Randazzo / Sciolto il consiglio comunale per “ingerenze della criminalità organizzata”

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Comune di Randazzo

Tanto tuonò che piovve! Mai proverbio è stato più confacente a quanto accaduto proprio in questi giorni al Comune di Randazzo. I suoi organi amministrativi, infatti, sono stati sciolti dal Governo nazionale, nella seduta del 25 gennaio scorso, su proposta del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Un provvedimento, questo, che viene da lontano. Era dalla fine di ottobre del 2022, infatti, che, nell’aria della cittadina del versante settentrionale dell’Etna, si fiutava l’odore di “Terra bruciata”. Così è soprannominata l’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. Inchiesta dalla quale emersero sospetti di collusione, di compravendita di voti e quant’altro. Questi sarebbero avvenuti nelle elezioni amministrative del giugno 2018, fra l’allora sindaco Francesco Sgroi ed alcuni gruppi criminali della zona. Solo sospetti, per carità! Tuttavia vi erano delle ben precise intercettazioni in merito.

Nel 2018 le prime indagini sul consiglio comunale di Randazzo

Le indagini, infatti, avrebbero fatto emergere come, proprio in occasione delle elezioni amministrative del Comune di Randazzo del 2018, vi fossero state delle vere e proprie interferenze da parte di gruppi criminali della zona sull’amministrazione comunale (sindaco, Consiglio e Giunta). In particolare, si accertarono collegamenti con tre rappresentanti del Comune di Randazzo. Ovvero il sindaco Francesco Sgroi, Carmelo Tindaro Scalisi, già vicepresidente e poi presidente del Consiglio Comunale (anche lui ora ex), e Marco Crimi Stigliolo, consigliere comunale nella precedente amministrazione 2018-2022, anch’essa guidata dallo stesso sindaco Francesco Sgroi.

chiostro del palazzo municipale di Randazzo
Il chiostro del palazzo municipale

L’avviso di garanzia, a suo tempo recapitato ai tre, con l’ipotesi di corruzione elettorale, fece gettare più di un pesante sospetto sull’attività amministrativa e politica dell’Ente.
Sotto i riflettori degli inquirenti vi sono state le elezioni comunali del 2018, e non solo quelle. Mentre due degli allora indagati, Sgroi e Scalisi, sono rimasti ai vertici dei ruoli istituzionali del Comune sino allo scioglimento.

Nell’ottobre 2022 accuse nell’ordinanza del Gip di Catania

Nelle più di 300 pagine dell’ordinanza, firmata a ottobre 2022, dal Gip di Catania, Daniela Monaco Crea, erano contenute  delle accuse.  Cioè numerose intercettazioni che avrebbero lasciato trasparire «inquietanti» contatti tra i politici locali e gli esponenti di qualche clan mafioso della zona.
Tuttavia, in un secondo momento, le accuse di voto di scambio a carico sia di Sgroi che di Scalisi, su proposta della stessa Procura, vennero archiviate.

Meno di un anno fa, e più precisamente il 20 marzo 2023, sempre a seguito di ulteriori accertamenti, e per vederci ancor più chiaramente, il Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, su delega del ministro dell’interno Matteo Piantedosi, dispose un accesso ispettivo proprio “per verificare l’eventuale sussistenza, o meno, di elementi concreti, univoci e rilevanti su eventuali collegamenti diretti o indiretti dell’amministrazione comunale di Randazzo con la criminalità organizzata di tipo mafioso”.Municipio di Randazzo

Emerso malaffare nel marzo del 2023

Alla base delle motivazioni di tale ispezione, a seguito di quanto accertato dalla Commissione ispettiva prefettizia, vi era il fatto che i politici locali avrebbero promesso ad alcuni membri di alcune consorterie criminali, e ad alcuni parenti di consiglieri, in cambio di un pacchetto di voti, un posto fisso nella ditta dei rifiuti “Ecolandia”. Ditta che gestiva il servizio raccolta e smaltimento rifiuti della cittadina.
Ed in più, a qualcuno, oltre all’impiego nella ditta dei rifiuti, avrebbero promesso anche un alloggio popolare. Promesse che sarebbero state fatte anche ad altre persone.

In quelle carte figurerebbero, ancora, appalti di lavori pubblici a pochi assegnatari. Poi la dichiarazione di dissesto economico-finanziario dell’Ente, in conseguenza della quale si sarebbero venduti (o svenduti, secondo la definizione di molti cittadini) diversi beni immobili patrimoniali del Comune a persone implicate o comunque vicine alla mafia.
E tanto altro di non limpido.

Infine lo scioglimento del consiglio comunale di Randazzo

Nel comunicato del Governo è, infatti, scritto che “in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione locale, con grave pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica”, viene deliberato “lo scioglimento del Consiglio comunale di Randazzo (Catania). E l’affidamento della gestione del Comune, per diciotto mesi, ad una Commissione straordinaria. Ciò ai sensi dell’articolo 143 del testo unico delle leggi sull’Ordinamento degli enti locali”.

Certo è che, da ormai tanto tempo, a Randazzo non si respirava un’aria salutare. Basti pensare che Michele Mangione, sindaco di Randazzo dal giugno 2013 al giugno del 2018, aveva dovuto segnalare più e più volte alla Prefettura di Catania come certe frange delinquenziali, anche appositamente pilotate, stessero cercando già da tempo di mettere le mani sulla città. E chiedeva per questo più di un incontro al Prefetto, quale rappresentante del Governo per la sicurezza, l’ordine pubblico e per la legalità.

Certo è che la Randazzo degli onesti attende, ora, che si ripristini al più presto la piena legalità. Confortata in ciò dal costante impegno profuso a piene mani dagli organi competenti. Come la Compagnia Carabinieri di Randazzo, al comando del capitano Luca D’Ambrosio, collaborato dai suoi uomini del Nucleo operativo e radiomobile. Nonché dalla Stazione al comando del luogotenente Daniele Di Natale, che in questi ultimi tempi hanno svolto un lavoro intenso e non indifferente.
Sì! Si comincia a respirare aria nuova a Randazzo, finalmente!

 

                                                                                                        Giuseppe Portale

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