Randazzo / Una meditazione su don Milani chiude l’anno scolastico degli insegnanti di Religione di Acireale

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don Orazio Barbarino

Celebrata la conclusione dell’anno scolastico degli insegnanti di Religione di Acireale presso i locali del castello Romeo di Randazzo. La giornata è stata caratterizzata da momenti di formazione e di fraternità. La meditazione è stata condotta da padre Orazio Barbarino che ha parlato del maestro don Lorenzo Milani, di cui quest’anno si è celebrato il centenario della sua nascita, come sacerdote, uomo, cittadino, maestro, educatore.

Don Orazio ha relazionato su don Milani, già all’epoca moderno, che credeva in un progetto di scuola aperta ed inclusiva, che si agganciasse, cioè, al progetto di vita di ciascuno partendo dalle sue particolarità.
Ha parlato dell’esperienza durissima passata dal sacerdote da parte della Chiesa che lo relegò in un luogo isolato, a Vicchio, in Toscana. Sicuramente a lui non mancarono mai gli amici veri e, anche se pochi, sapeva a chi poteva appoggiarsi.

Già da allora pensava che ogni persona è unica e non si può generalizzare, soprattutto se si parla di educazione. Milani ha avuto la capacità di cambiare la vita di molti ragazzi, è stato capace, nonostante fosse relegato a Barbiana, di dilatare quel luogo. Esempio che, secondo don Orazio, dovremmo seguire tutti non accontentandoci degli spazi che abbiamo. Perchè nel luogo dove viviamo possiamo incontrare il mondo e la vita.padre Barbarino guida meditazione su don Milani

Don Orazio Barbarino ha guidato la meditazione su don Milani

Don Orazio ha ricordato che Milani era innamorato del Vangelo e di Cristo; visse gli anni del suo sacerdozio con un amore grande e non ha avuto paura di vivere fino in fondo la sua missione.
Anche se la sua famiglia era benestante lui a Barbiana visse in estrema povertà ma con l’orgoglio di un principe. In vita lo si fraintese, ma ancora oggi ha bisogno di essere capito e conosciuto.

Don Milani diceva che non si possono amare tutti gli uomini ed avere un amore universale, si possono amare solamente alcune persone con cui si viene a contatto. Lui cercò di farlo amando i ragazzi con cui entrò in contatto. Nel corso della sua vita, proprio per le sue idee, molte persone lo hanno denigrato.
A Barbiana la scuola era per 365 giorni all’anno, era dura ma nessuno andò mai via. Sceglievano di frequentare anche se per arrivarci dovevano attraversare il bosco: avevano trovato qualcuno che voleva loro veramente bene e diede la vita per loro.
Diceva don Milani :“è impossibile predicare il Vangelo se i parrocchiani faticano a capire l’italiano. La ricchezza linguistica, il possesso delle parole, la comprensione dell’italiano sono fondamento di democrazia”.

Barabara Condorelli, don.Orazio Barbarino e don Sebastiano Raciti
Barabara Condorelli, don.Orazio Barbarino e don Sebastiano Raciti

Da questo ambiente venne fuori il libro “Lettera ad una professoressa”, pubblicato un mese prima della morte di don Milani. E’ il frutto di un significativo lavoro di scrittura collettiva. Per mesi, infatti, i ragazzi della scuola lavorarono alla ricerca e all’analisi di dati socioeconomici sul grado di istruzione delle famiglie.
Partirono dal numero di bocciati nelle scuole, in rapporto alla professione del padre e in generale alla situazione della famiglia di provenienza. Cercarono di fare chiarezza sull’abbandono scolastico e sul successo professionale di coloro che finivano la “scuola”. Particolari che una volta, nelle scuole, non si prendevano in considerazione.
In chiusura la celebrazione Eucaristica presso il vicino Parco Sciarone.

Mariella Di Mauro

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