

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A sinistra (in piedi) Antonio Perazzi, al centro (seduto) Paolo Pejrone e a destra (in piedi) Mario Faro

La guida all’interno del parco botanico è stata realizzata grazie alla disponibilità di Mario Faro, direttore generale del Radicepura Garden Festival ed alla collaborazione di Antonio Perazzi, direttore artistico della manifestazione. Presente anche l’architetto del giardino di questa quarta biennale, Paolo Pejrone.

Come afferma Perazzi, l’attenzione principale di questa edizione saranno i giardini, con particolare riferimento alle piante che comporranno le opere d’arte. “Abbiamo concentrato questa nuova edizione della Biennale del Giardino mediterraneo su alcune tematiche che ci stanno a cuore: come la cultura del giardino ma anche il rispetto per l’ambiente. È per questo che abbiamo scelto come tema ‘il giardino delle piante’, sottolineando l’importanza creativa dei giardini moderni ma soprattutto del giardino mediterraneo che è diventato il modello di riferimento per lo sviluppo urbano di tutto il mondo. Durante la selezione del concorso che ci ha portato a individuare i progetti finalisti, abbiamo ricevuto numerose ideazioni suggestive, formulate con passione da progettisti provenienti da tutti i poli della Terra, dall’India agli Stati Uniti”.

Radicepura garden festival / Un ricco programma 

Tra le novità di questa edizione vi è la selezione di una pianta protagonista del giardino ma che sarà rinnovata durante i prossimi festival. Stiamo parlando di un centenario albero di carrubo, pianta simbolo del Mediterraneo, legata soprattutto al territorio siciliano. Il programma è sviluppato lungo i sei mesi del festival. Si alternano momenti di formazione ad incontri culturali, appuntamenti musicali, aperitivi in giardino e laboratori con ospiti internazionali che verranno accolti all’interno degli spazi del parco. Saranno inoltre presenti attività ricreative per bambini e ragazzi, dedicate alla scoperta del fantastico mondo della natura e dei giardini, con workshop guidati come ad esempio “Da grande voglio fare l’architetto” a cura della paesaggista ed architetto Martina Pappalardo. Altre attività da non perdere sono le “Domeniche in giardino”, giornate interamente organizzate con musica, cibo e bevande oltre a numerose attività per adulti e bambini.

Radicepura garden festival / “Il giardino delle piante”

radicepura parcoTra le varie installazioni presenti all’interno del festival troviamo: “The Womb Garden” di Thomas Brown riflette sul nostro bisogno di natura. La semplice e sterile facciata del giardino nasconde al suo interno una vera e propria oasi di verde nella quale i visitatori trovano la pace. Altra notevole installazione è “Shy Pavilion” del team “Atelier NOT” (Adrian Wen, Frank Wu, Freya Jiao). Questa si basa invece su una delle piante più conosciute al mondo, la Mimosa Pudica, notissima per la sua risposta unica al tatto. Una volta sfiorate, infatti, le foglie della pianta si restringono verso l’interno e si riaprono solo dopo qualche minuto. Il tutto è rinchiuso all’interno di un padiglione coperto da tende semitrasparenti la cui proprietà di trasparenza viene influenzata dalla luce e dal vento.

“Alla mensa di Madre Etna” degli architetti paesaggisti Linda Grisoli e Gordon Goh. Questa installazione è una perfetta celebrazione della ricchezza delle piante commestibili che si trovano in natura, racchiuse all’interno di uno scenario tributo a “madre Etna”. Queste e moltissime altre opere d’arte sono già visitabili presso la location “Radicepura” a Giarre, fino al 3 dicembre.

Radicepura Garden Festival / Le installazioni tutte italiane

“Di-scendere”, opera di Marta Prosello, Andrea D’Ascola e Sofia Ronchini è un invito ad osservare il giardino “dal basso”. Il proposito della creazione è quello di capire l’apparato vegetale meno evidente ma di vitale importanza, quello delle radici, al fine di comprendere il funzionamento delle comunità vegetali e la propria evoluzione. Nicoletta Aveni, architetta specializzata in architettura per la sostenibilità, ha realizzato “Inviolabile Amuranza”, un sistema vegetale nel quale la presenza dell’uomo è superflua. Egli, in quest’opera, diventa solo uno spettatore impossibilitato ad accedere a questo giardino ed in grado di comprenderlo solamente percorrendone il perimetro.

Altra installazione notevole di attenzione è “UFO, Una Foresta Occulta” realizzata dal collettivo “BoHo?” Composto dai paesaggisti Maria Laura Calogero, Matteo Pessini, Graziano Testa. Il progetto consiste in un’operazione piuttosto semplice quanto efficace e suggestiva. Il proposito è delimitare una porzione di natura, elevata quasi a poesia rispetto al contesto circostante, grazie alla scomposizione di una roccia lavica.

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A destra sullo sfondo “Inviolabile Amuranza”

L’opera di più grande spessore è forse quella realizzata dal maestro Paolo Pejrone, intitolata “Vento e acqua, tentativo di resilienza”. All’interno di quattro mura si trova un vero e proprio paradiso sperimentale di piante il cui scopo è, come dice il titolo stesso, la resistenza. Presenti numerose vasche con differenti tipi di piante, dagli iris fino ai giunchi. Al centro dell’installazione è presente una grande pompa eolica in grado di spostare le acque di vasca in vasca. L’intento finale è di riempire la vasca centrale con dell’acqua pura e limpida, filtrata dalle radici delle piante, che possa essere riutilizzata all’infinito.

Ismaele Sarro