Il vino rosa è semplice da bere, ha un costo relativamente inferiore rispetto al vino rosso e per questo motivo potrebbe essere ritenuto più adatto per l’estate. Lo abbiamo bollato come un vino stagionale: lo abbiamo degustato durante i nostri aperitivi oppure abbinato esclusivamente a un piatto fresco. Quanti luoghi comuni. In realtà il rosato è un vino capace di attraversare stagioni e annate. I vini rosati adesso piacciono. Finalmente. E sul nostro vulcano le sfaccettature di questo vino sono davvero tante. Da quelli che ne esaltano freschezza e versatilità a quelli che riescono ad esprimere una certa struttura, con cui si possono tentare anche abbinamenti più accattivanti.
Valeria Lopis Rossi ha guidato la degustazione dei vini rosati dell’Etna
Secondo recenti indagini l’Etna Rosato Doc nel 2021 ha registrato un notevole passo in avanti nelle gerarchie di imbottigliamento (+50,3%). Questo dato certifica la costante crescita di una tipologia cha si sta ritagliando un ruolo sempre più da protagonista nelle preferenze dei consumatori. Proprio sull’Etna Rosato Doc si è concentrata la seconda masterclass di “Versanti” del Consorzio Etna Doc, tenutesi domenica 27 novembre presso il Sikania Garden Village di Randazzo.
“Punto di forza del vino rosato dell’Etna è la sua non omogeneità. Qual è lo stile o il colore di questo vino? Abbiamo sfaccettature diverse, almeno due filoni produttivi, un mercato in continua crescita”. Così ha introdotto la serata la giornalista e sommelier Valeria Lopis Rossi, che ha guidato la degustazione attraverso sei differenti etichette e gli interventi di alcuni dei produttori dei vini in degustazione.
I sei vini rosati dell’Etna presentati
Il Tefra di Tasca d’Amerita 2021 ha aperto le danze. La storica casa vinicola, che possiede cinque tenute sull’Isola, Etna compresa, nasce all’interno della Tenuta Tascante, versante nord, in contrada Marchesa a Passopiciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia.
Nerello mascalese in purezza, al naso si presenta con note fruttate intense, sorso deciso e sapido. Con il secondo vino in degustazione è emerso subito come il rosato mostra, in versanti e contrade diverse, anche considerando brevi distanze, sorprendenti differenze alla vista, al naso e al gusto.
U funnali, si chiama così perché le vigne si trovano ‘nfunnu al pendio, è un rosato vulcanico fedele a sé stesso, tradizionale ma contemporaneo al tempo stesso. Si tratta di un Indicazione geografica territoriale Terre Siciliane. L’annata 2021 si presenta con note sciroppose di marasca, vigoroso ma elegante. La famiglia Camarda coltiva le viti sin dagli anni ’60 nelle contrade Porcaria e Feudo di Mezzo, nella frazione castiglionese di Passopisciaro.
Colore rosa tenue vivace, eccezionale bevibilità, frutto croccante, il tutto legato da una straordinaria mineralità: è il Nerello in Rosa 2021, di Masseria Sette Porte, che ci ricorda già dal nome la duttilità e la qualità intrinseca del vitigno nerello mascalese. Il versante è il sud-ovest, quello che riceve più ore di luce, precisamente nel comune di Biancavilla. I vigneti crescono ad alta quota, a quasi 700 metri dal livello del mare. Artefice dei vini è Piero Portale, che prosegue dal 2002 con dedizione il progetto iniziato del padre Ferdinando.
Quarto vino in degustazione, Akis 2020 di Tenuta Monte Gorna. Al calice il colore non è come gli altri rosati precedenti, abbiamo davanti un rosa più intenso, cogliendo così una sfumatura e una tonalità in più della tavolozza dell’Etna Rosato Doc (ramato, buccia di cipolla, cerasuolo…). Un pizzico di speziato, note di anice, sentori floreali, innanzitutto rosa ma anche la caratteristica romice, il suo profilo olfattivo. Buona freschezza e persistenza, al gusto. Anche in questo caso ci troviamo nel versante sud, precisamente a Trecastagni, in contrada Carpene, zona di conetti vulcanici spenti.
I vini rosati dell’Etna di Giusy Calcagno e Irene Badalà
Il Romice delle Sciare, annata 2019, è un vino che ostenta una certa struttura. Con la verticalità del grado alcolico che raggiunge il naso ed esalta i sentori fruttati, floreali, sulfurei. L’azienda è quella di Giusy Calcagno, arrivata alla quinta generazione, che possiede i vigneti in contrada Arcuria e Feudo di Mezzo, a Passopisciaro, Etna nord.
Ultimo vino in degustazione l’Etna Rosato di Irene Badalà, annata 2019. La contrada di riferimento è quella di Santo Spirito, tra le più vocate per la produzione di qualità sul vulcano, nel comune di Castiglione di Sicilia. Accenni di ginestra, frutto etneo come la nespola e la mela cola, netta ed esaltante la trama sapida al palato. Per winelovers e appassionati è in programma un terzo appuntamento, questa volta dedicato sui vini rossi, domenica 18 dicembre.
Domenico Strano