Randazzo / Manifestazione antimafia per risvegliare le coscienze

0
431
Randazzo, manifestazione antimafia

Come destatasi da un lungo sonno, Randazzo piano piano si sta risvegliando, rialza la testa e cerca di scacciare l’incubo che l’ha tormentata per ben cinque anni e mezzo. E lo fa con un’assemblea cittadina tenutasi nella centralissima piazza Municipio dove sono confluiti, soprattutto, tanti giovani per gridare “No alla mafia e a tutte le sue sporche infiltrazioni”.

Stando al decreto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dello scorso 26 gennaio, infatti, e sulla scorta di quanto deliberato il giorno prima dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, la città di Randazzo, negli ultimi cinque anni e mezzo (salvo una breve parentesi commissariale dal febbraio al giugno 2022) sarebbe stata disamministrata da un sistema politico mafioso.

“Randazzo – ci dice Domenico Palermo (per gli amici Mimmo), presidente dell’associazione Civitas, organizzatrice della manifestazione – è una città ferita, colpita mortalmente al cuore della sua istituzione più rappresentativa: il Comune o, come si diceva una volta, la Comune, per indicare la casa di tutti. È un fatto innegabile, oggettivo.
Chi, ostinatamente, continua a far finta di niente, assomiglia a colui che non ha la forza di reagire al dolore che provocano i grandi lutti. Ma tutti sanno che, fino a quando permane la negazione della perdita, non si sarà capaci di reinvestire le proprie energie su nuovi obiettivi”.

Di chi la colpa?

“Non sta a noi accusare chicchessia. Nello stato di diritto in cui viviamo, e in cui crediamo, spetta alla magistratura stabilire chi è colpevole e chi innocente. Sul piano politico, però, non v’è dubbio che la responsabilità dello scioglimento per mafia del Comune va ai partiti che hanno amministrato l’Ente negli ultimi anni. E soprattutto negli ultimi cinque anni. Certamente in misura diversificata, a seconda dei ruoli ricoperti, ma senza eccezioni. Ci aspettiamo, perciò, una seria riflessione da parte dei vertici di quei partiti (Mpa e Pd; n.d.r). Sperando che, prima o poi, essi sentano il dovere di rompere questo assordante silenzio.

Domenico Palermo
Domenico Palermo, presidente associazione Civitas

Quello che più interessa noi, però, – e crediamo di interpretare il pensiero della maggioranza della popolazione – è il piano sociale di questa vicenda drammatica e traumatica al tempo stesso, sul quale tutti, ma proprio tutti, siamo chiamati ad interrogarci. Siamo tutti coinvolti, nessuno può sentirsi assolto: le generazioni future ci chiederanno conto, infatti, della città che stiamo loro consegnando.
Un paese che, stando a quanto si legge nella relazione prefettizia e poi nel decreto del presidente della Repubblica pubblicato, è gravemente esposto alla violenza e alle intimidazioni mafiose. Nonché alle estorsioni e al pizzo nei confronti di chi fa impresa e poi ancora al traffico e allo spaccio di droga.

Come dimenticare, infine – ed è cronaca di questi giorni – il commercio di armi. Oltre ad una crescente microcriminalità e ad una illegalità diffusa, con il controllo del territorio da parte della mafia. Questo nonostante l’impegno profuso a piene mani da parte delle forze dell’ordine! Se poi a ciò aggiungiamo lo sperpero del denaro e del patrimonio pubblico, nonché la totale compressione della partecipazione democratica, come avvenuto nell’ultimo quinquennio, il quadro è completo”.

Sì, ma ora le cose stanno per fortuna cambiando…

Sì, certo! Ed è per questo che siamo grati al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Poi al prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, alla Commissione d’indagine e ai carabinieri di Randazzo, per avere messo fine all’uso privatistico della cosa pubblica.manifestazione antimafia a Randazzo

E, sia come associazione che come città, diamo il benvenuto alla Commissione prefettizia nelle persone della dott.ssa Caliò, del dott. Gambadauro e della dott.ssa Isabella Giusto, con la quale commissione dobbiamo e vogliamo avere un rapporto di assidua collaborazione per il ripristino della legalità. Ma alla quale chiediamo, nel contempo, una chiara discontinuità nell’azione amministrativa del Comune. Questo nostro paese, che recentemente si è rivelato inquinato da forze e interessi mafiosi, va assolutamente liberato dalla mafia e dagli interessi mafiosi.

E devono iniziare a farlo proprio i Commissari, indicandoci loro, che conoscono gli atti, la strada da percorrere. Dando un segnale chiaro di rinnovamento negli uomini e nelle donne che dovranno rigovernare il nostro Comune e la nostra cittadina.
Se, tuttavia, la stessa Commissione dovesse rilevare ancora eventuali infiltrazioni mafiose anche negli apparati burocratici del Comune – come in molti sospettano – quegli uomini e quelle donne si devono assolutamente rimuovere dai loro incarichi.

In concreto, cosa chiedete?

Per prima cosa che vengano revocati tutti gli atti amministrativi che hanno compresso la partecipazione popolare. E poi, dal momento in cui il paese ha visto azzerati tutti gli organi di rappresentanza politica, si proceda almeno alla costituzione delle Consulte previste dallo Statuto del Comune. In primo luogo, di quella per i “Giovani e lo Sport” nonché di quella delle varie “Associazioni”.

E poi ancora la valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale, a partire dall’ex Collegio “San Basilio”. Che, è bene ricordarlo, è di proprietà del Comune, ed anche questo, sotto molteplici aspetti, per abbandono e trascuratezza dei Salesiani, a quanto pare è sotto tiro della mafia. Ancora, dell’ex collegio delle suore di Santa Caterina, così come pure dell’ex Cinema Moderno. Esempi scandalosi di abbandono all’incuria, ed a privati che hanno fatto scempio di beni pubblici così preziosi.

Ed ora, a vostro avviso, cosa bisognerebbe fare?

Randazzo – dicevo prima – è una città ferita, ma solo curando in profondità queste ferite essa può risollevarsi: non servono pannicelli caldi, né cure palliative. E non bastano, da soli, neanche i Commissari. È necessario che tutti noi, insieme, tutta la città rifondiamo la nostra comunità, diventandone parte attiva, senza deleghe in bianco a nessuno. Come purtroppo è stato fatto nel recentissimo passato. Possiamo farcela solo se saremo capaci di ritrovare il senso dell’appartenenza a questo paese.manifestazione antimafia, Randazzo

104 anni fa – era il 25 luglio 1920 – in piazza Municipio, i baroni del tempo ordinarono di far fuoco sulla folla che reclamava da mangiare. Fu una strage: 7 morti e 14 feriti. Ma il paese si riprese, lentamente e nonostante il fascismo.

80 anni fa la stessa nostra cittadina venne rasa al suolo dai bombardamenti anglo americani, con la distruzione dell’80% dell’abitato e del suo antico patrimonio artistico di stampo prettamente medievale. Ma anche allora i randazzesi trovarono la forza di ricominciare.

Anche oggi, di fronte a questo disastro, di fronte al crollo della nostra casa comune, se tutti insieme ritroviamo le ragioni dell’unità e dei legami verso il nostro paese, avremo la forza e le risorse per salvare Randazzo da chi vuole asservirla, per interessi di parte, alla mafia che sta cercando d’infiltrarsi anche nelle istituzioni politico-amministrative locali e non solo locali”.

Cose, queste, che ci sono state ribadite e sottolineate anche dal presidente dell’associazione politico-culturale “Comunità in Progresso”, con sede principale a Catania, Angelo Villari. Anche lui presente alla manifestazione organizzata dalla “Civitas”, in segno di solidarietà alla città ed alla comunità tutta di Randazzo.

Assenti, invece, i partiti nei quali militavano quanti hanno causato il recente   sfascio dell’amministrazione pubblica e della città tutta di Randazzo. Cioè il Movimento per le Autonomie, di Raffaele Lombardo, a cui faceva capo l’ormai ex sindaco Francesco Sgroi. E anche il Partito Democratico, in Sicilia rappresentato dal suo segretario regionale Anthony Barbagallo, a cui faceva riferimento il locale segretario del Pd, nonché vicesindaco, Gianluca Anzalone.

Giuseppe Portale

 

 

Print Friendly, PDF & Email