Nei locali del Centro polifunzionale (ex “Cinema Moderno”) di Randazzo è stato presentato al pubblico il video “Magna Voce – Concerto per città”, realizzato dal Collettivo “Minimum” sul concerto di campane diretto dall’artista spagnolo Llorenç Barber, che si era svolto a Randazzo il 22 agosto 2015.
Llorenç Barber, musicista e compositore originale che, affiancato dalla moglie Montserrat Palacios Prado, nei suoi concerti si avvale delle campane delle chiese e spesso anche di sirene, voci soliste e corali, “botti”, aveva già suonato in centinaia di città.
Il concerto di Randazzo, che era stato preceduto da quello svoltosi a Castiglione di Sicilia il 13 agosto 2015, e seguito da un altro a Catania, il 19 marzo 2016, in occasione della Notte Bianca dei Musei (con il coinvolgimento delle sirene delle navi attraccate al porto!), era stato un momento speciale, forse irripetibile. Esso riuscì a coinvolgere un foltissimo pubblico di cittadini e di forestieri che, appostato nei vari punti del paese, volle assistere all’evento, ma anche tutti quei volenterosi e volontari che già nei giorni precedenti, sotto la guida del maestro Barber e della moglie, erano saliti sui campanili per apprendere ed esercitarsi nell’arte di suonare le campane.
Il concerto “Magna voce”, che si avvalse di uno spartito appositamente creato, coinvolse ben 8 campanili, dislocati in circa 3 Km, oltre 30 campane, 18 gruppi di “suonatori”, due cori, una cantante, una sirena, per un totale di oltre 250 persone. Ma l’effetto fu anche quello di riscoprire il suono autentico delle campane, che spesso manca oggi, e riportare alla memoria collettiva quel tempo in cui l’intera vita di una comunità, non solo quella religiosa ma anche sociale, veniva scandita da quel suono.
Per questo il collettivo Minimum, costituito da giovani randazzesi che in quei giorni si diedero da fare nel realizzare filmati e fotogrammi, volle fissare e narrare l’evento attraverso la realizzazione di un video-documentario. Michelangelo Caruso, Alessandro Di Benedetto, Salvatore Di Vincenzo, Giuseppe Falanga, Illuminato Fabio Fazio, Gianluca Franco, Elia Priolo, questi sono i loro nomi.
E finalmente sabato 22 giugno è stato possibile assistere alla presentazione del video, che ha consentito non solo di rievocare quella magica serata, ma anche di vedere cosa c’è stato dietro e come essa sia stata “interpretata” dai realizzatori.
La manifestazione, patrocinata dal Comune, si è svolta nel Centro polifunzionale (ex “Cinema moderno”) recentemente restaurato e restituito alla città: la proiezione è stata preceduta da un breve dibattito, condotto da Beppe Petrullo in veste di moderatore, e con interventi di Carmelo Damico, Maristella Dilettoso, Francesca Di Stefano e Giuseppe Gangemi.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi, e della consigliera comunale Sara Sindoni, che ha molto creduto in questa manifestazione, è stato invitato sul palco don Domenico Massimino. L’arciprete di Randazzo nel definire le campane “espressione della nostra cultura occidentale, in cui cultura e fede si incontrano”, ha aggiunto che in un tempo in cui si è distratti da tanti rumori, con il loro suono, “magna voce”, per il credente rappresentano la voce di Dio, ma anche per il non credente richiamano il senso del mistero. A seguire i vari interventi: Carmelo Damico, che fu tra gli organizzatori del concerto di Castiglione, nonché trait-d’ union per quello di Randazzo, ha descritto in breve questo percorso; Maristella Dilettoso ha accennato alla storia delle campane nella cultura siciliana e randazzese, alla tradizione campanaria della città di Tortorici, centro di produzione e diffusione per tutta la Sicilia e oltre, e a quel precedente “storico” di concerto di campane che si verificava un tempo a Randazzo la notte del sabato santo, quando, dopo i giorni della Passione, tutte le campane, all’unisono, si “scioglievano” per suonare a gloria.
Francesca Di Stefano, che fu parte attiva del concerto, ha descritto il primo incontro con il maestro Llorenç Barber e l’esperienza emozionante di accedere ai campanili e suonare le campane, mentre Giuseppe Gangemi si è soffermato sull’aspetto tecnico e sonoro, sulle vibrazioni prodotte dallo strumento, e sulla descrizione di Barber personaggio.
Erano presenti alcuni componenti di Minimum, che hanno realizzato la fase finale di montaggio del video. “È stato bello salire sui campanili, capire il senso del concerto”, ha detto Elia Priolo, e Michelangelo Caruso: “C’era una mole di materiale gigantesca, erano tutti momenti interessanti, ma il problema era di condensare quelli migliori, sia per la parte delle prove che per il concerto”.
E finalmente il clou della serata, la proiezione del video, che ha come filo conduttore gli stralci di una intervista a Llorenç Barber, e si articola in due parti. La prima, coglie la fase preparatoria, con i momenti delle prove, mentre la seconda parte è dedicata al concerto vero e proprio, con sequenze realizzate dal vivo nei vari campanili.
Vengono mostrati i maestri e i suonatori all’opera, e al contempo la partecipazione di un pubblico attento e stupito, con un fondale di tutto rispetto: una Randazzo nell’ora del tramonto, con le sue chiese, i suoi palazzi, i suoi vicoli, di nera pietra lavica, popolati da mamme e bambini vocianti, anziani che contrastano tra loro, stormi d’uccelli che si levano in volo, una città che ha visto, sì, nei secoli, aspre rivalità tra quartieri in lotta, ma che ritrova a tutt’oggi una unità rasserenatrice quando, a mezzanotte, suonano, appunto, tutte insieme, le campane.
M.D.