Recensione / “Meno male che c’è Francesco”. I bambini parlano con il Papa in un libro di Santino Spartà e Matilde Amorosi

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Il segreto di Papa Francesco è la sua semplicità. Esprime concetti teologici senza ricorrere a una terminologia per iniziati, compie gesti normali, accarezza gli ammalati con la dolcezza del medico di famiglia e sorride ai bambini come un padre premuroso. Non sono pregi comuni e, per quanto possa sembrane strano, testimoniano valori eternamente evangelici e rivoluzionari. Interessi economici, burocrazia, guerre, contese, egoismi e invidie hanno complicato ogni rapporto, scatenando negli uomini istinti incontrollabili fino a farli diventare “lupi di altri uomini”. È utile, pertanto, leggere un libro che già nel titolo invita alla speranza: “Meno male che c’è Francesco” (Roma 2017, Gangemi editore, € 12,00).

Settantanove pagine curate da una coppia di giornalisti – un prete e una donna – e pubblicato da “Gangemi Editore”, ma scritte da bambini dai 6 ai 10 anni. Domande e risposte, letterine e favole, disegni e poesie: un coro, insomma, che Papa Francesco, amante di quella “bellissima musica” che solo i bambini sanno regalarci quando “piangono, si lamentano e gridano”, gradirà di certo.

L’idea di Don Santino Spartà, apprezzata e condivisa da Matilde Amorosi e in sintonia con i gusti del Santo Padre, è straordinaria perché è semplice. Ricorda, in certo qual modo, “Lettera a una professoressa” della scuola di Barbiana, dove non c’è un solo autore, ma ben “otto ragazzi aiutati da altri la domenica, quando non vanno a lavorare”. Il riferimento non è né casuale, né gratuito giacché gli alunni-autori di questa pubblicazione appartengono a un Circolo Didattico di Randazzo, un paese in provincia di Catania che, quando si dice il caso, è intitolato proprio a “Don Lorenzo Milani”.

Si faccia allora la cosa più semplice: scorrere le pagine di questo “Meno male che c’è Francesco”, tenendo presente due avvertimenti. Il primo è quello di Gesù che, come riferisce Matteo al cap. XVIII, vuole che ci si converta e si diventi come i bambini per entrare nel regno dei cieli; il secondo è quello dei ragazzi di Barbiana che in sole tre parole hanno sintetizzato un intero trattato: “invecchiare è proibito”.

Italo Spada

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