Il professor Pippo Crimi, docente di lettere in pensione, è una persona nota a tutti i randazzesi, per la presenza attiva in numerose attività di solidarietà e volontariato, per la costante presenza nella vita della parrocchia Santa Maria, oltre che, naturalmente per i decenni di insegnamento a tante classi di alunni alle quali, con impegno e passione, si è dedicato. Nell’ambito della festa della Vara, a Randazzo, è una figura chiave. Lo abbiamo intervistato per conoscere meglio questa affascinante e meravigliosa festa.
– Professore, da quanti anni è coinvolto nell’organizzazione della Vara?
“Dal 1967, con una sola pausa di 5 anni compresa tra il ’68 e il ‘72, mi sono sempre occupato della Vara, curando la preparazione dei bambini. Inoltre, per un certo numero di anni, quando l’allora assessore al Turismo, Mario Parlavecchio, istituì il comitato cittadino, ne fui cassiere”.
– In cosa consiste la preparazione dei bambini alla Vara?
“A partire dai primi giorni di luglio inizio a far provare ai bambini i canti, e li preparo alla sfilata con i costumi. Si tratta di un tempo, quello che trascorro con loro, in cui cerco di conoscerli bene, di capire se il loro carattere si presti all’impresa, se non abbiano particolari timori. Gli illustro il quadro del Caniglia che è esposto nella Basilica. Nel quadro sono raffigurate le tre fasi che caratterizzano il dogma dell’Assunzione: la dormizione, l’assunzione vera e propria e l’incoronazione di Maria. La Vara, nella sua imponente struttura verticale, raffigura questi tre momenti”.
– Più di 45 anni di esperienza nella Vara, come istruttore dei bambini! Cosa è cambiato nel tempo per quanto riguarda la preparazione dei bambini?
“Molte cose sono cambiate. Una volta, fino a una decina di anni fa, subito dopo la messa delle ore 10, i bambini venivano presi in carico da noi. Con una parte del contributo che ci dava il comune, io compravo loro il cibo per il pranzo: pane, provola, prosciutto, banane e nessun’altra bibita all’infuori dell’acqua. Poi i bambini venivano fatti riposare fino all’ora della sfilata che veniva fatta immediatamente prima dell’uscita della Vara, nel primo pomeriggio.
Adesso la sfilata dei bambini in costume si svolge di seguito alla Messa delle 10. I bambini poi si ritirano nelle loro case, dove pranzano e si riposano, per tornare nel primissimo pomeriggio, quando iniziamo a farli salire sulla Vara”.
– Che altro è cambiato negli anni?
“Tante cose sono cambiate, basti pensare al fatto che, una volta, tutti i bambini (compreso quello che impersonava la Madonna!) fossero maschietti. Dal 1974 solamente ho gradualmente inserito le femminucce, tanto che, attualmente, rappresentano la maggioranza. Anche l’età dei bambini si è abbassata: una volta erano tutti ragazzi dai 15 ai 17 anni circa.
Inoltre, una volta, la vara era costituita da 25 personaggi, non uno di meno, né uno di più. Adesso il numero è nettamente superiore e siamo arrivati fino a 41 bambini”.
– Quali sono le figure chiave della Vara?
“Sicuramente le due Madonne, Assunta e Incoronata, i Gesù che le affiancano, il Padre eterno e San Michele Arcangelo, che guida tutti gli angeli, attorno alla Madonna e a Gesù”.
– Con quale criterio vengono assegnate le parti ai bambini che salgono sulla Vara?
“Ci si basa sull’età e sulla statura. I bambini più piccoli vengono messi più in basso, quelli più grandi, invece, vengono collocati più in alto. Sulla ruota trovano spazio solo quelli sufficientemente gracili”.
– L’usanza di gettare le caramelle ai bambini della Vara, quando è stata introdotta?
“C’è sempre stata questa abitudine, ed ha sempre creato molto gioia nei bambini. ‘E una delle cose che crea la maggiore aspettativa”.
– Come vengono ancorati i bambini alla Vara?
“Tramite un cerchio di ferro”.
– Come viene spostata la Vara?
“Viene trascinata da volontari, adulti o giovani uomini che tirano delle corde, che spostano il carro sul quale poggia questo unico tronco di 12-13 metri circa. Tutta la Vara sarà di circa 17 metri. Dentro il carro si trovano due persone che fanno ruotare il tronco. Anche dentro la ruota si trova un uomo che la fa ruotare”.
– Dopo tutti questi anni, ci dica: qual è il momento più emozionante della Vara?
“Senza alcun dubbio la partenza”.
Annamaria Distefano