Nella gremitissima sala consiliare di Randazzo (intitolata ai giudici Falcone e Borsellino) si è tenuta la cerimonia per festeggiare Carmelo Carmeni, campione del mondo di forgiatura.
Protagonista di scena, ancora una volta, “Uno, nessuno e centomila” avvolto da un alone di mistero, nel suo essere poliedro ma pur sempre uno. E per usare le parole del suo ideatore “lascia spazio ad una visione, che si abbandona alla soggettività per sconfinare nell’infinito commentare”.
Ad indicarci la via, una leggiadra creatura, che sembra stare quasi sospesa, considerata la sua dinamicità: Vulcano, così è stata battezzata l’ultima opera dell’ artista. Al nostro cospetto si apre una esposizione di tutti gli arnesi fabbricati dal 41enne, accompagnati da tre colonne di legno bianco portanti i lingotti ferrei, quale dimostrazione dei passaggi necessari per giungere al prodotto finito dell’opera. Da cornice la proiezione visiva e sonora, ideata dai fratelli Magro, di Carmelo mentre riproduce il suo lingotto vincente, considerato, che l’originale è stato trattenuto a Stia. Gli onori di casa sono spettati al sindaco, Michele Mangione ed al presidente del consiglio, Antonino Grillo, che hanno posto l’accento sulla fierezza di questo concittadino per aver condotto Randazzo su vette così alte. E su come i media ci martellino sovente, con notizie di riconoscimenti a campioni di formula uno, calcio e raramente con elogi a primatisti dell’artigianato, che tra l’altro, andrebbe rivalutato. A ciò si sono accomunati Paolo Scelbo, fabbro d’arte e Lucia La Ruota, delegato locale Upla – Claai, in particolar modo il primo, per mettere in evidenza gli immani sacrifici e la massiccia perseveranza necessarie per riuscire.
A commentare l’opera è spettato a Nunzio Trazzera, professore, che ha posto l’accento sul contrasto di tradizione e modernità e quanto ciò richieda 3 qualità: possesso di conoscenze, passione, creatività.
Ad intervenire, quale fuori programma, una voce vibrante, Maria Rita Giacca, in duplice chiave: quale addetta ai lavori, in quanto laureata all’accademia delle belle arti e moglie dell’artista, che ha evidenziato il dinamismo e la sinuosità, ma soprattutto ha elogiato il motto dell’amato: “Perseverando arrivi”. Ed ancora, Orazio Platania, presidente Upla-Claai, che ha palesato i problemi incontrati quotidianamente e di come bisogna essere presenti sul territorio e fare gli opportuni solleciti affinché il governo regionale ascolti fattivamente.
A sottolineare la maestria del festeggiato, Domenico Costa, del direttivo associazione fabbri d’arte e Pietro Castrovinci, presidente Associazione fabbri d’arte, che hanno denominato il loro collega quale chirurgo, per lo svisceramento in grado di effettuare ed hanno concluso con un invito al sindaco di attenzionare questa opportunità, suggerendo la possibilità di organizzare anche corsi di formazione avendo un cicerone in casa.
Conciso l’intervento di Grazia Emmanuele, in doppia veste: consigliere comunale e dirigente scolastico, che si è soffermata sulla sinergia del mondo scuola con il ministero del Lavoro in quanto insieme stanno cercando di creare una rete, in modo tale da far provare l’emozione di avvicinarsi all’artigianato e lanciare il messaggio, che sporcarsi le mani non è vergogna! E’necessario sensibilizzare i ragazzi, servire loro da sprone perché si sentano incoraggiati a tal punto da potersi innamorare di un mestiere. C’è bisogno di riscoprire le vecchie arti.
Presenti, tra gli altri, i familiari del campione, in particolar modo la figlioletta, Fabiana, alla quale durante l’intervento il forgiatore ha dedicato in primis la statua, senza dimenticare gli altri componenti, quali il fratello Salvatore per averlo supportato e sopportato in tale cammino. Inoltre, si sofferma su Pirandello, che lo ha ispirato e su come l’amministrazione si potrebbe attivare per far avvicinare i ragazzi sin da piccoli ad apprezzare l’artigianato, creando magari dei luoghi appositi.
A concludere i lavori, il primo cittadino, con la consegna di un attestato e di un libro di architettura di Leopold Walther, spintosi dalla lontana Germania fino a Randazzo per svolgervi una rigorosa valutazione dell’architettura medievale.
Quale benedizione finale, il sindaco ha introdotto, inaspettatamente, una ambasciatrice di don Santino Spartà, che nell’omaggiare questo figlio siciliano ha voluto far pervenire dalla città eterna, una pergamena papale.
Maria Pia Risa