I “Santi” sono quelle persone che hanno compiuto grandi azioni, nella loro vita, di amore, solidarietà, altruismo, coraggio, carità, facendole risultare come gesti “normali”, naturali, giusti, alla portata di tutti. Santo è stato proclamato Giovanni Paolo II, Papa Wojtyla, e la sua vita continua ad essere un esempio per tutti. Proprio per questo motivo, è stato importante far avvicinare la sue reliquie agli alunni dell‘Istituto Comprensivo Statale “Ottavio Gravina De Cruyllas” di Ramacca.
Lo scorso venerdì venti ottobre, in occasione della presenza del reliquiario nella cittadina, gli alunni della scuola si sono recati in Auditorium, per vivere un momento di sana aggregazione religiosa e culturale, che è stato, al tempo stesso, occasione di riflessione e scambio delle proprie considerazioni.
Don Paolo Politi, diacono della parrocchia “Matrice” di Ramacca, ha presentato ai ragazzi la figura di San Giovanni Paolo II, anche da un punto di vista storico, in tutta la sua straordinaria naturalezza e predisposizione agli altri. Egli fu proclamato beato il primo maggio 2011 dal suo immediato successore, Benedetto XVI, ed il ventisette aprile 2014 proclamato santo da Papa Francesco.
Attraverso la proiezione di un video, realizzato a “misura di bambino”, le caratteristiche di Papa Wojtyla sono state delineate: il suo amore per gli altri, proprio quell’amore che è la chiave di lettura per comprendere molte vite straordinarie, il suo “darsi” ai fratelli, ai giovani, il suo saper rivolgersi a loro (la creazione delle giornate mondiali della gioventù ne è una prova), i suoi duecentocinquanta viaggi apostolici, per il desiderio di “riunire” i popoli del mondo, la sua capacità di perdonare chi aveva attentato alla sua vita.
Papa Wojtyla ha rappresentato il concetto chiave che la santità può essere raggiunta da tutti. Ha fornito, con la sua testimonianza di fede, un esempio alla comunità su come vivere in modo straordinario gli eventi ordinari del quotidiano. Nel concreto, ne diede esempio con numerose beatificazioni e canonizzazioni. Da qui, lo spunto di dialogo che don Paolo ha rivolto ai giovani alunni, partito dall’interrogazione di base su chi fossero i Santi. Ha emozionato non poco vedere i ragazzi partecipare all’evento in ordinato silenzio e rispetto, esprimere le loro idee con interesse. Stesso atteggiamento tenuto nel momento cruciale dell’incontro, ovvero quando ciascuno di loro si è avvicinato, con rispettosa curiosità, al reliquario, contenente capelli del Santo e un piccolo frammento di garza imbevuta del suo sangue. La loro ammirazione, tacita e composta, ha lasciato intuire l’importanza che il momento ha rivestito nel loro intimo.
“Le reliquie ci ricordano le persone a cui sono appartenute, quindi, sono da considerarsi un regalo prezioso delle stesse agli altri, per poterle ricordare sempre”. Con queste parole, don Paolo ha spiegato agli studenti in cosa consistessero le reliquie ed il loro valore simbolico. Se il concetto di santità può essere alla portata di tutti è anche vero che certe vite sono davvero speciali e per loro ogni azione può apparire naturale o spontanea, quando non lo è con tale facilità per gli altri. Divulgare questi esempi è un atto dovuto, è una sana conseguenza della validità, correttezza, unicità delle loro azioni e portarle all’attenta osservazione dei giovani non può che far bene agli stessi, a prescindere dal credo religioso e dalla formazione di ognuno.
Rita Messina