Fake news e disinformazione online sono le ombre che hanno caratterizzato il sistema dell’informazione nel corso del 2017. È quanto emerso dal rapporto che l’Agcom ha stilato sul consumo di informazione.
Il 2017 è stato “l’anno dell’emergere di fenomeni patologici quali quello delle cosiddette ‘fake news”, e più in generale della disinformazione veicolata sempre più spesso attraverso le nuove piattaforme online, come si legge nella relazione dell’Autorità per le comunicazioni.
L’affermazione delle piattaforme online, poi, “ha portato – si spiega nel dossier – a dinamiche proprie della rete sostanziandosi in un processo di disaggregazione e disintermediazione dell’offerta informativa tradizionale e di successiva riaggregazione e reintermediazione da parte delle piattaforme stesse (social network e motori di ricerca)”.
Inoltre, in un contesto caratterizzato dallo ‘spacchettamento’ del prodotto informativo e da una fruizione frammentata dei contenuti (articoli, commenti, video, post), “le piattaforme digitali fungono da intermediari per l’accesso all’informazione online da parte dell’individuo, accesso che molto spesso – si legge nel rapporto – è frutto anche dell’incidentalità e casualità della scoperta delle notizie da parte dello stesso cittadino, che peraltro rischia di non avere piena consapevolezza circa la natura e la provenienza dell’informazione”.
La quasi totalità della popolazione italiana accede ai mezzi di comunicazione al fine di informarsi e oltre l’80% dei cittadini accede all’informazione regolarmente, ossia tutti i giorni.
Rimane, quindi,
una nicchia di Italiani (circa il 5%) che non si informa affatto, o almeno non attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
In Italia, dunque, circa il 95% della popolazione si informa attivamente su almeno un mezzo di comunicazione tra Tv, radio, quotidiani (cartacei e digitali) e Internet; in altre parole, la quasi totalità degli italiani ricerca, o anche soltanto accede a, notizie su ciò che succede in Italia, nella realtà locale in cui vive (regione, provincia o comune), oppure notizie che travalicano i confini nazionali.
Analizzando la frequenza con cui gli Italiani si informano su almeno un mezzo, si rileva che una grossa porzione della popolazione, poco piu dell’80%, è alla continua ricerca di contenuti informativi, tanto da dichiarare di cercarli in maniera costante, vale a dire quotidiana.
Emerge una relazione di fiducia tra cittadini e fonti di informazione: quanto più queste ultime sono scelte primarie nell’accesso alle notizie di attualità (internazionali, nazionali e locali), tanto più probabilmente vengono usate dai cittadini per formarsi un’opinione politica.
Gli italiani accedono all’informazione online prevalentemente attraverso le fonti ‘algoritmiche’, ossia social network e motori di ricerca, consultate dal 54,5% della popolazione, mentre si registra una minore fruizione delle fonti editoriali, come siti web e applicazioni di editori tradizionali e nativi digitali.
Il 19,4% della popolazione indica una fonte algoritmica come la più importante all’interno della propria ‘dieta’ informativa, soprattutto motori di ricerca e social network, che rappresentano rispettivamente la terza e la quarta fonte informativa più volte reputata come la più importante per informarsi.
Tra le fonti algoritmiche, tuttavia, si riscontra una minore affidabilità percepita, in particolare per i social network, ritenuti affidabili o molto affidabili da meno del 24% di chi li consulta per reperirvi informazioni.
Facebook rappresenta il principale social network in Italia anche per informarsi, utilizzato a questo scopo dal 30% dei cittadini, mentre Instagram (utilizzato a fini informativi dal 6% degli utenti italiani) è stata recentemente scoperta anche da personaggi politici e giornalisti, tanto da superare Twitter nella dieta informativa online degli italiani.
È un “sistema sociale almeno duale” quello che riguarda, invece, il consumo informativo dei minorenni:
esistono minori che non si informano o, se lo fanno, utilizzano un solo mezzo, ma anche gruppi di giovanissimi che fanno un consistente ricorso a una pluralità di fonti informative.
Internet svolge un ruolo di primo piano nella ‘dieta mediatica’ dei soggetti minorenni. Circa un quarto dei minori o non si informa, o lo fa utilizzando un solo mezzo di informazione, che molto spesso è proprio il web. I minori, peraltro, si rivelano grandi consumatori di social network a scopi informativi: infatti, più della metà di coloro che si informano su Internet li utilizza a tale scopo (55,8%).
Paola Dalla Torre