Presso il museo dei Pupi di Randazzo si è svolta una conferenza sul tema “La presenza ebraica e la cacciata da Randazzo”. Questo evento è stato fortemente voluto dal rabbino di Siracusa, Stefano Di Mauro, capo della “Comunità ebraica di Sicilia”, e fa parte di una serie di incontri che si svolgeranno in tutta la Sicilia, alla ricerca delle tracce della presenza ebraica.
Lo storico randazzese Salvatore Rizzeri, ha spiegato che per dare il via a questa serie di conferenze, è stata scelta Randazzo perchè fu sede di una delle più importanti e ricche comunità ebraiche della Sicilia. Purtroppo però non è pervenuto nessun documento che risalga alle origini, ma al primo secolo dopo Cristo. Il primo atto documentato della presenza ebraica nella nostra cittadina è datato 1347, quando l’Infante Giovanni proibì a Raimondo de Pizzolis, arcivescovo di Messina, di intromettersi negli affari della comunità ebraica. Quello che sappiamo di sicuro è che nell’anno 1492 (al momento dell’ editto di espulsione) tale comunità si componeva di ben 170 famiglie per un totale di 1100 persone, l’11,3% della popolazione di Randazzo. Vi erano due rabbini, due medici e un banchiere. Un certo Joseph Salom, di professione ciabattino, possedeva 12 volumi, mentre il rabbino capo della città di libri ne possedeva quaranta. Questo si evince dai vari Diplomi reali aventi per oggetto questa comunità.
Un importante abbraccio tra due degli esponenti del clero locale, padre Domenico Massimino, arciprete della Basilica di Santa Maria e don Santo Leonardi parroco del Sacro Cuore di Gesù e il sefardita ortodosso Di Mauro, ha dato l’avvio alla conferenza.
Erano presenti il sindaco, prof. Michele Mangione , il presidente del consiglio comunale, Antonino Grillo e il vice sindaco, dott. Gianluca Lanza. Presenti anche Yitzhak Ben Ayraham, del “Centro sefardico siciliano”, affiliato alla “Federazione delle Comunità ebraiche del Mediterraneo” e il dott. Gabriele Spagna, segretario della Comunità ebraica di Siracusa.
Relatori della conferenza sono stati: il prof. Ignazio Vecchio, neurologo catanese, docente di Storia della medicina e bioetica presso l’Università degli Studi di Catania e segretario della “Federazione delle Comunità ebraiche del Mediterraneo”, l’arch. Piero Arrigo, ricercatore di Storia e Cultura ebraica siciliana, lo storico randazzese Salvatore Rizzeri e il presidente dell’associazione “Pro Randakes”, Nicolò Sangrigoli .
Il rabbino cardiologo dott. Stefano Di Mauro ha ripercorso la storia delle persecuzioni e dei martirii perpetrati nei secoli nei confronti dell’ebraismo. Ha parlato delle radici in comune tra le tre religioni monoteiste ma anche della loro inconciliabilità teologica. Proprio a tutela delle loro diversità – egli ha detto – dobbiamo adoperarci per fare in modo che nelle varie religioni non ci sia spazio per soggetti che fomentino odio, e adoperarci per costruire una pacifica convivenza. Per arrivare a ciò è necessario stimolare il dialogo interreligioso.
A questo punto il professor Ignazio Vecchio ha ricordato come da sempre gli ebrei e l’ebraismo abbiano trovato posto nella vita sociale ed economica siciliana fino alla data della loro espulsione. La presenza degli ebrei in Sicilia, dall’epoca romana al 1492, e’ documenta sicuramente da Gregorio Magno all’inizio del Medioevo nelle sue “Epistole”. Alcune di queste descrivono gli ebrei della Sicilia, le loro attività economiche e sociali e la loro religiosita’. Sotto il regno di Federico II agli ebrei, furono concessi privilegi che aumentarono nel periodo aragonese. I documenti che testimoniano la presenza ebraica in Sicilia, nel solo periodo aragonese, sono più numerosi di quelli dei periodi precedenti. Gli ebrei di Sicilia furono assorbiti, dopo la loro cacciata dall’isola nel 1942, dalle altre comunità ebraiche del Mediterraneo (Istanbul e Salonicco principalmente). Al momento dell ‘espulsione del 1492, la comunità ebraica di Sicilia era composta da circa 40 mila abitanti, il 5% della popolazione, ed erano presenti circa cinquanta giudecche, quartieri ebraici all’interno delle varie comunità cristiane, veri e propri enti amministrativi autonomi.
L’ arch. Piero Arrigo, ha parlato delle poche tracce rimaste degli ebrei in Sicilia dopo 5 secoli dalla loro cacciata. Ha denunciato le difficoltà che a volte riscontra nel restauro e nella valorizzazione dei reperti in cui si imbatte. Un esempio è fornito dal reperto raffigurante la stella di David ritrovato all’interno di un rudere, situato nel centro storico di Savoca, luogo che si ritiene sia stato adibito a sinagoga. La scoperta di questo referto ha fatto riaccendere i riflettori sulla storia delle comunità giudaiche esistenti fino alla fine del 1492 a Savoca e nel territorio dell’intera Valle d’Agrò.
Però, ancora oggi, a diversi anni della scoperta, l’edificio resta di proprietà privata e il comune di Savoca non sembra intenzionato all’ acquisto e al restauro.
Ha concluso il presidente dell’associazione organizzatrice ProRandakes, ringraziando la delegazione per aver scelto Randazzo come primo comune di questa sorta di “ tour alla ricerca delle radici ebraiche “ .
Annamaria Distefano