Ero carcerato e siete venuti a trovarmi (Mt 25,31-46).
Questo pomeriggio, mercoledì 24 aprile 2019, “fra l’ottava di Pasqua” noi dello studio mobile di Radio Maria, “liberi” tra i “ristretti”, abbiamo avuto la gioia di poter trasmettere dalla Casa Circondariale di Giarre. Il vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, ha presieduto la Santa Messa e ha conferito ad alcuni ospiti il sacramento della Confermazione.
Noi operatori dello Studio Mobile di Radio Maria siamo andati in onda con la trasmissione della Santa Messa, evento molto atteso dai detenuti, dagli operatori dell’istituto di pena e da noi di Radio Maria, che abbiamo vissuto un’esperienza nuova ed emozionante.
Una novità è stata l’arrivo in Sicilia del simulacro Maria Madre di Misericordia, statua lignea intagliata a mano giunta da un luogo molto lontano da noi, la Val Gardena. E’ l’inizio di un “pellegrinaggio al contrario”: visto che i detenuti non possono uscire per recarsi nei grandi Santuari Mariani, è la statua di Maria Madre di Misericordia ad andare a trovare gli ospiti; ha toccato i loro cuori e in processione, lungo la casa circondariale, ha “lanciato” il suo messaggio d’amore, carcere per carcere, reparto per reparto, lei ha condotto i presenti a suo Figlio Gesù. E’ stata accolta e accompagnata dai Cappellani ma anche dai Direttori, dalle Guardie, dagli Educatori e da noi volontari di Radio Maria.
La Madonnina, accolta dal Cappellano don Paolo Giurato, ha “catturato” già al suo arrivo in istituto l’interesse dei fratelli detenuti che hanno espresso la loro volontà di poterla avere sempre con loro, sapendo bene che ciò non potrà accadere, vista la natura di questa casa circondariale che accoglie i suoi “ospiti” per un tempo relativamente breve.
I ragazzi che abbiamo incontrato sono diventati parte di noi, come se li avessimo da sempre conosciuti, come se loro avessero fatto sempre parte della nostra vita e questo perché siamo tutti membra di un solo corpo in Cristo Gesù.
Durante la Santa Messa un silenzio mistico ha preso possesso del salone approntato a cappella per l’occasione. Si inizia con la voce melodiosa di Mariagrazia, giovane soprano che, intonando l’Ave Maria, ha spezzato quel silenzio irreale. Chi si è avvicendato all’ambone è stato seguito dallo sguardo attento e paterno del nostro vescovo monsignor Antonino Raspanti che, durante la funzione, ha impartito il sacramento della Confermazione ad alcuni fratelli ristretti.
Bravi tutti, come se avessero frequentato la Chiesa da sempre. Momento particolare ed emozionante quando un ragazzo ha recitato la preghiera del carcerato da lui composta; non tutti siamo stati capaci di nascondere le lacrime.
Abbiamo terminato quasi in orario e, a microfoni spenti, è esploso un applauso liberatorio che ha messo fine a quella tensione che ha preso ognuno dei presenti, in base al proprio compito o sensibilità. Non sono mancati gli abbracci spontanei tra noi “liberi” e loro “ristretti” (ma chi è veramente “libero”, mi chiedo, io che sono schiavo dei miei peccati o il fratello ristretto che in questo momento, sentendosi amato può volare, con il suo spirito, oltre quelle sbarre?).
Un momento di “agape” fraterna, organizzata dalla Direttrice, ha allietato gli ultimi istanti di comunione e ha concluso quest’ impegno che ci ha visto coinvolti per diversi giorni. Andando via mi sono voltato indietro a guardare quel cancello che, cigolando, si è chiuso alle mie spalle, mettendo fine ad un piccolo sogno vissuto contemporaneamente da molte persone, “accarezzato” dalla brezza e dagli odori della nostra campagna, profumo di limoni misto a quello della terra umida, al calar della sera.
Paolo Cannavò
operatore Radio Maria