Pubblichiamo il resoconto di un’altra esperienza vissuta dagli operatori di Radio Maria della diocesi di Acireale, così come ci è stato inviato.
In questa mattina di fine aprile, caratterizzata da una temperatura mite, il buon Dio ha pensato di donarci “un anticipo d’estate”, che ci accompagnerà, già dalle prime luci dell’alba, nel nostro viaggio verso il centro della Sicilia e precisamente Pergusa, alle porte di Enna, “con a seguito”, adagiata nel suo imballo riposto sul sedile posteriore dell’auto,la statua di Maria Madre di Misericordia per le Carceri (statua lignea intagliata a mano ad Ortisei in Val Gardena, destinata al pellegrinaggio all’interno delle case di reclusione).
Il tempo stringe e noi di Radio Maria dobbiamo posizionare la Madonnina sull’altare e allestire il nostro gazebo prima che i fedeli affluiscano alla spicciolata nel luogo dell’incontro, per partecipare alla ”Giornata Regionale della Misericordia” per le carceri.
La Parrocchia SS Crocifisso che ci ospita è già “parata a festa”, ma con la sobrietà che contraddistingue questo luogo e i suoi abitanti. Individuata la locazione appropriata sul sagrato, la nostra postazione prende forma, grazie al prezioso aiuto di Domenica (la catechista che opera nella C.C. I.C.ATT. di Giarre provincia di Catania) e Valentina, che più di trent’anni fa è arrivata a Catania dalle sue Mauritius, con un bagaglio di sogni forse mai avverati, ma presentandosi ad un appuntamento che mai sicuramente avrebbe potuto immaginare: l’incontro con Gesù e Maria.
Il primo ad avvicinarsi, chiedendo il motivo della nostra presenza, è l’Arcivescovo di Messina, monsignor Giovanni Accolla che, tra le altre cose, ci tiene a sottolineare, è un assiduo ascoltatore di Radio Maria, specialmente durante i suoi spostamenti mattutini, che sono veramente tanti. E poi si accostano al nostro banchetto, man mano che arrivano in chiesa, i cappellani con la loro rappresentanza di detenuti provenienti da quasi tutte le carceri della nostra Isola.
Dopo un momento di accoglienza e il relativo rinfresco, si inizia con la celebrazione della Santa Messa con al centro, davanti all’altare, alcune decine di cappellani, il Vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana e monsignor Giovanni Accolla. L’assemblea, formata quasi unicamente da detenuti e loro familiari, dimostra grande compostezza e un religioso silenzio, rotto, durante la Consacrazione, dal grido di un fratello ristretto di colore, che per ben tre volte ripete pregando Jesus is alive, Jesus is my life, Jesus is with me (Gesù è vivo, è la mia vita, è con me) ……. una espressione di fede di un fratello africano che, pensandoci bene, mi porta alla mente quando a volte, seduto in una pizzeria e iniziando a mangiare, accenno a un frettoloso e timido segno di croce cercando di non dare nell’occhio quasi mi vergognassi della mia religiosità; quante cose abbiamo ancora da imparare dagli “ultimi”, in materia di fede.
Alla fine della Santa Messa, quando tutti si sono accostati all’Eucarestia, si avvicendano all’ambone i volontari con le loro testimonianze. Ascoltiamo l’esperienza di Paola, una consacrata laica di Piazza Armerina (En), quella di Stefania della Caritas, volontaria al Pagliarelli (Pa), quella ancora di Gaetano e la moglie Anna Maria, che portano il loro contributo presso il carcere di Enna e quella della nostra sorella volontaria Domenica, che illustra ai presenti come Radio Maria, da otto anni stia seguendo un percorso organizzato di evangelizzazione negli istituti di pena (Dio renda merito alle volontarie di Radio Maria, Giò Carrozza e la sua figliola, fondatrice la prima e ambedue organizzatrici del “Progetto Maria Madre di Misericordia per le Carceri”). La preghiera del carcerato, recitata da Nicolò fratello ristretto del Pagliarelli, chiude la condivisione delle testimonianze.
Nella vicina “Oasi Madonnina del Lago”, l’ora del pranzo ci vede ancora mescolati fianco a fianco: i detenuti con i loro familiari accanto ai cappellani, agli esponenti del clero nelle varie forme, ai laici volontari, in un caleidoscopio di visi e voci. Per allietare questa mensa ha raccolto l’invito degli organizzatori il comico e attore ragusano (ma di fama nazionale) Massimo Spata che, lasciando i suoi impegni di lavoro, non ha esitato a catapultarsi verso Pergusa e, in tempo record, partecipare a questo evento. Massimo, con la sua performance artistica, tenuta gratuitamente in svariati istituti di pena, è un veterano in questa espressione del volontariato; egli esordisce con una frase, oserei dire lapidaria, che ci spiazza a dir poco, anche perché detta da un comico: “Scontare una pena non significa mortificare un Uomo”. Il resto è stato una mezzora di ilarità che ha strappato almeno una risata o un sorriso a tutti.
E’ tempo di raccogliere tutte le nostre cose, reimballare la statua della Madonnina e imboccare la strada del ritorno, ognuno con il nostro bagaglio d’emozioni acquisito in questa giornata ……. bisogna scendere, anche se a malincuore, dal monte Tabor (Mt 17,1-8) e fare i conti con la vita di tutti i giorni: i “carcerati” da una parte, con un passato alle spalle pesante come un macigno, con un presente difficile e un futuro incerto, e i “liberi” dall’altra parte, che spesso devono fare i conti con periodi di aridità talmente forti da non avere niente da invidiare alla terra del deserto.
Il viaggio di ritorno offre lo spunto per fare un bilancio della giornata, così osservando il viso finalmente rilassato di don Paolo Giurato (coordinatore regionale dei cappellani nonché organizzatore dell’evento) chiedo: caro don Paolo è stato raccolto l’invito a partecipare a quest’evento esteso ai cappellani di Sicilia? Sì – risponde -, oserei dire superiore ad ogni rosea aspettativa, considerando che oggi è stata la prima esperienza nella nostra regione di questo importante evento, sulle orme degli incontri che annualmente si svolgono al santuario di Pompei in Campania, organizzati dall’ispettore generale dei cappellani delle carceri, Raffaele Grimaldi.
Al calar della sera arriva, davanti al cancello della casa circondariale I.C.ATT., la statua della Madonna, ma rispetto a stamattina, con “a seguito noi” stanchi ma soddisfatti.
In appresso ci ricorderemo ancora, noi volontari e loro carcerati, di quello che abbiamo vissuto oggi in questa giornata di comunione fraterna? Forse no, presi come siamo dagli affanni del quotidiano; ma sono sicuro che ognuno di noi, al momento opportuno, saprà tirar fuori, come per incanto e per dare testimonianza, tutto ciò che oggi è scaturito dall’ascolto e dalla messa in pratica della Parola di Cristo: come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, cosi sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata (Is 55,10-11).
Si torna tutti a casa con in mano un dono di Dio: il giorno di serenità e comunione fraterna vissuto in un “anticipo d’estate”.
Paolo Cannavò
operatore di Radio Maria