Si sono insediati, ed hanno già impartito le prime disposizioni operative, i tre commissari nominati dal Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, che si occuperanno dell’amministrazione provvisoria del Comune di Randazzo, sciolto per mafia dal Consiglio dei ministri il 25 gennaio scorso.
Sono il viceprefetto Alfonsa Caliò, il viceprefetto aggiunto Cosimo Gambadauro ed il funzionario economico finanziario Isabella Giusto. I primi due provenienti da Catania, mentre la terza da Ragusa.
Avranno i poteri deliberativi del Consiglio comunale, del sindaco e della Giunta municipale. Poiché, con lo stesso decreto, il Prefetto di Catania, ai sensi della normativa vigente, ha disposto la sospensione degli organi elettivi del Comune di Randazzo.
Randazzo, i commissari subito al lavoro
Dopo il primo incontro col segretario generale dell’Ente, e dopo la redazione del relativo verbale del loro insediamento, gli stessi commissari hanno voluto incontrare i funzionari attualmente in servizio al Comune di Randazzo. E, come primo atto, hanno chiesto loro delle relazioni quanto più ampie, dettagliate ed esaurienti possibili sullo stato dei vari settori operativi. Assegnando agli stessi funzionari il termine di dieci giorni per adempiere a tale loro obbligo.
Ricordiamo che gli organi elettivi del Comune sono stati sciolti – come si legge nel comunicato del Governo – “in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che hanno gravemente compromesso il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione locale, con grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica”.
E dopo aver deliberato “lo scioglimento del Consiglio comunale di Randazzo (Catania)”, è stato disposto l’affidamento della gestione dello stesso Comune, per diciotto mesi, ad una Commissione straordinaria, ai sensi dell’artocolo 143 del testo unico delle leggi sull’Ordinamento degli enti locali. Commissione che – come si diceva – si è insediata proprio nei giorni scorsi.
Villari contrario ad un’allenza del PD con partiti di destra
Si è detto sbalordito, “ma non più di tanto”, l’ex segretario politico provinciale del Partito Democratico di Catania, Angelo Villari. Questi ci ha ribadito come, a suo tempo, egli fosse “ben contrario ad un’innaturale alleanza avvenuta a Randazzo nelle elezioni amministrative del giugno 2022 fra PD e partiti di destra (l’Mpa di Raffaele Lombardo, n.d.r.). O quantomeno aventi al proprio interno molti candidati provenienti dalla destra”, e di essere stato molto critico, nonché di avere sconsigliato al segretario regionale Pd, Antony Barbagallo, di accondiscendere a simili innaturali alleanze. Come poi invece avvenuto nella cittadina etnea e con i risultati oggi sotto gli occhi di tutti.
Certo è che da tanto tempo a Randazzo, purtroppo, non si respirava una gran bella aria. Basti pensare che – come da noi già accennato precedentemente – Michele Mangione, sindaco di Randazzo dal giugno 2013 al giugno del 2018, aveva dovuto segnalare più e più volte alla Prefettura di Catania come certe frange delinquenziali, anche artatamente pilotate, stessero cercando già da tempo di mettere le mani sulla città. E chiedendo per questo più di un incontro al Prefetto, quale rappresentante del Governo per la sicurezza, l’ordine pubblico e per la legalità.
L’ex sindaco Mangione già 10 anni fa segnalava fenomeni delinquenziali
“Da diversi anni a questa parte – scriveva già Mangione al Prefetto di Catania addirittura nel settembre del 2014, ben 10 anni fa! – come Ella certamente saprà, si sono riscontrati sempre più numerosi ed inquietanti segnali negativi, premonitori di una sempre più preoccupante recrudescenza di fenomeni delinquenziali e malavitosi sia in città che nelle campagne in territorio di Randazzo.
Così come troppi risultano, ormai, gli episodi delinquenziali registrati proprio in questi ultimi tempi, con furti, rapine, percosse, pestaggi, danneggiamenti, incendi, reati contro la persona ed il patrimonio sia individuale che comunale. Nonché chiusura e appropriazione, da parte di pastori mafiosi, o comunque molto vicini alla mafia, di strade rurali e vicinali nonché di terreni comunali. Oltre agli episodi di spicciola delinquenza che quasi quotidianamente si registrano sia in città (ai danni di persone, negozi, stazioni di servizio, attività produttive varie), che nelle campagne. Episodi – concludeva Mangione – che sempre più contribuiscono ad accrescere il clima di tensione e di preoccupazione nei miei concittadini”.
Il rammarico dell’ex sindaco Lanza
Stesso discorso fa un altro sindaco del passato, Francesco Lanza, consigliere comunale ed assessore dal 1980 sino al 1993, sindaco dal maggio 1993 alla fine di giugno 1994. Da sempre impegnato in campo politico e sociale.
“Tutti i sacrifici che abbiamo ed hanno fatto gli amministratori del passato, dal dopoguerra sino al giugno 2018, sono andati letteralmente in fumo. L’immagine della nostra antica e bella città di Randazzo – stando così le cose, alla luce anche del recente decreto del Consiglio dei Ministri – è stata da questi ultimi amministratori gravemente deturpata.
Sono certo che sindaci di vaglia del passato come Salvatore Agati, Francesco Rubbino, Giuseppe Montera, Sebastiano Giuffrida, Emanuele Dilettoso e Mariano Parlavecchio si stiano purtroppo rivoltando nella tomba. Questi erano uomini che anche quando dovevano andare a Palermo per le cose del Comune, si pagavano le trasferte con i soldi delle proprie tasche. Mentre ora tutto questo patrimonio non solo economico ma anche di idee, di lavori fatti, di quotidiano impegno in tutti i campi è stato quasi totalmente dilapidato ed è andato perduto”.
Bocche cucite…
Nei giorni scorsi abbiamo più volte cercato – e con tutti i mezzi – di parlare di tale spiacevole situazione sia con qualche assessore che con qualche consigliere di maggioranza che hanno sostenuto l’ormai ex sindaco Francesco Sgroi. Macchè! Bocche cucite!
L’unico a metterci la faccia è stato il vicesindaco Pd Gianluca Anzalone il quale, con grande garbo, dopo aver espresso tutta la sua amarezza per quanto accaduto, ha ringraziato della nostra opportunità dicendo di rinviare ogni sua valutazione a dopo che avrà letto le motivazioni del Consiglio dei Ministri.
Peraltro, – ci ha detto con comprensibile imbarazzo – il segretario regionale dello stesso Partito Democratico, il deputato Anthony Barbagallo, nel giugno del 2022, contro il parere dell’allora segretario provinciale dello stesso Pd, Angelo Villari – come accennato prima – fu il principale sponsor dell’apparentamento fra il suo Partito e quello di Francesco Sgroi (Mpa di Raffaele Lombardo).
Per il resto – dicevamo – bocche cucite!
Giuseppe Portale